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Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Quarto giorno. Lo sapevamo che sarebbe accaduto. A soli sette minuti dall'inizio del suo film, Marion Cotillard piange solo vedendo la casa del suo amante Louis Garrell. Parte il flashback con lei che mostra la ciuffa riccia (ma non sara' proprio la sua) in un fiume della Provenza. E' una femmina pazza. Te pareva.
Il film, "Mal de pierres", diretto da Nicole Garcia e tratto da un romanzo sardo di Milena Agus, e' un melodrammone da prima serata che e' un po' insultante come piatto forte del concorso di Cannes la domenica mattina. La Garcia ha spostato la storia dalla Sardegna rurale alla Francia rurale del dopoguerra.
Siamo in Provenza e Marion Cotillard e' pazza d'amore per il suo professore, che le ha dato in prestito un libro. Come gli si offre, quello scappa a gambe levate e lei va fuori di testa. La mamma, piccola proprietaria, che non e' scema, la mette di fronte a una scelta. O si sposa un uomo solido come il catalano Jose', un tipo coi baffi poco espressivo, pure antifranchista, o se ne va in manicomio.
Si sposa, ma mette da subito le cose in chiaro con Jose', che siccome coi soldi della suocera mette su un impresuccia, abbozza. Solo che, quando lei scopre di avere i calcoli, il mal de pierres del titolo, e viene spedita a curarsi in Svizzera, li' incontra il bel tenente di Lione Louis Garrell che ha preso qualche malaccio in Indocina e si innamora un'altra volta.
Il tenente Garrell, che non puo' scappare, cede alla Cotillard, le mette pure una mano sulla ciuffa (ma non sara' quella sua), che altro poteva fare?, e gli promette che vivranno assieme appena lui si sistema. Il povero Jose' se la riporta a casa, ha pure costruito un bel villino sul mare nella Ladispoli della Costa Azzurra (sai quanto vale oggi...), e accetta pure un figlio che non e' suo.
Anche perche' Garrell, malgrado lei gli abbia scritto diecimila lettere, non ha mai risposto. A questo punto io sono scappato, ma i critici francesi sono rimasti. Non credo che con questo film la Cotillard possa essere competitiva per i premi, certo i francesi non ci fanno una bella figura.
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