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Marco Giusti per Dagospia
Allora il giovane cinema italiano esiste? Esce però solo a fine giugno, oggi per l'esattezza, nella settimana di Italia-Germania, la buffa commedia pop-coatta-operaistica-fandanghiana "Qualche nuvola", opera prima di Saverio Di Biagio, presentato a Controcampo italiano lo scorso settembre a Venezia e messo in naftalina dopo i primi disastri al botteghino del cinema italiano più o meno innovativo (come "Ruggine" di Daniele Gaglianone o "L'ultimo terrestre" di Gip, tutti prodotti da Fandango).
Per l'occasione, oggi, è prevista pure una megafesta per il pubblico, davanti al Verano a Roma, dopo la proiezione sul megaschermo di Spagna-Portogallo. Almeno ci provano...
"Gli uomini tradiscono perché so' fatti così", è l'amare constatazione di Cinzia, Greta Scarano, ragazza un po' coatta di Diego, Michele Alhaique, bravo pischello del Quadraro e muratore che a pochi giorni dal matrimonio (ma dopo dieci anni di fidanzamento!) si è preso una cotta per Viola, Aylin Prandi, ricca pariola che lo porta alle mostre e lo fa pure leggere ("La ragazza dello sputnik" di Murakami).
Questo non toglie che Cinzia, che coatta lo è, una volta avvertita dall'amica buzzicona del tradimento, molli due pizze alla povera Viola, che manco sapeva che Diego si stava per sposare. Caruccio, un Moccia coatto al gusto Fandango (produce anche Valerio Mastandrea), benissimo interpretato da ragazzi che si sono fatti le ossa nelle serie tv e con camei eccellenti, come quelli di Elio Germano venditore di mobili e Michele Riondino addirittura prete, quest'opera prima del quarantenne Saverio Di Biagio, già aiuto di Daniele Vicari e Maurizio Sciarra, ha un cuore un po' fragile, qualche minuto di troppo, ma funziona come commedia romantica romana complicata dai rapporti di classe.
Rispuntano gli operai alla Luchetti, l'eterno Giorgio Colangeli burbero dal gran cuore, La Vecchia Pineta che fa tanto Luciano Emmer, i giovani che si vogliono bene malgrado tutto e sanno che non potranno uscire dalla borgata ("Che te pensi de sta' al Quadraro? ... invece stai al Quadraro!").
Qualche scivolamento nel banale, un copione con qualche buco, ma i giovani protagonisti sono perfetti e Primo Reggiani come amico ladro ma sincero ruba la scena a tutti con una serie di battute coatte da antologia. A cominciare da "Pija la targa!" e "Vai sul touch screen!" alla mignotta trucidissima che ha rimediato per l'addio al celibato di Diego. Titolo sbagliato. Almeno potevano chiamarlo "Quarche nuvola" .
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