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IL CINEMA DEI GIUSTI – “ALBATROSS” DI GIULIO BASE È UN DISASTRO NON SOLO PER GLI INCASSI DEL PRIMO GIORNO (2.610 EURO, 408 SPETTATORI IN BEN 106 SALE, PIÙ O MENO 4 A SALA): È BRUTTO PERCHÉ NON PUOI SPIEGARE LA STRAGE DI BOLOGNA, VISTE DA DESTRA, BUTTANDOLA IN CACIARA ("È TUTTA UN'OPERA DEI SERVIZI SEGRETI; "È LA RISPOSTA A USTICA"). NON PUOI DIRE CHE I RAGAZZI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ E I MILITANTI DI SINISTRA ERANO LA STESSA COSA. QUELLA È LA NARRAZIONE CHE VUOLE FAR PASSARE LA DESTRA DI POTERE MELONIANA - QUANDO LA DESTRA GUARDA AL CINEMA NON PUÒ CHE FARE DISASTRI. AVETE CINECITTÀ, AVETE LA RAI, AVETE I SOLDI, MA NON SIETE IN GRADO DI FARE UN FILM - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

giulio base e il cast di albatross

Disastro pesante, come era ben prevedibile, malgrado le anteprime con La Russa, Arianna Meloni, Giuli, Rossi e i vecchi camerati del Fronte della Gioventù dei bei tempi, per l’imbarazzante “Albatross”, prodotto da Gennaro Coppola, compagno di Manuela Cacciamani, ad di Cinecittà, scritto e diretto da Giulio Base con Francesco Centeramo nel ruolo di Alberigo Grilz, militante del Fronte della Gioventù triestino e poi reporter di guerra che troverà la morte a 34 anni in Mozambico.

 

Ventesimo posto in classifica con 2.610 euro di incasso, 408 spettatori in ben 106 sale, più o meno 4 a sala.

 

albatross di giulio base 2

E’ proprio quello che ci vuole per il nostro cinema. Come ai tempi del Barbarossa leghista di Martinelli, dove venne inserito  Umberto Bossi tra gli attori con un effetto visivo da ridere, anteprima glamour a Castello Sforzesco alla presenza di Bossi e di tutta la crema del leghismo italiano, budget di 8 milioni di euro, fra Rai Cinema, Rai Fiction, Ministero e Banca di Sondrio, incassò meno di un milione.

 

Quando la destra italiana guarda al cinema non può che fare disastri. Lo sappiamo. Leggo le dichiarazioni di Base, «È un film politico, per certa intellighenzia non avrei dovuto farlo.

albatross di giulio base 1

Invece è stato giusto: basta cercare spettri neri, io sono un partigiano della riconciliazione».

 

Ora, purtroppo ho visto il film. E non è brutto da riderci su, anche se la ricostruzione dei comunisti occhialuti e barbuti con le camicie a quadrettoni o del giornalista “cattivo” di sinistra, interpretato dallo stesso Base, vestito con le giacche di velluto a coste, la cravatta sulla camicia a quadrettoni (ancora…), la barbetta, fa ridere, come fanno ridere il Circolo Polare Artico e il Mozambico ricostruiti a Foggia o alla Selva di Fasano.

 

albatross di giulio base 3

E’ brutto perché i personaggi ripetono tre o quattro volte che cercano la verità come se fossimo in uno sketch.

Ma soprattutto perché non puoi spiegarmi le bombe della strage di Bologna, viste da destra, buttandole in caciara (“… è tutta un’opera dei servizi segreti”, “è la risposta a Ustica”).

 

Non puoi dirmi che i ragazzi del Fronte della Gioventù e i militanti di sinistra, che non erano comunisti come si vede qui, erano la stessa cosa. Quella è la narrazione che vuole far passare la destra di potere meloniana.

albatross di giulio base 8

 

Che vuole, a distanza di 40-50 anni, avere le stesse cose. A cominciare dai festival di cinema di sinistra (Torino in mano a Base e al coniuge Tiziana Rocca), dalla Biennale (ma Buttafuoco è più furbo di Base e Giuli e sa che ha un futuro solo se non si espone più di tanto), dalla Rai, già fin troppo melonizzata con tanto di Pino Insegno in prima serata (estiva).

albatross di giulio base 5

 

Ma al cinema, non scherziamo, il massimo che la destra di La Russa e Meloni può avere è questa nostalgia per le vignette, orrende, de “La voce della Fogna”, il tentativo di fare i “partigiani della riconciliazione” (ma chi te lo ha chiesto? Sembra uno slogan alla ''Poltrone e sofà''), magari la rielaborazione della pagina wikipedia di Grilz, che è davvero molto pesante.

 

Il nostro cinema, quello che abbiamo fatto finora, è davvero nato col Neorealismo, con la fine della guerra, con Rossellini.

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Non esiste un cinema di destra da riprendere. Tutto quello che abbiamo girato in questi 80 anni si muove tra Neorealismo e Commedia all’italiana, che è nata con “Roma città aperta” (la padellata di Fabrizi) e proseguita con Amidei, Emmer, Sonego.

 

Qualsiasi cosa si faccia nel cinema di destra è una sorta di goffa parodia del cinema di sinistra, compresi gli stereotipi morettiani. Avete Cinecittà, avete la Rai, avete i soldi, ma non siete in grado a fare un film.  Punto. 

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