VANITY DA OSCAR! DA BRIE LARSON A HELEN MIRREN, DA CATE BLANCHETT A VIOLA DAVIS (LA PRIMA CINQUANTENNE NERA A GUADAGNARE LA COVER): LE MAGNIFICHE 13 SULLA COPERTINA-MANIFESTO DI ''VANITY FAIR'' CONTRO TUTTI I PREGIUDIZI: ETÀ, CONTRATTI, RUOLI

Silvia Fumarola per “la Repubblica”

vanity fair hollywood issue

Diverse tra loro, unite dal cinema. Ormai la copertina dell’edizione americana di Vanity Fair dedicata a Hollywood (l’Hollywood issue) che da vent’anni anticipa gli Oscar, è diventata un classico: è una foto di Annie Leibovitz, pieghevole, su tre pagine, che riunisce le star.

Nell’anno della rivolta, in cui le attrici protestano per i salari più bassi rispetto ai colleghi uomini (ultima la battagliera Jennifer Lawrence a sollevare il problema che le major fanno sentire in colpa le donne che chiedono una paga adeguata ai milioni di dollari che fanno incassare), e l’Academy è sotto attacco perché dei 20 attori e attrici candidati nemmeno uno è nero, 

Vanity Fair fa una scelta di campo. Il numero che esce oggi, contro i pregiudizi, punta sulle donne giocando sulle diversità, riunendo le attrici dell’anno, concentrato di talento e personalità.

VIOLA DAVIS

Se Hollywood scarta le donne con le rughe ma regala agli uomini che hanno superato i 60 anni ruoli da sex symbol, la rivista mette insieme donne con visi che raccontano una storia, Jane Fonda, Helen Mirren, Diane Keaton (che ha scelto di indossare i suoi vestiti preferiti, compresa la bombetta nera),

Charlotte Rampling, con le ragazze dell’ultima generazione, Saoirse Ronan, Brie Larson e la Lawrence. Così le “magnifiche tredici” diventano il simbolo, ognuna a modo proprio, dell’apertura contro tutti i pregiudizi: sull’età, i contratti, i ruoli.

vanity fair hollywood issue 2

Un mix che funziona e che, come sottolinea il Guardian, spiega bene come l’industria stia cambiando: Viola Davis è la prima cinquantenne nera a guadagnare la copertina (in genere vengono scelte attrici molto più giovani). Signora di grande personalità, deve il suo successo alla serie tv Le regole del delitto perfetto.

Mentre Lupita Nyong’o, partita con un Oscar come miglior attrice non protagonista in12 anni schiavo non ha più avuto parti notevoli; ha recitato in Star Wars: Il risveglio della forza peccato che indossi una tuta e non si veda. Anche Gugu Mbatha-Raw, pluripremiata, non ha avuto grande occasione di esprimere il suo talento nel film fantascientifico Jupiter – Il destino dell’universo.

viola davis

Tutte vestite di nero, perché l’attenzione sia concentrata sui volti, belli, seri, consapevoli, che esprimono forza, vincitrici e candidate all’Oscar, stelle nascenti e icone del cinema mondiale - Jane Fonda, Cate Blanchett, Viola Davis, Jennifer Lawrence, Charlotte Rampling, Brie Larson, Rachel Weisz, Lupita Nyong’o, Alicia Vikander, Gugu Mbatha-Raw, Helen Mirren, Saoirse Ronan e Diane Keaton - stanno lì a dimostrare che la battaglia continua.

rachel weisz

Puoi essere stata la regina delle commedie di Woody Allen, ma oggi l’indimenticabile Annie Hall, la ragazza che tutte avrebbero voluto essere, regina delle commedie, non ha ruoli. Diane Keaton (l’unica della copertina che sorride) è apparsa, scrive il Guardian «nella dimenticabile commedia delle feste Natale all’improvviso»,

lupita nyong'o

ma oggi è la televisione a ridarle visibilità grazie al cameo di una suora per la serie Hbo The young Pope del premio Oscar Paolo Sorrentino, che ha regalato un ruolo magnifico in Youth a Jane Fonda (tornata sugli allori grazie al sit-com Grace e Frankie su Netflix). Helen Mirren e Meryl Streep restano l’eccezione.

Vanity fair, come del resto Vogue, che ha aperto alle curvy, oggi punta a rappresentare le minoranze, a esaltare le differenze e a includere. Le “happy few” a Hollywood e ovunque, non creano empatia.

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