DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Stefania Parmeggiani per “la Repubblica”
NON disegnerà più Maometto. Renald Luzier, in arte Luz, uno dei vignettisti di punta della rivista satirica Charlie Hebdo, vuole dimenticare il profeta. «Non mi interessa più. Mi sono stancato, come per il personaggio di Sarkozy, non passerò la vita a disegnarli», ha confessato al settimanale francese Les Inrockuptibles che lo intervistava per l’uscita di Catharsis, l’album che dà forma agli incubi che lo hanno assalito dopo la strage del sette gennaio.
Difficile dire se la sua decisione sia stata influenzata dalle polemiche sui limiti della satira scoppiate all’indomani degli attentati di Parigi e tornate di attualità in questi giorni dopo che sei scrittori si sono dissociati dalla scelta del Pen American Center di consegnare un premio per la libertà di espressione alla rivista satirica.
Nell’intervista Luz non si difende dalle accuse di chi ritiene le sue caricature blasfeme o offensive, ma a una domanda sulla recente dichiarazione di Philippe Val, l’ex proprietario del settimanale, secondo cui i terroristi l’avevano avuta vinta, Luz replica seccamente: «È una follia, non è più lo stesso quel ragazzo... e sia chiaro che parla solo a suo nome! Lui non è più Charlie, non è Charlie, fa solo parte della storia di Charlie. Nega ciò che è stato per il giornale. I terroristi non hanno vinto, avrebbero vinto se la Francia intera continuasse ad avere paura, ma questo riguarda solo il Front National».
Eppure la sua decisione è destinata a fare discutere: Maometto non è un personaggio come gli altri. E Luz è l’autore che ha firmato alcune delle vignette più discusse. Sua era la copertina di Charia Hebdo, il numero che giocando con la parola sharia e con il nome della testata, pubblicava la caricatura del profeta che diceva “Cento frustate se non muori dalle risate”.
Sua era anche la celebre copertina del ritorno in edicola, quella in cui Maometto, piangendo, reggeva il cartello con la scritta “Je suis Charlie” sotto le parole “Tutto è perdonato”. L’immagine aveva scatenato proteste violente in alcuni paesi musulmani e in altri era stata proibita. Luz non poteva saperlo. Circondato da uomini armati che vigilavano su di lui e sui redattori sopravvissuti, con il sostegno di psicologi e gli occhi di tutto il mondo puntati sulla sua matita, aveva pensato a una vignetta che non rappresentasse Charlie come una vittima.
Ha poi spiegato: «Mi era tornata la voglia di disegnare il mio personaggio ispirato a quel Maometto che esiste nel cuore di tante persone. Per me è un personaggio simpatico. L’ho guardato. Stava piangendo ». Quella voglia ora non c’è più, cancellata dalle difficoltà di ritornare a una vita normale e forse dalle polemiche sul futuro del giornale, che dopo avere raccolto trenta milioni di euro in donazioni è diventato «una preda succulenta, di fronte alle manipolazioni politiche e/o finanziarie», come ha scritto insieme ad altri redattori a inizio aprile su Le Monde .
MADONNA CON LUZ DI CHARLIE HEBDO
A Les inrockuptibles Luz racconta che il giorno della strage qualcosa in lui è cambiato. Come gli altri sopravvissuti è stato interrogato dalla polizia. Quando gli chiedevano che cosa avesse visto lui scarabocchiava un ragazzo, immobile e interdetto. «Questa persona ha visto qualcosa che non voleva vedere. Catharsis inizia con un dialogo tra me e lui: “E tu, che cosa hai visto?” Passavo dal riso al pianto. Per andare avanti, ho dovuto raccontare la storia di quest’uomo e questa non poteva stare dentro Charlie ». Era nel futuro. Maometto no, lui è rimasto nel passato.
MADONNA SI TOCCA IN TV CON LUZ DI CHARLIE HEBDO CHE TIRA FUORI IL PISELLOMADONNA CON LUZ DI CHARLIE HEBDOMADONNA CON LUZ DI CHARLIE HEBDO
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