carla bruni

CARLÀ DALLA À ALLA ZETA - LA BRUNI SI RACCONTA: ‘SE NICOLAS MI TRADISSE? SAREI CAPACE DI TAGLIARGLI LE ORECCHIE E LA GOLA NEL SONNO. MA SAREBBE UN CRIMINE PASSIONALE, USCIREI PRESTO DI PRIGIONE E MI METTEREI A FARE LA VEDOVA ALLEGRA. SCHERZI A PARTE, CI RIMARREI MALISSIMO. PREFERIREI NON SAPERE. SONO UNA MOGLIE INNAMORATA. SONO ITALIANA’ - LA FAMA, LE PASSERELLE, VERSACE, LA MUSICA, JAGGER, LE CONFESSIONI DELLA MADRE, I FILM DELLA SORELLA

carla bruni vintage

 

Gloria Satta per ‘Grazia

 

Mi accoglie con una spremuta d’arancia e mi dà subito del tu, anche se non ci siamo mai viste, invitandomi a fare altrettanto: ecco spiegata la forma insolita, un po’ confidenziale, dell’intervista che state per leggere. Mi aspettavo una donna algida, sicura di sé, piuttosto formale. Invece al nostro primo incontro, in un hotel di Parigi appartato e signorile, Carla Bruni mi spiazza. Gentile, disinvolta, allegra, non mi sembra affatto sulla difensiva.

 

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Mi dà piuttosto l’idea di una perfetta padrona di casa pronta ad aprirmi la porta sulle sue emozioni con naturalezza, eleganza, autoironia. «Ti avverto, sono una chiacchierona», esordisce divertita. Lo stile è sobrio, anzi minimal: jeans, giacca di maglia, scarpe stringate. Tra le dita tiene una sigaretta elettronica. Unico gioiello visibile, la fede donatale dal marito, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy.

 

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Carla dalle mille vite: sempre ammirata, invidiata, discussa, emigrò in Francia con la sua ricca famiglia quand’era una bambina, poi negli Anni 90 del secolo scorso è stata una delle top model più richieste, ha vissuto amori da copertina con le rockstar Eric Clapton e Mick Jagger, nel 2001 ha avuto un figlio, Aurélien, con il filosofo Raphaël Enthoven senza sposarlo, s’è inventata una nuova carriera e ha avuto successo come cantautrice. È stata costantemente al centro dell’attenzione.

 

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Anche quando, già adulta e famosa, ha scoperto di essere la figlia biologica di Maurizio Remmert, amante della madre pianista Marisa Borini mentre era sposata con l’industriale Alberto Bruni Tedeschi. Nel 2008 Carla è diventata la moglie di Sarkozy, ha avuto da lui la piccola Giulia, 6 anni tra poco, e fino al 2012 ha ricoperto in modo ineccepibile il ruolo di première dame di Francia, rinunciando ai concerti: «Ma quattro anni passano in fretta», dice minimizzando il suo sacrificio.

 

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Carla ha recuperato il tempo perduto: il 6 ottobre esce il suo quinto album French Touch, composto da 11 cover, brani famosi riproposti dalla sua voce fumosa, intima, sexy. Stili ed epoche si mescolano, si va da Enjoy the Silence dei Depeche Mode a Miss You dei Rolling Stones, The Winner Takes It All degli Abba, Jimmy Jazz dei Clash, Highway to Hell degli AC/DC, Moon River, colonna sonora del film Colazione da Tiffany.

 

«È stato il leggendario produttore musicale David Foster a convincermi a cantare in inglese», mi spiega mentre un lampo di soddisfazione le attraversa gli occhi azzurri. Carla, che compirà i 50 alla fine dell’anno, ride spesso e ripete con civetteria «quando ero giovane». Sembra appartenere a un altro pianeta la ragazza privilegiata e trasgressiva che posava nuda per i grandi fotografi e proclamava: «La monogamia è noiosa».

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Ma ogni tanto il passato fa capolino: insieme con Naomi Campbell, Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Helena Christensen, Bruni ha di recente partecipato a Milano alla sfilata organizzata da Donatella Versace per celebrare i 20 anni della morte del fratello Gianni. Il colpo d’occhio delle cinque top di ieri ha ricordato a tutto il mondo che il carisma non ha età.

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Che effetto fa ritrovare le tue ex colleghe di passerella?

