DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto del libro di Charb “Lettera ai truffatori dell’Islamofobia” pubblicato da “la Repubblica”
IL LIBRO DI CHARB LETTERA AI TRUFFATORI DELL ISLAMOFOBIA
Charlie Hebdo ha pubblicato caricature di Maometto ben prima della clamorosa vicenda delle vignette del giornale danese. Teniamo presente che i disegnatori di Charlie Hebdo , prima del cosiddetto caso delle “caricature di Maometto”, erano definiti e si definivano “disegnatori della carta stampata”. Da quel momento in poi sono stati presentati quasi sempre come vignettisti.
Non si vuole negare il ricorso alla vignetta per commentare l’attualità, ma la vignetta è solo una componente del disegno. Non c’è niente di cui vergognarsi, ma è un dettaglio che rivela fino a che punto il caso delle caricature di Maometto abbia influenzato il modo in cui il grande pubblico vede ormai il lavoro dei disegnatori di Charlie Hebdo.
Il Profeta dei musulmani quindi è apparso nei disegni di Charlie Hebdo ben prima di questo caso. E nessuno, nè associazioni nè giornalisti, è sembrato inorridire di fronte a queste immagini. Capitava che qualcuno esprimesse la propria disapprovazione per lettera, ma niente di più: niente manifestazioni, niente minacce di morte, niente attentati.
È stato solo dopo la denuncia e la strumentalizzazione delle caricature danesi da parte di un gruppo di estremisti musulmani che fare caricature del Profeta dei credenti è diventato un tema capace di rendere isterici sia i media sia gli islamici. Per primi i media, e poi gli islamici. Quando, nel 2006, Charlie Hebdo ha riaffermato il diritto di un disegnatore di fare satira sul terrorismo religioso ripubblicando le caricature danesi di Maometto, i mezzi d’informazione hanno puntato i riflettori sul giornale satirico. Charlie Hebdo diventava a sua volta un bersaglio potenziale della vendetta dei pazzi di Dio.
charb davanti all ufficio raso al suolo
Intorno alla pubblicazione di questi disegni si è scatenato un can can mediatico delirante, non perchè fossero particolarmente scioccanti, ma perchè dovevano per forza essere scioccanti, tenuto conto di quello che la strumentalizzazione che ne era stata fatta aveva provocato all’estero.
Quello che è rimasto più celebre è un disegno che raffigurava Maometto con un turbante a forma di bomba. Se non è stato capito da tutti allo stesso modo, tutti per contro hanno potuto leggerlo, perché non era accompagnato da nessun testo o didascalia. I suoi detrattori hanno scelto di vedervi un insulto nei confronti dei musulmani in generale: mettere una bomba sulla testa del Profeta dei credenti era come suggerire che tutti i suoi fedeli fossero terroristi.
charb direttore di charlie hebdo
C’era anche un’altra interpretazione possibile, ma era meno interessante per i media, dal momento che non era polemica e quindi non faceva vendere. Maometto con una bomba sulla testa poteva essere un modo per denunciare la strumentalizzazione della religione da parte dei terroristi. Diceva il disegno: ecco cosa ne fanno dell’Islam i terroristi, ecco come vedono il Profeta i terroristi che a lui si richiamano.
charb direttore di charlie hebdo
È perchè i media hanno deciso che ripubblicare le caricature di Maometto non poteva che scatenare il furore dei musulmani che la ripubblicazione ha provo- cato la collera di qualche organizzazione musulmana. Una collera di facciata, per qualcuno.
Dal momento che i rappresentanti di queste organizzazioni si ritrovavano circondati da microfoni e telecamere e i giornalisti insistevano perchè si pronunciassero sul carattere sacrilego dei disegni, bisognava pure che i loro portavoce reagissero. Dovevano ben dimostrare ai fedeli più irritati di essere veri difensori della fede. (…) Ma perchè i disegnatori di Charlie Hebdo , che sanno che i loro disegni potranno essere strumentalizzati dai media, dai bottegai dell’islamofobia, dall’estrema destra musulmana o da quella nazionalista, si intestardiscono a fare caricature di Maometto o a riprodurre nelle loro vignette i simboli “sacri” dell’Islam?
CHARB IL DISEGNATORE DELLE VIGNETTE DI CHARLIE HEBDO
È semplice: perchè le caricature di Charlie Hebdo non prendono di mira l’insieme dei musulmani. E se succede che grazie all’eccesso di esposizione mediatica l’insieme dei musulmani abbia accesso a questi disegni? I disegnatori di Charlie Hebdo ritengono che i musulmani siano perfettamente in grado di non prendere tutto alla lettera.
In virtù di quale contorta teoria l’umorismo dovrebbe essere meno compatibile con l’Islam, rispetto a qualunque altra religione? Dire che l’Islam è incompatibile con l’umorismo è altrettanto assurdo che sostenere che l’Islam è incompatibile con la democrazia, o con la laicità...
Se lasciamo intendere che si possa ridere di tutto tranne che di certi aspetti dell’Islam perchè i musulmani sono molto più suscettibili del resto della popolazione, non li stiamo forse discriminando? La seconda religione al mondo, la presunta seconda religione in Francia, non dovrebbe essere trattata come la prima?
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