“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Chiara Maffioletti per il Corriere della Sera
Il 2018 sarà un anno irripetibile per Fedez. «Non ricapiterà mai: diventerò papà, farò San Siro, mi sposerò», dice tra le nuvolette di fumo della sua sigaretta elettronica. «Con quelle vere ho smesso».
Fa effetto essere il più giovane italiano a San Siro?
«Sono super contento, anche se non fossi stato il più giovane. Era un obiettivo, solo un anno fa, irraggiungibile. Quando abbiamo aperto le prevendite ("La Finale" chiuderà, l' 1 giugno, due anni di sodalizio con J-Ax , ndr. ) non sapevamo che aspettarci. Era un rischio, ci siamo detti: male che vada lo facciamo vuoto. Viste le vendite, abbiamo rilanciato: faremo un palco a 360 gradi, per 80mila persone. Lo avevano fatto solo gli U2. Se sarà vuoto, lì si può dire: vabbè».
E' emotivo?
«Molto. Riesco a essere sereno solo sul palco. Il resto lo vivo in maniera impetuosa».
Si vede anche a «X Factor» (giovedì, la finale).
«Al mio quarto anno potrei farmi i fatti miei e prendermi la pagnotta. Le mie reazioni sono di una persona che tiene ai ragazzi, salvaguardo loro».
Lo farà anche il prossimo anno?
«Non lo so, decido sempre dopo l' ultima puntata. A me piace fare parte del programma più bello che c' è in Italia».
E' vero che la sua opinione influenza molte dinamiche del talent?
CHIARA FERRAGNI FEDEZ E LE ECOGRAFIE
«Do dei pareri: mi piace che il programma funzioni, che il tavolo giri. Partecipo attivamente alle riunioni di produzione. Se le cose vanno bene siamo tutti confermati».
Le litigate che fate al tavolo poi si trascinano?
«Un po' sì. Gli strascichi ci sono perché abbiamo a cuore la cosa. Con Manuel (Angelli, ndr. ) è stato un diverbio».
Farebbe altro in tv?
«Non punto a fare televisione: non farei nient' altro».
Perché quello che fa o dice è in grado di condizionare tante persone?
«L' influenza non è una cosa di cui mi rendo conto. Anzi, non penso sia così».
Ma se anche i politici commentano quello che dice...
CHIARA FERRAGNI FEDEZ ECOGRAFIA DEL FIGLIO LEONE
«Sono stato molto concentrato sulla politica sociale, ora sono più tranquillo. Un artista deve dire ciò che pensa senza pensare alle conseguenze».
Ne ha avute?
«Parecchie: due interrogazioni parlamentari, un paio di querele, articoli denigratori, Gasparri mi ha chiesto mezzo milione di euro. Ma rifarei tutto, dalle dichiarazioni su Expo alla querelle con Salvini».
Come vive l' attesa di diventare papà?
«Senza ansia, è un bambino cercato. Ci abbiamo pensato veramente tanto. Sia io che Chiara (Ferragni, ndr. ) abbiamo grossi impegni, abbiamo dovuto ragionare a lungo».
Ma non state insieme da molto...
«Un anno e mezzo. Ma è un desiderio arrivato subito. Mi sento più che pronto a togliere qualcosa al mio lavoro e apparire meno per questo bimbo».
Un bimbo che è già famoso. Pubblicherete le sue foto?
«Perché no? Posteremo le sue foto, è la gioia più grande da condividere. Non me lo sono chiesto, lo trovo normale».
Due anni fa avrebbe immaginato di ritrovarsi oggi a parlare di queste cose?
«No, perché prima di conoscere Chiara ero molto, molto diverso, con priorità diverse».
Se non l' avesse citata in «Vorrei ma non posto», ora forse non sareste qui?
«E' assurdo. Ci siamo scritti perché aveva sentito la canzone. Quando l' ho scritta non era per provarci ma senza non sarebbe nato tutto. Assurdo».
Come si riconosce la persona che ti fa cambiare tutto?
«Vorrei essere poetico, ma è alchimia. Lo capisci e basta. Con Chiara è un rapporto di simbiosi in cui ci siamo trovati... Ora lei è partita per Parigi e io non dormirò: non riesco più a dormire da solo. E' una cosa che mi spaventa un sacco».
E la proposta di nozze al suo concerto, all' Arena?
«Due giorni prima avevamo litigato in modo furibondo. Non ci siamo parlati per un giorno e quello dopo dovevo chiederle di sposarmi. Ero in totale paranoia. Poi ho pensato: è più bello avere il brivido di non sapere se dirà sì».
Non è scontato riuscire a vivere con la musica...
«E' un lavoro effimero: un giorno fai San Siro e quello dopo torni al Leoncavallo. La strada è lunga. Sento addosso occhi che cercano di vedere più il difetto che il pregio».
Si spiega il perché?
«Mi sento percepito più str... di quello che sono».
Se un domani si stufasse dei suoi tatuaggi?
«Ne farei altri sopra. E' capitato. Anni fa avevo aperto un negozio di tatuaggi e facevo la cavia coi tatuatori. Era il mio piano B. Il disco con cui ho avuto successo era l' ultima possibilità che mi ero dato».
Se non fosse andata bene?
«Avrei detto basta con la musica. Magari sarei ancora in quel negozio, non ci voglio pensare. Si può sempre tornare indietro».
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