IL CINEMA DEI GIUSTI - “40 CARATI” E DUE PALLE COSÌ CON QUEL BISTECCONE DI SAM WORTHINGTON APPESO AL CORNICIONE E LA DETECTIVE BIONDA LÌ A FAR SALOTTO - MA PROPRIO NEL MOMENTO CLOU DELL’AZIONE LA BONISSIMA NEW ENTRY LATINA GENESIS RODRIGUEZ, FIGLIA DEL CANTANTE DI CULTO SUPERTRASH ANNI ’80 EL PUMA (UN COATTONE MESSICANO COL CIUFFO CHE ARRIVÒ ANCHE A SANREMO), SI SPOGLIA E ALLORA IL FILM VALE DAVVERO IL BIGLIETTO…

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40 carati di Asger Loth. In uscita il 10 febbraio.
Marco Giusti per Dagospia

Ah! Ah! Non capita spesso che un titolo rovini da subito quel minimo di suspence che u n complicato giallo a flashback aveva costruito nella sua prima mezzora. in pratica, questo curioso giallo, opera prima di Asger Leth, figlio di quel regista danese, Jorden Leth, riscoperto e omaggiato come un maestro da Lars Von Trier in "Le cinque variazioni" (dove lo stesso Asger figura come assistente del padre), si intitolava in America "Man On A Ledge", cioè L'uomo sul cornicione.

Perché proprio di questo si tratta, almeno nella prima parte del film. Cioè la curiosa, ma non nuova situazione di un uomo, Sam Worthington, già eroe di "Avatar", che sale sul cornicione di un grattacielo, il Roosevelt Hotel di New York e giura di buttarsi di sotto. Lo farà però solo se la polizia non chiamerà subito ad aiutarlo una celebre detective, la bionda Elisabeth Banks, specializzata in casi come questo, cioè di aspiranti suicidi, ancora in crisi perché l'ultimo suicida le si è spiaccicato proprio sotto i suoi occhi.

Mentre lei arriva, veniamo a sapere che l'uomo si chiama Nick Cassidy, è in realtà un ex-poliziotto, finito in galera con una condanna a 25 anni per un furto che giura di non aver commesso, poi evaso durante i funerali del padre. Ma non sappiamo bene il suo gioco.

Grazie al titolo italiano, "40 carati", capiamo subito che c'è proprio di mezzo un gioiello da miliardari, e quindi un colpo grosso da fare. Infatti l'azione dell'uomo sul cornicione, copre un colpo grosso che si sta svolgendo giusto nel palazzo di fronte ad opera del fratello di lui, il Jamie Bell di "Tin Tin" e "Billy Elliot" e la bonissima new entry latina Genesis Rodriguez, figlia del cantante di culto supertrash anni '80 El Puma (sì è proprio lui), un coattone messicano col ciuffo che arrivò anche a Sanremo.

Giustamente, se no il film era un po' du' palle con quel bisteccone di Sam Wothington appeso al cornicione e la detective bionda lì a far salotto, proprio nel momento clou dell'azione Genesis Rodriguez si spoglia e il film riacquista un po' di interesse. Perché si debba fare il colpo non si può dire, né il ruolo che ha il perfido gioielliere Ed Harris. Il film, tutto sommato, si vede. Genesis Rodriguez, però, la figlia del Puma, vale davvero il biglietto.

 

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