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Estratto della relazione di Pierluigi Panza pubblicata da Dagospia
Nel 2022 si celebra l’anniversario del più grande scultore italiano dell’Ottocento, Antonio Canova, colui che nel 1815 riportò in Italia le opere d’arte sottratte da Napoleone. La Biblioteca di Bassano del Grappa conserva la più grande raccolta al mondo di documenti manoscritti di Antonio Canova, composta dal suo epistolario (6.658 lettere), dai quaderni di appunti e da altri scritti. Nella relazione di presentazione alla digitalizzazione presentata ai Musei civici di Bassano del Grappa da Pierluigi Panza, un capitolo è stato dedicato anche al rapporto tra il grande scultore e le donne. Ecco questa parte della relazione.
“Omo senza lettere” si definiva Canova che, in realtà, ha scritto molto. Dalle lettere si definiva anche omo senza donne. Ma è proprio vero? L’argomento emerge soprattutto da lettere che si conservano presso altri archivi. “Moglie spero di non prenderla più, o almeno se lo dovessi fare la prenderei avanzata, per poter vivere sempre quieto ed attendere alla mia arte, che tanto a me che esige tutto l'uomo senza perdere un momento” scrive in una lettera a Giuseppe Falier il 20 dicembre 1794. Una donna in età avanzata (anziana), per non disturbarlo.
E ancora: “Mi sembra impossibile che Lei si mantenghi ancora nella credenza ch'io sia amogliato, non lo sono, non faccio l’amore con ragazze nubili, e nemeno con maritate, anzi mi avanzo a dirgli che pocchi celibi viverano lontani dalle done come fo io”, scrive sempre al Falier il 2 marzo 1782, quando ha 25 anni!
Ma è proprio così? No, ha avuto storie con donne. Una è la delusione amorosa di fine Settecento con Domenica Volpato, figlia dell’artista suo amico, una donna “che è una bellezza”, scrive. La quale, però, si dichiarò innamorata dell'incisore collega napoletano Raffaello Morgen. Poi c’è una tale Lauretta, lasciata prima della partenza a Roma nel 1779. Vi furono poi Delphine de Custine, nobildonna francese con la quale lo scultore intrattenne un carteggio densissimo, oggi diremmo una chat a sfondo sessuale e Juliette Récamier, considerata dal Canova bella “comme une statue grecque que la France rendait au Musée Vaticain”, ma la Récamier, alal fine, concesse la propria mano a Benjamin Constant.
Su questo tema, l’archivio digitalizzato di Bassano del Grappa presenta anche tre lettere di Bianca Milesi a Canova (BCB, Epistolario Canova, VI.665.3929, 14/6/ 1816). Il salotto della Milesi era popolato da carbonari. Dalla Milesi Canova riceveva informazioni su Minette d’Armendariz, la sua donna più ricordata, alla quale era stato sentimentalmente legato nel 1812.
Nella primavera del 1812, trovandosi a Firenze, Canova conobbe Minette Alavoine de Bergue, giovane di origine franco-tedesca: ci fu subito una tale corrispondenza di sentimenti che il barone spagnolo generale Armendariz si dichiarò disposto allo scioglimento della promessa matrimoniale. Ma Canova, al solito, tergiversò troppo e abbandonò i progetti matrimoniali. Lei si sposò e seguì il marito in Spagna. Canova, tuttavia, continuò a chiedere notizie di lei alla Milesi, che faceva da “tramite”, un po’ come quelli che oggi seguono sui social networks le storie delle loro ex.
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