CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
Riccardo Chiaberge per "il Fatto quotidiano"
A smorzare l'affanno dei langaroli, preoccupati per la penuria di tartufi, giunge la notizia del casuale ritrovamento di un tubero d'autore: il primo romanzo dell'albese Aldo Cazzullo, La mia anima è ovunque tu sia(Mondadori),un intrigo partigiano ambientato per l'appunto su queste colline. La preziosa pepita, per ora, circola soltanto nei club più esclusivi dei trifulè, che hanno potuto sbirciare le prime copie-staffetta nelle pause dell'addestramento dei cani. Il lancio è avvenuto in sordina, con tipico riserbo piemontese.
Domenica scorsa, un sommesso trafiletto sulle pagine milanesi del Corriere della Sera, nel quale Cazzullo invitava i lettori al teatro Carcano, martedì 4, per uno spettacolo "senza fini di lucro" tratto dal suo Viva l'Italia!. E nell'ultimo capoverso, lasciava cadere con nonchalance: «Per la prima volta si leggeranno pagine del nuovo libro, che esce proprio quel giorno». Poi, mercoledì, ancora sul Corriere, pagine culturali, l'imparziale verdetto del collega Antonio D'Orrico: «Un romanzo spietato e inesorabile, che colpisce al cuore».
E allora perché trattarlo così freddamente? Perché liquidarlo in sole, misere 200 righe? Infine, solo per le insistenze dell'editore, uno stralcio di poche pagine è comparso giovedì su Sette, il magazine del Corriere, corredato dalla gigantografia di Beppe Fenoglio, oscuro scrittore di Alba che alcuni storici locali considerano un precursore di Cazzullo.
«I giornalisti, di solito, non sanno scrivere romanzi», insinua, in coda alla sua articolessa, il perfido D'Orrico. «Mai nella mia vita avrei pensato di scrivere un romanzo», ammette il troppo umile Aldo. Saggio proponimento, dal quale nessuno di noi lo avrebbe distolto. Ma che volete, con le preghiere dell'amico cardinale Scola, l'ispirazione è arrivata.
Intanto, il miscredente Paolo Sorrentino, che non bazzica le porpore, colto sul set del nuovo film This must be the Place (con Sean Penn, nelle sale italiane dal 14 ottobre) confida a Vittorio Zucconi sul Venerdì: «Se va male, torno a scrivere. A me piace scrivere». E se a noi non piacesse leggerlo? Che si riempiano i cinema, si mobilitino i bagarini, si organizzino pullman. Quest'anno niente tartufata con Cazzullo nelle Langhe, tutti a vedere il film di Sorrentino.
ALDO CAZZULLO CHIABERGEpaolo sorrentino
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