«Ho provato commozione e nostalgia anche perché oggi non siamo più ragazze. La musica di George Michael, che un tempo accompagnava le nostre sfilate, il ricordo di Gianni Versace, l’amicizia di Donatella: che momento! Non sapevo se ridere o piangere».

E se ripensi a te stessa negli Anni 90, quando furoreggiavi nella moda e nel jet set, che sentimenti provi?

«Tenerezza per la giovinezza che non tornerà. E riconoscenza per la fortuna che ho avuto. Non me ne sono lasciata scappare nemmeno una briciola».

 

Parliamo del futuro: i 50 anni che compirai il 23 dicembre sono un punto di arrivo o un pensiero da rimuovere?

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«Entrambe le cose. Ho la sensazione di aver raggiunto un traguardo: nel secolo scorso la speranza di vita di una persona era di 34 anni, oggi 90. E questo pensiero fa passare in secondo piano il corpo che si trasforma».

 

Ma ti senti molto cambiata?

«Sono maturata. Se vogliamo dirla tutta, sono invecchiata. Ma non si cambia mai veramente».

 

Nel brano Enjoy the Silence canti: «Tutto quello che ho desiderato è qui con me». Vale anche nella vita?

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 «Certamente. Oggi non desidero niente di più di quello che ho, ma di sicuro vorrei morire prima dei miei figli, di mio marito, di certi amici che amo. Non sopporterei la perdita delle persone care. Da giovane, invece, ero un groviglio di desideri confusi».

 

Che cosa ti spingeva a lavorare, girare il mondo, frequentare le persone famose? «Cercavo la riconoscibilità, il successo, la luce. Ma al tempo stesso inseguivo la solitudine e la pace».

 

La notorietà non porta quasi mai la pace.

«È vero, il più delle volte porta la guerra».

 

Ti senti una donna in guerra?

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«Non lo sono dentro di me, ma all’esterno può apparire il contrario».

 

Pensi che gli altri abbiano un’immagine sbagliata di te?

«È inevitabile che ti vedano come non sei. Io vengo considerata fredda, distante, ma sono molto diversa. Vivo di passioni. Sono italiana».

 

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Quando tuo marito non ha potuto ricandidarsi alla presidenza, ti è dispiaciuto non tornare a essere la première dame o ti sei sentita sollevata?

«Sono stata entusiasta di entrare all’Eliseo nel 2008, ma anche di uscirne. È stata un’esperienza eccezionale, un periodo appassionante e trepidante in cui ho imparato ad apprezzare mio marito ancora di più per il modo in cui ha fatto il presidente. Ma alla fine del mandato mi sono sentita sollevata, e soprattutto per lui».

 

Che cosa hai imparato vivendo nel cuore del potere?

«A nascondermi. All’Eliseo c’è troppa luce. Ho sentito subito l’esigenza di proteggere la mia famiglia».

 

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Lontano dalla politica è più facile coltivare l’amore?

«Senza la politica la nostra vita è più facile. Ma la storia tra Nicolas e me è potentissima, perché fin dall’inizio è stata particolare: io avevo 40 anni, lui veniva da due divorzi. Eravamo due persone mature e consapevoli. L’amore ha aggiunto colore alle nostre vite e non ha niente a che fare con la condizione o il luogo in cui ci troviamo».

 

 

Che cosa ti ha dato tuo marito che non avessi già avuto dagli altri uomini?

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«Quando ho incontrato Nicolas ero decisa a non sposarmi mai. Volevo rimanere libera per fare le mie cose, scrivere, cantare. Avevo già un figlio. Nicolas ha ribaltato le mie certezze. Mi ha fatto sentire protetta, come nell’infanzia».

 

Hai dato qualche consiglio a Brigitte, la moglie dell’attuale presidente Emmanuel Macron?

«Nicolas e io siamo stati a colazione da loro. Ho frequenti scambi con Brigitte, che non ha bisogno dei miei consigli. Le ho solo raccomandato di non prendersela per gli attacchi contro di lei e il marito: non sono diretti alle persone, ma alla funzione che ricoprono. Trovo comunque assurdo l’accanimento che c’è stato nei confronti dell’età di madame Macron: più grande del presidente di 24 anni, è un bel simbolo di libertà per tutte le donne».

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Nel brano Stand by Your Man canti: «A volte è difficile essere donna». Lo pensi davvero?

