DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Arrivano i vampiri supersnob e intellettuali di Jim Jarmusch! Sai che impressione. Dopo aver visto tanti critici in questi giorni... Sembrano un po' reduci degli anni 70, pazzi per il rock e le vecchie chitarre. E cercano le sacche di sangue dai medici compiacenti come fosse metadone. E poi ci sono troppi zombi in giro.
Con incredibili set a Detroit, fra le fabbriche abbandonate del vecchio secolo, e a Tangeri, dove puoi incontrare perfino Christopher Marlowe, ha colpito tutti per intelligenza e invenzione visiva questo romantico "Only Lovers Left Alive", scritto e diretto da Jim Jarmusch, ma concepito assieme a Sara Driver, compagna di una vita (indovina a chi assomigliano i vampiri?), coproduzione anglo-tedesca firmata Jeremy Thomas e Reinhard Brunding.
Adam e Eve, interpretati da Tom Hiddlestonn bravissimo (meglio qui che in "The Avengers") e dalla divina Tilda Swinton, che illumina lo schermo muovendo appena gli occhi e facendo brillare il suo elegante pallore, sono due vampiri innamorati da veramente tanto tanto tempo. Adam, che fa musica underground, adora i vinili e caccia le vecchie chitarre, e' un po' stanco della sua vita da recluso e del mondo che annusa all'esterno. E che non gli piace. Pieno come e' di zombi rozzi e ignoranti che detengono il potere e hanno ridotto al nulla l'intelligenza dei secoli precedenti.
Il suo amore, Eve, che vive a Tangeri e frequenta in un baretto Christopher Marlowe, uno strepitoso John Hurt, lo va a trovare ("viaggio solo di notte, prima classe, uno scalo"). Non succhiano più il sangue dagli umani, che definiscono zombi, col vecchio metodo dei canini. Preferiscono bersi un drink di sangue comprato nei bicchierini da rosolio o nelle fiasche da whiskey.
Adam porta di notte Eve a vedere cosa rimane di Detroit e del suo antico splendore. Le fabbriche chiuse, il cinema più' grande del mondo usato come parcheggio. C'e' anche una fermata di fronte alla casa di Jack White ("Il piccolo Jack"). Altro che grande bellezza, qui e' scomparsa la civilta' e la cultura di chi ha vissuto il secolo scorso, per non dire i secoli precedenti.
L'arrivo di Ava, la fantastica Maria Wasilowska, portera' al disastro. Vampiro di Los Angeles ("la capitale degli zombi dice Adam) e' insaziabile di sangue e si succhia pure Ian, amico zombi e pusher di chitarre d'epoche di Adam. Cosi' i due vecchi vampiri partiranno per Tangeri.
Miglior film di Jarmusch dai tempi di "Dead Man", anche meno esangue del solito, avra' probabilmente da subito uno stato di culto che riposizionera' il regista tra i grandi, come merita. Tilda Swinton per le strade di Tangeri e nuda nel letto assieme al suo amore, e' meravigliosa.
Tutto il film e' pieno di grande musica e stravaganze musicali, spaziando dal folk ai Black Rebel Motorcycle Club ("Red Eyes and Tears"), con un folle omaggio ai vecchi Hot Blood ("Soul Dracula", che i vampiri vedono in tv), dagli Y.A.S. ai Kasbah Rockers. Ma ci sono anche esibizioni di gruppi di Detroit e di una bella cantante a Tangeri. Come se la musica e l'amore fossero le sole nostre consolazioni.
Fra gli ultimi film di Un Certain Regard, ci arriva un curioso western di ambientazione curda, "My Sweet Pepper Land", diretto da Hiner Saleem e prodotto da Robert Guediguian con ben 2 milioni e mezzo di euro, dove seguiamo il valoroso Baran, interpretato da Korkmaz Arslan, eroe della guerra per l'indipendenza curda, nella sua missione di sceriffo di una turbolente citta' di frontiera fra Iran, Iraq e Turchia, Erbil. Nel suo ufficio Baran trova i cappelli e le foto dei tanti sceriffi che lo hanno preceduto e hanno fatto tutti una brutta fine.
"A te speriamo di poterne fare una prima che ti sparino" gli dicono allegramente. Il paese e' dominato da un signorotto, Aga Azzi, che comanda una banda di trafficanti armatissimi che portano medicine e droghe da un paese all'altro. Questi sono in guerra con un gruppo di agguerritissime guerrigliere curdo-mussulmane, tutte bellissime, che ancora combattono.
"Politicamente non sono d'accordo con loro, ma moralmente si" dice Govend, l'unica persona che si schieri a fianco di Baran, la maestrina del posto, la bellissima star irachena Golshifteh Farahani, che proprio per questo e' malvista dai cattivi che le aizzano contro la popolazione.
La situazione e' identica a quella di celebri western come "Sfida infernale" o "Sfida all'O.K. Corral". Baran ha pure un cavallo, ma porta il mitra al posto delle pistole. Il film e' pero' pienamente cosciente di tentare una operazione anche ironica su una tragedia di dimensione cosi' vaste per alleggerire il tanto dolore fra commedia e cinema di genere. Finira' ovviamente come un western, a pistolettate. "Non faccio compromessi con nessuno" dice Baran concludendo il suo lavoro e riportando la pace nella valle.
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