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LA CANNES DEI GIUSTI – NON SO SE QUESTO MOLTO ATTESO “ROMERIA” PUÒ VINCERE, FORSE NON HA LE CARATTERISTICHE DA PALMA D'ORO, CERTO È MOLTO PIACIUTO AGLI SPETTATORI PIÙ GIOVANI. E' UN FILM LUMINOSO, CALDO, ATTUALE – IN QUESTO DISASTRATO FESTIVAL (IL PEGGIORE DEGLI ULTIMI ANNI), IL GRANDE TEMA DEI GIOVANI REGISTI È LA RISCOPERTA DELLA MEMORIA. CURIOSO CHE MENTRE EMERGE PREPOTENTE L’OTTUSITÀ DELLA AI, CIOÈ LA MEMORIA FINTAMENTE CONDIVISA, RUBATA A TUTTE LE MEMORIE PASSATE, LA GENERAZIONE PIÙ CREATIVA DEL CINEMA SI SIA CHIUSA NEL RECUPERO DELLA MEMORIA COME STORIA PERSONALE… - VIDEO
Cannes Romeria di Carla Simon
Marco Giusti per Dagospia
Qualcosa abbiamo capito alla (quasi) fine di questo disastrato festival, temo il peggiore di questi ultimi anni per qualità dei film in competizione.
Non sono il patriarcato, la condizione della donna, i problemi al femminile il grande tema dei giovani e delle giovani registe emergenti del momento, quelli sono superati, sono già inglobati dalla nuova narrativa, ma la riscoperta della memoria, perfino l'ossessione per la memoria più terribile della tossicità e dell'aids, delle malattia mediata dalla rilettura recente della pandemia.
È curioso che proprio in anni dove emerge prepotente l’ottusità della AI, cioè la memoria fintamente condivisa, cioè rubata a tutte le memorie passate, la generazione più creativa del cinema si sia chiusa nel recupero della memoria come storia personale, identità in un mondo sempre più senza identità.
Lo dimostrano tanti film visti a Cannes, "Alpha" della Ducournau e non solo, ma soprattutto questo molto atteso e poco riuscito "Romaria", opera terza della giovane galiziana Carla Simon, già vincitrice a Berlino con "Alcarras".
carla simon incinta con il cast di romeria a cannes
Qua una ventenne, Marina di Llucia Garcia, per poter ottenere la borsa di studio è studiare cinema a Barcellona, è costretta a tornare nelle isole Ciel, a Vigo, dove è nato e morto il padre, figlio di una ricca famiglia patriarcale del posto.
Dovrà chiedere ai nonni, gente di un altro secolo, di certificare la morte del padre e il fatto che è figlia sua. Eppure Marina non sa come è morto il padre e perché non sia mai andato a trovarla a Barcellona, dove viveva con la mamma, anche lei morta presto.
Quello che viene fuori, passo passo, grazie anche a un gatto misterioso che aiuta la ragazza, è la storia di una tragedia di amore tossico negli anni dell'aids, memoria che la famiglia ha cercato di nascondere per tanti anni.
Marina prende coscienza della sua storia e della memoria sentimentale dei genitori che le era stata negata e scopre luoghi che non può non amare. Bello, umano, è il film autobiografico della Simon.
Non so se può vincere, forse non ha le caratteristiche da Palma d'oro, certo è molto piaciuto agli spettatori più giovani. E' un film luminoso, caldo, attuale.
Elegantissima la fotografia di Hèlène Louvart, che sta fotografando tutti o quasi i film diretti dalle registe, come "Eleanor the Great" di Scarlett Johansson.
carla simon incinta con il cast di romeria a cannes
romeria
romeria di carla simon
romeria
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