«Sì, sì. La scrittrice Françoise Giroud sosteneva che un uomo ha sempre una donna che si occupa di lui, ma non vale il contrario. Senza contare che noi dipendiamo dal nostro corpo: siamo destinate a perdere la bellezza, che nella nostra cultura è importante. Possiamo avere figli fino a una certa età, ci trasformiamo con la maternità, esperienza bellissima ma sconvolgente».

 

Hai trovato differenze tra la prima e la seconda?

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«Quando sono rimasta incinta di Giulia avevo 43 anni, ho perso i capelli, mi sono preoccupata fino all’ultimo che la piccola nascesse sana. La grande felicità di essere una madre tardiva è stata accompagnata da una certa dose di inquietudine».

 

Che tipo di mamma sei?

«A tutti gli effetti italiana. Sono ansiosa, affettuosa, presente. I ragazzi mi rimproverano di essere appiccicosa. Ma non mi cambierei».

 

Tuo figlio si confida con te?

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«Aurélien ha 16 anni e sta diventando un uomo, vuol fare il paleontologo e ha fondato un canale YouTube molto seguito. È ancora molto dolce e affettuoso, mi racconta tutto. Chissà se lo farà quando crescerà».

 

Senti di somigliare a tua madre Marisa?

GIANNI VERSACE CON NAOMI CAMPBELL E CARLA BRUNI

«Fisicamente, ma nel carattere lei è simile a mia sorella Valeria: loro non conoscono i limiti, io non posso farne a meno. La mamma è eccentrica. Io sono posata».

 

Ha fatto male tua madre a rivelare nell’autobiografia i suoi segreti?

«No, è una donna eccezionale e ha fatto benissimo a scrivere il libro in cui tra l’altro ha raccontato la sua vita scandita dagli orrori della guerra, dalle difficoltà, dallo strazio per la morte di mio fratello Virginio (portato via dall’Aids nel 2006, ndr). Mi sono commossa».

 

È vero che hai chiesto il permesso al tuo antico amore Mick Jagger di cantare Miss You?

«No, non si chiede il permesso per una cover. Invece mi sono sentita felice quando i Rolling Stones hanno espresso il loro apprezzamento per il mio lavoro».

 

Marysa Borini Bruni Tedeschi carla bruni

Che rapporto hai con la tua immagine?

«In un’epoca dominata dall’esibizionismo, ho capito che c’è una bella differenza tra quello che siamo e il modo in cui ci vedono gli altri. All’inizio ho provato a controllare la mia immagine, ma è un’impresa impossibile. Se arrivi a sdoppiarti, puoi gestire meglio la vita».

 

Sembri sicura di te, ma sei mai ansiosa?

«Lo sono se penso alla morte, alla malattia, alla tristezza. Ma stempero questo stato d’animo con l’allegria».

 

Una delle cover del tuo album è Perfect Day: qual è il tuo giorno perfetto?

«Quello dominato dal sole, dal silenzio, dalla pace. Un giorno di vacanza, in questo periodo piuttosto raro».

 

Tua sorella Valeria sta girando un nuovo film in cui c’è anche il personaggio di sua sorella, interpretato da Valeria Golino: tutti penseranno a te. Ti fa piacere o ti disturba che la vostra famiglia finisca sullo schermo?

MARISA BRUNI TEDESCHI CON LE FIGLIE VALERIA E CARLA

«Golino è un’attrice fantastica. Ma quel personaggio non sono io. Verità e finzione si sovrappongono. I film diretti da Valeria affondano le radici non tanto nella nostra famiglia quanto nell’immagine che ne ha lei».

 

Che cosa non sopporti?

«Il disprezzo, la cattiveria, la vigliaccheria».

 

Ti ritieni una persona ambiziosa?

«Da ragazza volevo il successo a tutti i costi. Era un’ambizione superficiale, dettata dalla vanità. Oggi che sono un personaggio pubblico convivo bene con la mia notorietà, non ne vedo i lati negativi».

CARLA E VALERIA BRUNI TEDESCHI

 

 Le qualità di cui vai più fiera?

«La fedeltà, non solo coniugale ma anche nelle amicizie. La pazienza. E, non vorrei sembrare presuntuosa, mi riconosco la gentilezza».

 

Come reagiresti di fronte a un tradimento del tuo uomo?

«Sarei capace di tagliargli le orecchie e la gola nel sonno. Ma sarebbe un crimine passionale, uscirei presto di prigione e mi metterei a fare la vedova allegra. Scherzi a parte, ci rimarrei malissimo. Preferirei non sapere. Sono una moglie innamorata. Sono italiana»

 

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