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Marco Giusti per Dagospia
Festa di Roma. Si chiude con “Cosa sarà” di Francesco Bruni, commedia drammatica, ma per fortuna più commedia che dramma, fortemente autobiografica sulla malattia di un regista, Kim Rossi Stuart, di film considerati dal suo rozzo produttore, “commedie che non fanno ridere”, quindi drammatiche. Una malattia che porta il regista, che si chiama nella finzione Bruno Salvati, ma si può leggere anche “Bruni Salvato”, a rivedere la sua vita, i suoi rapporti famigliari, tutto il suo lavoro, con quella paura un po’ infantile che hanno i maschi adulti italiani di fronte al dolore e alla morte.
Qualcosa, infine, che da personalissimo e autobiografico di Bruni e di Salvati, in questo terribile periodo della nostra vita, diventa universale nel maschio italiano che si confronta con la pandemia in tutta la sua fragilità. Soprattutto rispetto alle figure femminili, molto più forti, come l’ex moglie Lorenza Indovina e la dottoressa, Raffaella Lebboroni, vera moglie di Bruni.
Così il film, per un misterioso caso distributivo, dovevamo vederlo lo scorso febbraio col titolo oggi imbarazzante di “Andrà tutto bene”, diventa qualcosa di ben più interessante della cronaca diaristica dello sviluppo della malattia del regista e del suo desiderio di riunire i tasselli della sua vita e dei legami che uniscono i componenti della sua famiglia. Il nostro Bruno Salvati, che Kim Rossi Stuart costruisce con la giusta dose di tragicità e di commedia, di distanza e di coinvolgimento, riprendendo molto del suo vero regista, si ritrova come il Marcello Mastroianni di “8 ½”, in mezzo a donne forti che girano attorno a lui, schiavo anche lui di un copione che non può controllare.
Bruni, regista di film fini e sensibili sui rapporti fra adulti e ragazzi come “Scialla” a “Noi quattro”, e sceneggiatore di tutti i primi lavori di Paolo Virzì, non concede più di tanto né al dramma né alla commedia mantenendo un profondo rispetto per la commedia all’italiana di Age e Scarpelli che lo ha formato, ben cosciente che conta più la costruzione del racconto che la battuta o la trovata tragica a effetto. In questo racconto i suoi personaggi, dal Kim Rossi Stuart spaurito e fragilizzato dalla malattia a Lorenza Indovina ai figli Tancredi Galli e Fotini Peluso, si muovono tutti con grande credibilità. E è credibile anche l'ambiente che conosce benissimo del cinema romano un po' cialtrone. In sala da domani.
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