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il cast di mektoub my love a cannes
Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Il sedere di Ophelie Bau ha lasciato il segno. Se la maggior parte dei critici ha massacrato Mektoub My Love-Intermezzo, per non parlare di chi ha bollato il suo regista, Abdellatif Kechiche, di voyeurismo maschile, sulle pagine di Liberation si è levata una difesa a oltranza che arriva a esaltare il film paragonandolo a La region central di Michael Snow, capolavoro del cinema sperimentale.
Canto d'amore alla giovinezza e al corpo soprattutto della sua protagonista, proprio lei Ophelie Bau, ha preferito non presentarsi però stamane alla conferenza stampa del film con la scusa che stava girando. Evidentemente le domande inevitabili sulla scena chiave dei 12 minuti di sesso orale, devono averla imbarazzata più che girarla.
Kechiche ha difeso a spada tratta il suo film, che promette anche una terza parte. "Cerco di mostrare quello che mi fa vibrare, dei corpi, dei ventri. La cosa più importante per me era celebrare la vita, l'amore, il desiderio, la paura, la musica, il corpo e tentare un'esperienza cinematografica più libera possibile".
Grandi applausi alla Quinzaine des Realisateurs oggi per Zombi Child di Bertrand Bonello, complesso horror movie moderno che cerca di fondere una forte critica all'imperialismo francese con le storie superclassiche del voodoo haitiano e del terribile Baron Samedi. Poteva uscire un film bizzarro ma confuso, invece Bonello riesce a ben dosare i suoi elementi unendo all'interno di un collegio femminile per figlie di cittadini premiati con la Legion d'onore una ragazza haitiana nipote di in vero zombi degli anni 60, una ragazza bianca invasata dall'amore per un ricciolone e dotte lezione sui valori e sui significati della Rivoluzione francese.
Il tutto mentre assistiamo alla zombificazione e alla resurrezione del nonno della ragazza haitiana. Bonello unisce al tutto variazioni horror, musica moderna da teen movie intelligente. Ma non perde mai il controllo del racconto.
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