DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Quinto giorno. Dopo una settimana di qualche buon film sparso in un mare di noia mortale, tra lebbrosi egiziani in carrozzella, lesbo-keniane in grossa crisi, drammoni gay anni 90 adorati dai Cahiers, lacrime sulla tomba di Truffaut, il funerale in sala grande del divino Godard, red carpet moscetti, contraddizione totale tra chi ha regalato il festival a stilisti e marchi forti e poi mette il divieto ai selfie, voglia di farci dimenticare che fino a un anno fa Cannes era territorio di caccia di Harvey Weinstein che la faceva da padrone assoluto, uscendo dal concorso finalmente si respira.
Stamane un applauso liberatorio ha salutato alla Quinzaine la prima vera sorpresa di Cannes 2018. Le monde est a toi con Karim Leklou, Isabelle Adjani, Vincent Cassel e una serie di giovani talenti per noi ignoti, rilettura dei temi tarantiniani in salsa francese videoclippare. Ma di gran divertimento anche perché Gavras junior si concede il lusso di farci divertire col narcotraffico, il rap, le canzoni sceme francesi, il politicamente scorretto legato all'Isis, alle gang maghrebine.
Il film segue il desiderio di Francois, Karim Leclou, figlio della durissima Danny la Adjani, che sogna di diventare il distributore ufficiale della leccornie Me Freeze nell'Africa del Nord. Ma per farlo, assieme al suo socio svalvolato Vincent Cassel, fissato con gli Illuminati e i programmi alla Giacobbo, deve prima fare un traffico di droga a Marbella. Ma le cose non vanno come devono andare e Francois e compagnia si ritroveranno in un mare di guai. Arriverà pure mammina. Cassel e Adjani favolosi.
Grandi applausi sentiti. Poi torni ai film della selezione ufficiale e ri ritrovi la cappa di sfiga della Cannes 2018. Ecco nel deludente Gueule d'ange di Vanessa Filho, opera prima, Un Certain Regard, una Marion Cotillard bionda, un bel po' mignotta e ancora più ubriaca che semina il panico in una cittadina della costa azzurra. Troppo presa da alcool e sesso, viene sorpresa dall'uomo che stava sposando mentre si sta scopando un tizio in cucina durante la festa.
Come se non bastasse seguita per la cattiva strada non preoccupandosi affatto degli effetti della sua cattiva condotta sulla figlia, la piccola Elli, Ayline Aksoy-Etaix, che non solo è senza padre, ma vive con una madre assente e scrittura. Una notte scompare e lascia la piccola sola. Si attacchera' a un simil padre, il giostraio Julio AlbanLenoir, non solo di buon cuore ma anche malato di cuore. Drammone poco sopportabile interessante solo per i fan della Cotillard, anche se questo biondo non è quello di Roberto D'Antoni, come quello di Jasmine Trinca l'anno scorso in Fortunata.
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