IL CINEMA DEI GIUSTI - “DEL MIO FILM POTETE PENSARE CHE È UNA CACATA, MA LA FOTOGRAFIA È BELLISSIMA”. INVECE L’OPERA SECONDA DI ROCCO PAPALEO PIACERÀ SICURAMENTE AL PUBBLICO

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Marco Giusti per Dagospia

"Una piccola impresa meridionale" di Rocco Papaleo.

"Del mio film potete pensare che e' una cacata, ma la fotografia e' bellissima". Rocco Papaleo si scatena a modo suo presentando il suo secondo film da regista, "Una piccola impresa meridionale", tre anni e mezzo dopo "Basilicata Coast to Coast", piccolo inaspettato successo della nostra commedia piu' meridionale che italiana prodotto, come quest'ultimo, da Arturo Paglia e Isabella Cocuzza e scritto, come quest'ultimo dallo stesso regista e da Valter Lupo. Diciamo subito che la fotografia di Fabio Zamarion, gia' resonsabile delle luci di "La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore, e' bellissima, ha ragione Papaleo, ma il film non e' affatto una cacata.

Come Checco Zalone, anche Rocco Papaleo pensa e sogna una commedia, di solito ambientata nel meridione, che tratti con leggerezza e ironia argomenti anche importanti per il paese, come l'omosessualita', l'integrazione, il superamento delle diversita'. Ma non c'e' niente di gridato, niente di aggressivo, tutto scivola nella realta' con una leggerezza invidiabile per questi anni cosi' pesanti e indigesti. Siamo in un paesino di un meridione indefinito, sulla costa sarda vicino a Oristano, in riva a un Mediterraneo bellissimo e materno.

E' li' che il prete spretato Don Costantino, Papaleo stesso, accoglie, in un grande palazzo diroccato sotto un faro, la sorella Rosa Maria, la Claudia Potenza di "Basilicata", che si e' innamorata di una ragazza dell'est, Valbona, la bella Sarah Felberbaum, la sorella di questa, Magnolia, la notevole Barbara Bobulova, che ha da poco lasciato il mestiere della mignotta, il marito cornuto della sorella, Arturo, un Riccardo Scamarcio meno sciupafemmine del solito (anzi...).

A questi aggiungiamoci un buffo duo di muratori tuttofare, il napoletano Giovanni Esposito e lo stunt con voglie di western Giampiero Schiano, nonche' la figlia del primo, Mela Esposito. Ma arrivera' al faro anche la mamma di Don Costantino e Rosaspona, la grandissima Giuliana Lojodice, che, scoperta la doppia tragedia della sua famiglia, il maschio spretato e la figlia lesbica, per la vergogna ("Figli di merda mi avete sputtanato") decide di vivere con lo stravagante gruppo di non-tradizionali.

Se il viaggio e la musica erano il collante del precedente film di Papaleo, qua la musica resta, perche' Scamarcio suona il piano, ma dietro di lui c'e' Rita Marcotulli, e la Bobulova canta, ma il viaggio non esiste piu'. C'e' solo il piacere di stare insieme, capirsi e lasciarsi scorrere la vita addosso. E' un po' la piccola filosofia del film e del duo Papaleo-Lupo.

Per questo, anche se il film ha non pochi difetti, molte ingenuita', proprio quest'idea del prendere la vita con leggerezza seguendo i nostri desideri riempie i personaggi di una allegria contagiosa, di una non banalita', che ci fa scordare le debolezze strutturali del racconto e della messa in scena. E Papaleo fa un ottimo lavoro sugli attori.

Chiudendo il suo personaggio in una maschera un po' monocorde da narratore, fa pero' esplodere la forza di ogni attore con grande generosita' per un attore-regista. Cosi' se Giuliana Lojodice e' una grande attrice del nostro teatro poco vista al cinema che qui diventa quasi una divinita' della commedia, la Bobulova non solo ci offre un gran nudo frontale che fara' la gioia dei maniaci ma si rivela una comica intelligente e sensibile come in parte avevamo intuito in "Scialla".

Riccardo Scamarcio si muove con eleganza e grazia in un ruolo ingrato, Giovanni Esposito e' una maschera eduardiana perfetta, comico e tragico assieme e la coppia Potenza - Felberbaum e' assolutamente credibile, umana e sexy. Le risate e gli applausi sinceri che hanno accolto il film all'anteprima stampa, ne rivelano la grazia e l'originalita'.

I difetti ci sono, ma quella di Papaleo e' una strada giusta e civile per la nostra commedia e Arturo Paglia e' riuscito a mettergli in piedi un film ancora piu' solido e ricco del precedente con gran cura per ogni aspetto tecnico. Al pubblico non potra' che piacere. E il pubblico maschile impazzira' per la Bobulova, ovviamente In sala dal 17 ottobre.

 

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