IL CINEMA DEI GIUSTI - ANGELA FINOCCHIARO VA ALLA RISCOSSA DELLE CINQUANTENNI E SPARA LA MEJO BATTUTA CONTRO I MARITI MOLLI DI CERVELLO & PISELLO: “AGLI UOMINI SI FA PRIMA A DARGLIELA CHE A SPIEGARGLIELA” - UN OTTIMO CAST, DA ELIO (SENZA STORIE TESE) A GIOVANNI (CON UN PO’ DI ALDO E GIACOMO), MA ALLA FINE IL FILM FUNZIONA PIÙ COME RIUSCITA DEI SINGOLI SKETCH…

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Marco Giusti per Dagospia

Botox? Maix!. Cinquantenni non proprio in forma di tutto il mondo unitevi! L'idea era più che giusta. Dopo averci fatto divertire in tanti film, dedicarne uno intero a Angela Finocchiaro, grande comica e grande attrice, e al tipo di donna italiana che di solito interpreta, umanissima, non strafiga, con problemi di famiglia e di pura sopravvivenza in mondi maschili e scorretti verso le donne era quanto mai interessante.

Dopo aver civettato con l'idea per parecchio tempo Paolo Guerra, il produttore dei film di Aldo, Giovanni & Giacomo, ha finalmente portato a termine più che un film, "Ci vuole un gran fisico" diretto dalla debuttante Sophie Chiarello, già aiuto regista di molti film dei tre comici, una vera e propria missione.

Scritto dalla stessa Finocchiaro con l'aiuto di molte mani maschili, Valerio Barletti, Walter Fontana e Pasquale Plastino, lo sceneggiatore storico di Verdone, interpretato da un cast stravagante e di gran classe che va da Elio come ex-marito mollo e parassita, a Laura Marinoni, star del teatro milanese, come l'amica e collega Cinzia, da Rosalina Neri come vecchia madre che non vuole arrendersi all'eta' avanzata a Antonella Lo Coco, rielazione di X Factor, come la figlia rockettara Francesca, fino a Giovanni Storti come "angelo della menopausa", e a Giacomo e Aldo in gustosi ruoli minori, il film ha parti di gran divertimento, anche se non riesce purtroppo a chiudere il racconto come vorrebbe.

Fino a quando, cioè, si limita a descrivere la vita di tutti i giorni della sua eroina, alle prese con una serie terribile di problemi, la figlia che la rifiuta, l'ex-marito fannullone che la sfrutta, la madre troppo frivola, l'amica che la tradisce, i maschi che la umiliano sul tram e sul lavoro, tutto scorre liscio. Ma quando si tratta di dare una reazione positiva a tutto questo malessere, le ragioni del riscatto della cinquantenne in menopausa, tutto appare confuso e grottesco.

Peccato perché le indicazioni, politiche e sociali c'erano tutte. Dalla battuta dell'amica "Agli uomini si fa prima a dargliela che a spiegargliela", a quella sua, molto sentita, "Se l'età diventa un criterio per licenziare, noi siamo nel pieno del criterio...". E non aiuta molto la chiave grottesca di qualche episodio, il botox mal usato che la trasforma in un Jocker, o la struttura a sketch quasi fantozziani della sceneggiatura. Alla fine il film funziona più come riuscita dei singoli sketch, vedi Elio con la fidanzata cinese, che come opera completa, al punto da desiderarne un sequel più riuscito che renda piena giustizia alla Finocchiaro. Che è comunque sempre credibile e divertente.

Vale da solo il biglietto la sua uscita romantica con il maturo Igor, Jurij Ferrini, dell'angolo del bricolage. Lei va un attimo in bagno a fare il "check" , si toglie i gambaletti poco sexy, si guarda i muscoli delle braccia un po' penduli, il sedere non proprio in forma e prende la via della fuga. Come sono notevoli tutti i suoi dialoghi con l'ex-marito, dove Elio si dimostra attore surreale e perfetto. O quelli con la strepitosa Rosalina Neri, un tempo nota come la Marilyn milanese e ancora in gran forma.

Ma l'idea dell'angelo custode, malgrado l'eleganza di Giovanni, funziona poco e porta il film verso un finale attaccaticcio e moralistico che un maestro della commedia come Luciano Salce avrebbe saputo come evitare. Detto questo il film si segue con grande simpatia e divertimento. In sala dall'8 marzo. Ovviamente.

 

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