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Barbara Costa per Dagospia
Il pubblico del sabato sera di Raiuno è entrato di botto nel 21esimo secolo. Telemorenti cullati da fiction su commissari e preti investigatori, e da sanremi, cuochi e ricette, intontiti da talk su talk sui cazzi privati di casa Carrisi, si sono rianimati davanti al "caso" di una coppia di ballerini che invece di avere una vagina e un pene, ha due peni. Due uomini, un omosessuale e un eterosessuale sposato con figli, che si abbracciano, si avvinghiano, si guardano, si seducono, danno vita a tanghi scandalosi, sotto lo sguardo e la regia di chi lo show lo regge e sa di aver fatto centro.
Giovanni Ciacci e Raimondo Todaro monopolizzano questa edizione di Ballando con la Stelle: sui social hanno un seguito ragguardevole, le loro esibizioni fanno rimanere incollati gli spettatori al video.
Tutte le polemiche create dai giudici, le accuse di omofobia a Ivan Zazzaroni poi prontamente riscattate dalla stretta di mano al centro del palco e l’abbraccio commosso, sanno di copione prestabilito, o forse no, ma se tutto questo serve a aprire un varco, allargare le menti, fare passi avanti verso una società più decente, ben venga.
Se è vero ciò che ha detto Ciacci dopo il malore, cioè che è spinto, spronato da tante persone comuni che lo incitano ad andare avanti, perché il suo esempio, il suo ballo in tv è utile a far accettare la loro "diversità" sessuale agli altri (che di diverso non ha niente); e ancora quando Ciacci racconta che una ragazza vedendo insieme ai suoi familiari la sua esibizione in tv, ha avuto la forza di dir loro di esser lesbica, e di amare ricambiata una donna; se sul serio uno show serve a far guarire i più ottusi aprendoli agli altri, allora date un premio a Ciacci, a Todaro, a quelli di Ballando tutti.
Il sabato sera televisivo è (era?) un tabù, è il pubblico che lo è, più tradizionalista, formato in gran parte da persone che certo non escono, non girano, non guardano il mondo se non attraverso uno schermo tv, e pensano che la realtà lì rappresentata sia la società vera, quella che non conoscono, che mai hanno avuto il coraggio di sperimentare in prima persona, di farne esperienza concreta.
Ne ricevono così, passivamente, l’immagine di due uomini che non si amano nella realtà ma sono complici, professionalmente impegnati a recitare un coito, quello che è un ballo, un rapporto a due. Un signore d’altri tempi è Raimondo Todaro, che ha scelto di andare per gradi, di frapporre nei balli, tra il suo corpo e quello di Ciacci, prima un bastone, poi una giacca, poi un hula-hoop.
Ha detto di averlo fatto per rispetto del pubblico meno preparato all’"evento", di chi a vedere due uomini cercarsi, prendersi, lasciarsi, mimare quel che di una danza v’è da mimare, non è abituato e non lo accetta. Perché, non facciamoci illusioni: intorno a noi ancora tanti credono che esser gay sia una malattia, per giunta infettiva, e sia contro natura, contro Dio e contro gli etero, che vedere due uomini che ballano stretti sia diseducativo per i bambini, quando sono i grandi che pensano simili idiozie a sporcare, rovinare le menti dei piccoli, che non conoscono malizia se non quella insegnata loro dalla cattiveria e ignoranza degli adulti.
Cattiveria e ignoranza sfogate sui social: andate a vedere quanti insulti e indignazione ricevono Ciacci e Todaro per le loro esibizioni ("che spettacolo disgustoso", "fate vomitare", "mentre loro ballano gli tromberei le mogli", "patetici e fuori contesto", "fanno schifo a me e a tutti i miei amici", sono solo alcuni post, e i meno… offensivi). Ballando con le Stelle è un format in onda in 75 Paesi, e l’Italia è il primo ad ammettere la same sex dance, dove due ballerini dello stesso sesso si scambiano la guida e, precisa Todaro, "io, da ballerino professionista, devo imparare a fare la donna".
Si è scelto Giovanni Ciacci per infrangere questo tabù, ed è lui ad aver chiesto di ballare con un uomo, perché con una donna non sarebbe stato a suo agio, lui che nelle interviste parla felicemente del suo essere gay, ma anche poliamoroso, anche se con le sue due "veline", il biondo Stefano e il moro Pietro, è finita. Ciacci si è già consolato e pur rimanendo per la libertà totale a letto, il prossimo luglio si sposa: diventerà il marito mica di uno qualsiasi, ma del principe Christian Hailé Selassié, pronipote dell’ex sovrano d’Etiopia. Christian ha 30 anni, è ricco e pure sessualmente dotato, è lo stesso Ciacci a dirlo.
La quasi-cognata di Ciacci è Jessica Hailé Selassié, fashion blogger con autista e maggiordomo nel cast di Riccanza 2, insieme alla nostra Elettra Lamborghini.
Forse Ciacci è davvero l’uomo giusto al posto giusto per svegliare quella parte d’Italia che io voglio pensare vecchia e minoritaria: non solo la sua è un’immagine rassicurante, simpatica e quotidiana al pubblico televisivo (ogni pomeriggio è su Raidue): entra nelle case in modo tranquillo, curioso, divertente.
Si fa seguire. Giò Giò è contro le lobby gay, si batte perché sia coppie gay che single gay e/o etero possano adottare, e lo dice in tv, sui settimanali, con le parole più semplici e chiare possibili. È sicuro di sé, della sua personalità, e gran parte della sua "saggezza" credo gli provenga dalla fortuna di avere due genitori che gli fanno vivere la sua sessualità con naturalezza, da figlio nato per amare persone dello stesso sesso, fortuna che ancora troppi miei coetanei, specie nei piccoli posti di provincia, con genitori incollati alla tv, non hanno.
L’unico che avrebbe qualcosa da ridire contro Ciacci è Guillermo Mariotto: sarà vera la storia che i due si son divisi per 10 anni lo stesso uomo e che questo uomo alla fine ha mollato Mariotto per Giò Giò? Quest’uomo conteso lavora nel mondo della moda ed è stato per Ciacci il primo amore. Una storia del passato, e smentita da Mariotto, ma Giò Giò dice che è tutto vero, e che Mariotto non si ricorda perché è vecchio!
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