LA CANNES DEI GIUSTI - UNA GIUSTA DOSE DI FISCHI HA ACCOLTO IL BUON GIALLO DA SERATINA INVERNALE IN TV DEL CANADESE ATOM EGOYAN - NOTEVOLISSIMO, INVECE, UN ALTRO GIALLO, DIRETTO E INTERPRETATO DA MATHIEU AMALRIC

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Marco Giusti per Dagospia

Cannes terzo giorno. Vabbe'. Si comincia male. Una giusta dose di fischi ha accolto il buon giallo da seratina invernale in tv, ma inconcepibile da trovare in concorso a Cannes, "The Captive" del canadese Atom Egoyan, che lo ha scritto con David Fraser e vanta anche un buon cast fra Ryan Reynolds e la stupenda Rosario Dawson.

Proprio in questi giorni in Italia e' uscita il giallo precedente di Egoyan, "Devil's Knot", dedicato a un vero caso, mai risolto, di bambini scomparsi e ritrovati uccisi brutalmente in quel di Memphis. Magari questo e' piu' originale e piu' riuscito, ma non sembra che Egoyan, passato dal cinema d'autore al giallo d'autore, sia piu' un autore di punta nel panorama internazionale.

Qui, con una costruzione che spazia temporalmente su piu' livelli, seguiamo un altro caso, ma ideato da Egoyan, quello di Cassandra, una bambina di 9 anni scomparsa a Niagara Falls, nell'Ontario. Il padre l'aveva lasciata in macchina per comprare una torta e non l'ha piu' ritrovata. Mistero. Se ne occupano i poliziotti Rosario Dawson e Ryan Reynolds per otto lunghi anni.

Ma non e' un caso facile. La ragazza viene ritrovata sul web, ormai grande che fa da esca, comandata da un gruppo di maniaci pedofili per adescare altre ragazze. Non solo, la mamma, Tina, viene filmata come in un reality e spaventata con piccoli artifici, un dentino della bambina, una coppa da pattinatrice sul ghiaccio.

La verita' e' che Cassandra e' finita in una specie di reality per depravati che si divertono con la sofferenza dei genitori lontani dai bambini. Un teatrino, insomma, costruito sulle note de "Il flauto magico" mozartiano in mezzo alle nevi dell'Ontario. Elegante, ben girato e interpretato, ma davvero inutile in concorso in un festival. Kevin Durand e Mireille Einos sono i cattivi, Scott Speedman il padre, Alexia Fast Cassandra adulta.

Notevolissimo, invece, a "Un certain regard", un altro giallo, "La chambre bleue", tratto addirittura da Georges Simenon e diretto e interpretato con grande intelligenza e sensibilita' da Mathieu Amalric. Per oltre mezz'ora non sappiamo perche' il protagonista, lo stesso Amalric, che vive in provincia, a Les Varennes, vende macchine agricole, ha una moglie bionda e una bambina, e se la fa da quasi un anno con la focosa moglie del farmacista, la strepitosa Lea Druken, sia finito in galera e venga dipinto dalla stampa locale come un mostro.

Chi ha ucciso? Seguiamo la sua storia attraverso i rapporti della polizia, ma anche attraverso i suoi ricordi, che iniziano proprio con l'ultima volta che si e' visto nella stanza blue di un alberghetto con la sua amante e, dopo l'amore, si sono detti delle cose. Poi e' arrivato il marito di lei ed e' scappato.

Ma attenti alla goccia di sangue che lui perde dal labbro, attenti al drappo rosso che lei appende fuori dalla farmacia quando vuole vederlo, o all'asciugamano rosso che lui lascia sulla spiaggia dove e' andato con la famiglia.

Amalric e' uno dei pochi attori che possono interpretare tutto, anche il ruolo di Roman Polanski in "Venere in pelliccia". Qua c'e' molto Polanski, ma anche molto Hitchcock. Oltre a grandi scene di sesso, soprattutto nella parte iniziale, con lei che apre le gambe in continuazione e lui che e' come intrappolato. Proprio li'.

 

 

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