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IL CINEMA DEI GIUSTI - È DURA RIBUTTARSI "INTO THE WOODS" DOPO LA "CENERENTOLA" CLASSICA E DIVERTENTE DELLA DISNEY - AMBIENTI CUPI, BUONA REGIA, GRAN CAST E OTTIMI NUMERI MUSICALI. MA DA NOI SOFFRE

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Marco Giusti per Dagospia

 

Into the Woods di Rob Marshall.

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Tremate, tremate, le streghe son tornate! E anche i lupi cattivi e i giganti. Certo, dopo la Cenerentola così classica e divertente di Kenneth Branagh, è duro tornare alla visione dark del mondo delle fiabe dei Grimm. Il vero problema di Into the Woods che Rob Marshall ha tratto dal celebre musical del 1987 di Stephen Sondheim, che univa una serie di favole dei Grimm, da “Cenerentola” a “Rapunzel”, da “Cappuccetto Rosso” a “Jack e il fagiolo magico”, in un racconto unico tutto ambientato in un bosco, è il non aver saputo amalgamare una visione più disneyana del mondo delle fiabe con quella più cupa e cattiva dell’opera di Sondheim e delle tante riletture alla Tim Burton che si sono fatte negli ultimi anni. Al punto che il film è costruito proprio come se fossero due parti distinte.

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La prima ha una fine allegra e positiva, e i bambini potrebbero anche andarsene a casa col sorriso sulle labbra, ma nei sessanti minuti che rimangono tutta questa fine positiva verrà messa a durissima prova dai terribili eventi che ci aspettano e scordiamoci un finale a “… e tutti vissero felici e contenti”. Va detto che rispetto al musical, lo sceneggiatore James Lapine, d’accordo con lo stesso Sondheim, ha molto addolcito le parti più horror e dark delle singole storie, ma scordatevi di vedere una Cenerentola tradizionale che vivrà felice col principe.

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Questa Cenerentola, interpretata da Anna Kendrick, bravissima, ma non bellissima, e con dentoni poco attraenti, non piacerà alle vostre bambine. Per non parlare della matrigna che taglia le dita a una figliastra e il tallone all’altra per fare entrare la magica scarpetta. Sangue! Perfino il Lupo Cattivo che Johnny Depp costruisce come il vecchio Wolfie, il Lupo dei cartoon di Tex Avery, con cappello e cravatta, farà una pessima fine e la sua pelliccia finirà a far da cappottino a Cappuccetto Rosso. Ma l’elemento più cupo è proprio il bosco del titolo, un luogo dove tutto può accadere e dove non sei mai al sicuro. Un po’ come nel capolavoro di Neil Jordan In compagnia dei lupi.

 

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E’ dai primi anni ’90 che si pensa a tradurre in cinema il musical di Sondheim. Un primo progetto era stato affidato agli sceneggiatori Lowell Ganz e Babaloo Mandel per Robin Williams e Goldie Hawn protagonisti nei panni del fornaio e di sua moglie, con Cher come strega. Ovvio che dopo il trattamento riservato da Tim Burton allo Sweeney Todd di Sondheim, che personalmente apprezzo molto, qualsiasi versione possibile è stata pensata proprio in quella direzione.

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E, certo, le scenografie di Dennis Gassner e gli abiti di Coleen Atwood, sono alquanto cupe, anche se la regia di Rob Marshall, vero regista di musical come Chicago, tende a offrire più di uno spiraglio al grande intrattenimento popolare. E va detto che la Strega di Meryl Streep, giustamente candidata all’Oscar come non protagonista, è meravigliosa sia in versione vecchiaccia deforme che in versione belloccia coi capelli turchini. Non solo. Tutti i suoi numeri musicali sono favolosi. 

 

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E il Jack di Daniel Huttlestone, che porta la sua mucca bianca al mercato e la vende per una manciata di fagioli magici, è notevole. Come è buona tutta la prima parte del film, che vede un fornaio e la moglie, James Corden e Emily Blunt, pronti a attraversare il bosco per soddisfare i desideri di una strega, Meryl Streep. Nel corso di tre notti dovranno trovarle un mantello rosso, una mucca bianca, una scarpetta, dei capelli giallo pannocchia. Solo così riusciranno a far tornare bella la strega e in cambio lei toglierà la sua maledizione che condanna la famiglia del fornaio alla sterilità.

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Ovvio che gli elementi che servono alla strega sono presi da celebri fiabe. Ma quando il fornaio e la moglie li avranno trovati tutti non sarà certo finita, perché niente, nel bosco, è stabile, e la moglie del fornaio si innamorerà del principe, la moglie del gigante ucciso da Jack cercherà vendetta e nessuno sarà al sicuro.

 

Il film, presentato in America a Natale, soffre da noi, dall’esser stato distribuito dopo Cenerentola, che ne azzera gran parte delle possibilità, ma è certo più interessante di Nine e ci offre una serie di ottimi numeri musicali, diversi da quelli del musical. Gran parte del cast, inoltre, funziona, soprattutto Emily Blunt, ma anche la Rapunzel di MacKenzie Mauzy e la Cenerentola di Anna Kendrick. Johnny Depp è un po’ troppo macchiettistico, ma Cappuccetto Rosso di Lila Crawford è molto più antipatica. La strega di Meryl Streep è comunque da antologia. Già in sala.  

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