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Marco Giusti per Dagospia
Ci siamo. Per fortuna esce anche da noi, pur se con un anno di ritardo, questo strepitoso noir firmato da un William Friedkin in grandissima forma malgrado i 76 anni suonati. Vera lezione di cinema per tanti registi che pensano che bastino un paio di tarantinate per far funzionare un film. Presentato a Venezia un anno fa e accolto più trionfalmente dal pubblico che dalla nostra critica, ha dovuto fare il giro del mondo per avere una giusta rivalutazione.
Tratto da una omonima commedia di successo di Tracy Letts, portata sulle scene anche in Italia (Killer Joe Cooper, il sicario freddo e pazzo era il romanissimo Francesco Montanari...), "Killer Joe" non soffre di nessun peso e claustrofobia da commedia, il testo è pesante, ma anche molto divertente. Siamo dalle parti delle dark comedies texane alla Cohen.
Killer Joe, un Matthew McConaughey con cappellone texano alla "Magic Mike" e in palla che preannuncia le sue grandi prove successive, da "The Paperboy" a "Mud", deve risolvere qualche problema alla scombinata famiglia Smith, composta da un padre operaio stupido e cornuto, Thomas Haden Church, un figlio spacciatore, Emile Hirsch (già protagonista di "Into the Wild") che si è messo nei guai e ha dei conti in sospeso coi tipacci del posto, una figlia lolitesca ancora vergine, Juno Temple, una matrigna bonissima, infedele e totalmente scostumata, una grande Gina Gershon, che si presenta in scena con la patata in bella mostra e già abbiamo capito di che pasta è fatta.
L'idea è che Killer Joe, che di professione fa il poliziotto e arrotonda lo scarso stipendio col delitto a pagamento, elimini la vera madre dei ragazzi in modo che l'assicurazione paghi 50.000 dollari a Dottie, la ragazzina. Ovviamente c'è più di un problema. A cominciare dal fatto che non ci sono i 25.000 in contanti per l'ingaggio di Killer Joe. E questo si risolverà con una caparra, quella offerta dalla stessa Dottie, la ragazzina, che piace parecchio al poliziotto.
L'altro problema è che Killer Joe è un pazzo sadico e omicida. Tutto quello che succederà dopo girerà vorticosamente attorno, come nei più classici noir americani, all'avidità , alla stupidità , alla voglia di sesso e all'inutile desiderio di fuga dei personaggi coinvolti. Mettiamoci anche una grande scena di violenza coi cosciotti di pollo. Grande prova di McConaughey. Grande ritorno di Friedkin. In sala dall'11 ottobre.
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