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Marco Giusti per Dagospia
Che vergogna. Ormai in America non sanno girare da soli neanche i polizieschi. E chiamano i registi danesi, svedesi, neozelandesi, australiani, coreani. Che spesso perdono un bel po' di identità nel passaggio a Hollywood.
E non sempre firmano dei capolavori. Il Niels Arden Oplev che firma questo violento "Dead Man Down", scritto e prodotto dal modesto J. H. Wyman già responsabile di "The Mexican", è un buon regista danese che aveva esordito in patria nel 1996 con "Portland", subito presentato a Berlino, e che poi è diventato celebre in tutto il mondo per la trilogia svedese "Millenium - Uomini che odiano le donne", tratta dai romanzi di Stieg Larsson, e interpretata da Noomi Rapace, che da allora è diventata una vera star.
Ovvio che sia Oplev che la sua protagonista, dopo un successo del genere, siano caduti nelle tentazioni hollywoodiane. Con risultati alterni, per quel che riguarda la Rapace. Oplev si è diviso tra film più personali in patria, "Drommen" del 2006 è stato un grande successo in patria e l'ultimo, "To Verdener", era in concorso a Berlino, e film su commissione in America, come il pilot della serie tv "Unforgottable" che ha girato nel 2011 per la CBS a New York.
In questo americanissimo "Dead Man Down", storia di vendette truculente un po' alla "Delitto per delitto" ma con complicazioni romantiche, che si è confrontato la scorsa settimana in America con "Il grande e potente Oz", Oplev ritrova la sua attrice preferita, Noomi Rapace, in versione addirittura sfregiata nel volto, le unisce il bell'irlandese Colin Farrell, nel ruolo di un gangster di origine ungherese, una madre svampita interpretata da Isabelle Huppert, e una manciata di ottimi attori di noir, come Terrence Howard nel ruolo di Alphonse, il capo di una potente gang, Armand Assante, come capo dei capi, Dominic Cooper come amico di Farrell.
Curiosamente co-produce il tutto la potente major del Wrestling, la WWE, che infatti ha portato come attore, nel ruolo di Kilroy, il forzuto inglese Stu Bennett, più noto in America come Wade Barrett, vera e propria star della tv. La sfregiata Beatrice, cioè Noomi Rapace, abita assieme allamadre, come in un film di Hitchcock, proprio di fronte a casa del gangster Victor, Colin Farrell. Lo ha visto uccidere un uomo. Così lo ricatta. Non dirà niente se, in cambio, Victor ucciderà per lei l'uomo che guidando l'auto ubriaco, le ha deturpato il viso per sempre.
Ma Victor non è solo un gangster. Anche lui ha una vendetta da compiere. Per questo si è infiltrato nella potente gang di Alphonse, Terrence Howard, e ha rapito un albanese, fratello di un altro potente criminale newyorkese. Il suo piano è di eliminare tutti i responsabili della morte della sua figlioletta e di sua moglie. L'unico problema per la riuscita delle doppie vendette, sarà il sentimento che nascerà tra Victor e Beatrice. Niente di eccezionale, in verità , con una storia che ha molte lacune e molte trovate quasi impossibili, e vorrebbe possedere un look International chic grazie a un cast di protagonisti europei.
Magari non basta, anche se Noomi Rapace è più credibile qui che negli altri film americani che ha interpretato ultimamente e Colin Farrell è sempre una sicurezza. Molto cool invece Terence Howard. Si vede con piacere, grazie anche alla bellissima fotografia di Paul Cameron ("Collateral") e al montaggio frenetico del francese Frederic Thoraval, già braccio destro di Luc Besson ("Sinister"). Budget da 30 milioni di dollari. In America se l'è vista la settimana scorsa contro "Il grande e potente Oz", prendendone sonoramente, cioè 80 milioni di dollari Oz e solo 5 "Dead Man Down". In sala dal 14 marzo.
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