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Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Quinto giorno. Tutti a piangere alla fine di "Loving" di Jeff Nichols, il film piu' commovente del festival, passato stamattina per la stampa e in concorso. E credo che abbia anche riscosso gli applausi piu' sentiti dei critici. Non so se e' il grande film che da anni Jeff Nichols, dopo "Take Shelter" e "Mud", cerca di costruire per raccontare la realta' profonda del proprio paese.
Certo che, pur partendo da un celebre fatto di cronaca a cavallo tra la fine degli anni '50 e i primi '60, cioe' i problemi che ebbe con le leggi della Virginia la prima coppia mista che si sposo' regolarmente, i Loving, Jeff Nichols sembra anche molto interessato, come negli altri film, alla costruzione di una immagine americana.
Partendo dalla pittura, dal cinema e dalla fotografia del tempo, non a caso e' citato il servizio di "Life" che ritrae i Loving come una normale coppia sposata, Nichols si avvicina piu' a certi artisti americani contemporanei che lavorano sulla "ricostruzione" visiva, mischiando o meticciando i generi, che a molti dei suoi colleghi registi. La densità della sua messa in scena visiva gli permette di ottenere miracoli dai suoi attori, in questo caso gli strepitosi Ruth Negga (subito un premio) e Joel Edgerton (qui quasi irriconoscibile).
Perche' anche loro si adattano alla ricerca sulla immagine americana di Nichols, da anni attento a non usare il digitale ne' alcun tipo di trucco visivo e alla ricerca quasi sperimentale e ossessiva sull'immagine. Questo puo' rendere i suoi film un po' inerti, ma quando riesci a entrare in contatto col suo mondo non puoi che riconoscergli di essere ormai uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo.
Stavolta ha dalla sua anche una storia meravigliosa e profonda basata sull'amore, loving, non solo tra le persone, ma anche tra le persone e la loro terra. Mildred, cioe' Ruth Negga, vuole da subito ritornare a casa, crescere i suoi bambini nella sua terra, la Virginia. E' il suo sguardo a rendere il panorama cosi' intenso. Purtroppo i razzisti della Virginia non glielo permettono.
Se la coppia fara' ritorno a casa verra' subito rispedita in prigione. Il calvario dei Loving potrebbe benissimo finire se il marito bianco chiedesse il divorzio, ma Richard Loving ama sua moglie naturalmente e altrettanto naturalmente intende costruire la loro casa proprio a 800 metroi da dove lei e' cresciuta.
Saranno i tempi cambiati, le grandi battaglie per i diritti civili a risolvere l'assurda odissea dei Loving e a riportarli a casa in in finale dove tutto tornera' dove doveva essere, Col marito che costruisce mattone su mattone la casa insieme a tutta la famiglia nei campi della Virginia. La verita' e l'importanza della storia della coppia e il suo significato sociale riescono a dare a Nichols una forza in piu' che mancava ai suoi precedenti film, forse troppo sperimentali e concettuali.
loving di jeff nicholsloving di jeff nichols
Senza pero' che perda alla fine nulla della sua idea di cinema. Certo che tra "Paterson" di Jim Jarmusch e "Loving" di Nichols gli americani sembrano alla ricerca di una limpidezza morale e visiva, diciamo anche di una poetica, che il mondo di oggi e il cinema americano di oggi sembrano non piu' possedere. Grande film.
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