
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Marco Giusti per Dagospia
Castelli stregati, fantasmi sanguinolenti, macchine infernali e tante gocce di sangue sulla neve. Mettiamoci anche un frullato di Rebecca di Daphne du Maurier in versione Alfred Hitchcock, di Washington Square di Henry James in versione William Wyler, e omaggi continui alla gran dama Olivia De Havilland perennemente in pericolo.
Ma anche un pizzico di Deborah Kerr in The Innocents di Jack Clayton e di Julie Harris e Claire Bloom in The Haunting di Robert Wise. E viene fuori questo attesissimo e carissimo (70 milioni di dollari) Crimson Peak, romantica ghost story di fine ’800 che in America è uscita la scorsa settimana dimostrandosi purtroppo un flop, solo 12 milioni di dollari di incassi, diretta con attenzione cinefila da Guillermo Del Toro, il geniale regista di Hellboy, Il labirinto del fauno e di Pacific Rim, che l’ha scritta con Matthew Robbins proprio dopo l’uscita del Labirinto del fauno.
Ovviamente Del Toro ci conduce in un dotto viaggio nel mondo del gotico anglo-americano, anche se divide il suo film in due parti. La prima è una sorta di Washington Square ambientato nell’America di Henry James, con un padre vedovo, il ricco Carter Cushing (come Peter) interpretato da Jim Beaver, che cerca di proteggere la sua non bellissima e fragile figliola Edith, la perfetta Mia Wasikowska, dalle mire di un nobile inglese bello e spiantato, Sir Thomas Sharpe, interpretato da Tom Hiddleston, già vampiro rochettaro per Jim Jarmusch, che porta con sé la bella e strana sorella Lucille, interpretata da una strepitosa Jessica Chastain in versione mora e cattiva.
La seconda parte è invece un tuffo nella ghost story con dimora stregata, visto che alla morte violenta, diciamo omicidio, del padre della ragazza che si opponeva alle nozze col nobile inglese, il trio composto dai due malefici fratelli Sharpe e dalla fragile e ricca orfanella Edith, si sposta di peso nella dimora dei due, nel nord dell’Inghilterra.
E lì, a Crimson Peak, che la storia assumerà i suoi contorni più cruenti e si sveleranno i giochi. Diciamo subito che Del Toro è fantastico a dirigere e a costruire i suoi tre personaggi fondamentali, è bellissima anche la dimora maledetta dove piove e nevica dentro. Esagera invece coi fantasmi, che appaiono a Edith sia in America che in Inghilterra e non sono troppo minacciosi.
Solo che maestri come Clayton, Wise e Wyler costruivano tutta la tensione con la regia, le ombre e i loro attori magistrali, puntado tutto sulla fragilità delle loro eroine. E, ovviamente, su testi di autori importanti. Qua Del Toro, che pure ha in mano un film che in gran parte rimane un gioiello, pasticcia un po’ sia con la sceneggiatura, che non è così lineare, sia con gli effetti speciali per doveri di incasso, che finora non sono arrivati, e così perde per strada quella forza cinefila che ci aspettavamo.
E’ anche un po’ indeciso se puntare più al mondo di Bava o di Clayton o di Wise e alla fine sembra più un tardo Tim Burton che il Guillermo Del Toro che conoscevamo. Ma i suoi attori sono fenomenali, e Jessica Chastain rivelerà delle sorprese nella parte finale del film, le sue scenografie e la fotografia di Dan Laustsen pure. Comunque un film da non perdere. In sala dal 22 ottobre.
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