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LA CANNES DEI GIUSTI – “WOMAN AND CHILD”, SCRITTO, DIRETTO E PRODOTTO DA SAEED ROUSTAYI, È UN MÈLO IRANIANO FIAMMEGGIANTE CON CONTINUI PROBLEMI MORALI E CONTINUE ESPLOSIONI SENTIMENTALI DEGNO DEL MIGLIOR CINEMA NAPOLETANO DELLO SCORSO SECOLO - STREPITOSA LA PROTAGONISTA, LA BELLISSIMA PARINAZ IZADYAR, CHE ELEGGO A MIA VINCITRICE IDEALE DEL FESTIVAL - VIDEO
Cannes. Woman and Child di Saeed Roustayi
Marco Giusti per Dagospia
E’ un mèlo iraniano fiammeggiante con continui problemi morali e continue esplosioni sentimentali degno del miglior cinema napoletano dello scorso secolo con una strepitosa protagonista, che eleggo a mia vincitrice ideale del festival, la bellissima Parinaz Izadyar, che può solo recitare con occhi, sopracciglia e ovviamente battute questo “Woman and Child”, scritto, diretto e prodotto da Saeed Roustayi, che è stato accolto con grandi ovazioni nel concorso.
Il regista, Saeed Roustayi è al suo quarto film, l’ultimo, “Leila's Brothers”, venne presentato a Cannes e fruttò a lui e al suo produttore dal tribunale di Teheran la condanna a sei mesi di reclusione per « aver contribuito alla propaganda dell'opposizione contro il sistema islamico”.
Politicamente, in questo caso, non vedo molto, a parte l’idea, molto forte di una società completamente concentrata sulla famiglia, sulla sorellanza, sul rapporto madre-figli.
Il resto, il potere maschile, conta poco. Dire solo questo potrà essere un rischio? Speriamo di no.
La bella vedova con due figli Manhaz, Parinaz Izadyar, vive con la vecchia madre e la sorella più giovane.
Lavora come infermiera all’ospedale e è fidanzata con un portantino manolesta, Hamid, la star iraniana Payman Maadi, che si arrangia come può. Ma quando c’è da presentare la donna e la sua famiglia ai genitori, si scopre che Hamid fa il doppio gioco. Punta cioè a sposare la ragazza più giovane, cosa che scoprirà presto Manhaz.
Ma Manhaz deve affrontare una prova ancor più dura, perché cade dal terrazzo di casa dei vecchi suoceri e muore all’ospedale il suo adorato figlio teenager, Aliyar.
In un primo tempo Manhaz incolpa Hamid dell’accaduto, e il fatto che qualcuno avesse rivelato al ragazzo il matrimonio della mamma.
Ma poi si viene a sapere che è stato il suocero, che lo mena in continuazione, a farlo scivolare dalla finestra. Manhaz elabora il lutto cercando vendetta sul mondo maschile che la circonda.
Un ispettore scolastico che ha punito il ragazzo, Hamid, il suocero che, d’accordo con Hamid, cerca di toglierle anche la figlia piccola. E intanto si scopre che la sorella è incinta.
Nella bellissima scena finale, costruita visivamente a più livello di triangolazioni di sguardi, Manhaz ritroverà la pace in famiglia proprio con il bambino appena nato della sorella. Poco si vede di cinema iraniano.
“Woman and Child”, anche se un po’ lungo, è ben scritto e ben costruito e può vantare una grande protagonista.
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