LA CANNES DEI GIUSTI – POTEVAMO PENSARE CHE L’ULTIMA OPERA DI WES ANDERSON, “THE PHOENICIAN SCHEME”, FOSSE UN ALTRO DEI SUOI FILM MACCHINOSI, STRACOLORATI, STRAFIRMATI, STRAPARLATI, STRAINUTILI. MAGARI PERÒ NON COSÌ NOIOSO - È TUTTO OVVIO E GIÀ VISTO. È UN PIACERE VEDERE BENICIO DEL TORO E IL CLUB DEI TRENTA INTIMI AMICI DI WES ANDERSON, DA BILL MURRAY A BENEDICT CUMBERBACTH SULLO SCHERMO, MA NON È PIÙ COSÌ MODERNO TUTTO IL CONTESTO CHE DOBBIAMO DIGERIRE PER VEDERLI IN AZIONE. QUANTO ALLA STORIA, NON LA TROVO NEMMENO COSÌ POLITICA. L’UNICA COSA BUONA È…

Marco Giusti per Dagospia

mia threapleton wes anderson cannes 2025 foto lapresse

Francamente inizio a preferire i film delle rassegne collaterali, asiatici e europei, soprattutto più poveri, a gran parte dei film americani in concorso che si stano rivelando molto, molto, molto deboli.

Potevamo pensare che l'ultima opera di Wes Anderson, "The Phoenician Scheme", scritto insieme all'amico di sempre, Roman Coppola, fotografato dallo strepitoso Bruno Delbonnel, con le musiche giuste di Alexander Desplat, fosse un altro dei suoi film macchinosi, stracolorati, strafirmati, straparlati, strainutili. Magari però non così noioso.

benicio del toro mia threapleton the phoenician scheme

Anche se, certo, i tre personaggi principali, il magnate gangster Zsa Zsa Korda (mix di Zsa Zsa Gabor e Alexander Korda) di Benicio Del Toro, che ci ricorda i tecnomagnati di oggi, la figlia suora ereditiera Leisl di Mia Threapleton, la figlia ventenne di Kate Winslet, bravissima, e il tutore esperto di insetti di Michael Cera sono molto carini e la continua commedia tra padre ateo e figlia cattolica fa spesso ridere.

E poi da quanto tempo non vedevamo Benicio Del Toro così ben utilizzato? Da quanto non vedevamo una suora che fuma la pipa? E la partita a basket tra Benicio e la coppia Tom Hanks e Bryan Cranston non vi piace? Ovvio che vi piace. Perché no?

mia threapleton benicio del toro the phoenician scheme

Ma il macchinoso, faticoso, plot, che ci riporta solo come storia, e non come ritmo, ai tempi del cinema inglese con delitti e gialli da risolvere di Basil Dearden, molto anni '60, si segue così a fatica, i continui cammei alla fine ti annoiano. E le borse sono già pubblicità.

Purtroppo il cinema di Wes Anderson sta diventando, e non da oggi, schiavo della sua estetica, dei colori giusti, degli abiti perfetti della Canonero, senza farci palpitare o sorprenderci mai.

È tutto ovvio e già visto, come già dimostrava nei suoi ultimi film, "Asteroid City", dal quale recupera la luminosa Scarlett Johansson coi pantaloni corti, e "The French Dispatch", dal quale recupera il Benicio Del Tor dell'episodio più riuscito, quello dello scultore galeotto innamorato di Lea Seydoux.

tom hanks e bryan cranston the phoenician scheme

Anche qui è un piacere vedere Benicio Del Toro e tutto il club dei trenta intimi amici di Wes Anderson, da Bill Murray a Benedict Cumberbacht sullo schermo, ma non  è più così moderno tutto il contesto alla Wes Anderson che dobbiamo digerire per vederli in azione.

Quanto alla storia, non la trovo nemmeno così politica. Lo avrebbe potuta essere, però,  anche le intuizioni sulla religione cattolica oggi così di moda si potevano sviluppare. L'unica cosa buona è che uscirà a fine mese anche da noi.

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