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IL CINEMA DEI GIUSTI – TORNA A GALLA UN MITICO PROGETTO ANNI ’80 MAI REALIZZATO, SULL’ONDA DEL SUCCESSO DI “IL TEMPO DELLE MELE: “IL TEMPO DEI FINOCCHI” O “GAIETY”, DIRETTO DA FRANCO LO CASCIO – IL PROTAGONISTA DOVEVA ESSERE CHRISTIAN DE SICA, UN RAGAZZO GAY INTENTO A CONFESSARE AL PADRE VIOLENTISSIMO, MARIO BREGA, CHE AVREBBE VOLUTO BALLARE LA SAMBA, INVECE DI FARE PALESTRA – RICORDA ALESSANDRO CAPONE, CHE SCRISSE LA SCENEGGIATURA CON LO CASCIO: “È UN PECCATO CHE QUESTA COMMEDIA NON SI SIA FATTA, NON ERA VOLGARE, ANZI! ERA MOLTO FINE. GAY TIME SALTÒ SOLTANTO PERCHÉ BREGA...” – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

manifesto del film Il tempo dei finocchi - Gaiety

Ogni tanto torna a galla un mitico progetto anni ’80 che non venne mai realizzato sull’onda del successo di “Il tempo delle mele”. Cioè “Il tempo dei finocchi” o “Gaiety”, diretto da Franco Lo Cascio.

 

Avevo trovato un manifesto del film su una rivista di cinema (“Il giornale dello spettacolo”). Mi scrive Franco Lo Cascio ricordandomi che “Oggi lgbt ci avrebbero sparato solo a parlarne”.

 

E mi scrive anche Andrea Meroni, raro studioso delle macchiette gay nel cinema italiano popolare e autore del documentario “Ne avete di finocchi in casa?”, 2017, che mi gira una sua intervista a Alessandro Capone che proprio “Il tempo dei finocchi” scrisse con Franco Lo Cascio, diviso nei primi anni 80 tra l’hard e il cinema di genere (“Piedino il questurino”) con l’idea di avere protagonisti Christian De Sica, che poi ha spesso toccato situazioni gay e macchiette en travesti ,e il mitico Mario Brega, che al tempo si era rivelato un geniale caratterista dei film di Carlo Verdone.

 

christian de sica 23

Scrive Andrea Meroni: «De Sica avrebbe dovuto essere protagonista del mitico Il tempo dei finocchi, altrimenti noto come Gay Time. Maggiori dettagli su questo film mai realizzato, che avrebbe dovuto essere diretto da Franco Lo Cascio, ci vengono dispensati dal regista Alessandro Capone, che ne fu co-sceneggiatore: “Franco e Diego Spataro erano soci: li ho conosciuti perché a un certo punto c’è stata una crisi del cinema a luci rosse, tra denunce e pericoli penali vari.

 

Quindi Franco tentò di tornare al cinema “normale” e insieme scrivemmo una commedia che si doveva chiamare Gay Time, fatta su misura per Christian De Sica e Mario Brega. Siamo stati un mese, io e Franco, assieme a Christian, a scrivere la sceneggiatura. Un mese passato tra barattoli di gianduia e spaghettate, almeno fino alle quattro di mattina. Tutti e tre eravamo morti, capottati dal ridere, sempre!

 

verdone mario brega sergio leone

Ogni volta che incontro Christian, ancora oggi, dopo più di trent’anni, ci diciamo: “Ti ricordi quanto ci siamo divertiti a scrivere quel film che poi non si è fatto?”.

 

Christian all’epoca era ancora un po’ cicciotto. In Gay Time aveva un papà – Mario Brega, appunto – che lavorava al mattatoio e ammazzava i tori con un cazzotto. Il personaggio di Christian era gay e doveva confessare a questo padre violentissimo che avrebbe voluto ballare la samba, invece di fare palestra, come il padre si sarebbe aspettato.

 

Non mi ricordo bene tutta la trama, ma è un peccato che questa commedia non si sia fatta, perché non era volgare, anzi! Era molto fine. Gay Time saltò soltanto perché Brega venne convocato in ufficio da Lo Cascio e Spataro. Il primo doveva essere il regista, mentre il secondo faceva le trattative.

 

christian de sica

Per settimane avevamo ubriacato Spataro di chiacchiere, ripetendo quanto ci faceva ridere l’idea di avere Brega nella parte del padre. Quando Brega venne in ufficio, ci inchiodò per un pomeriggio intero con le sue battute, al termine delle quali lo lasciammo con Diego per stendere il contratto.

 

Uscì Brega ed entrammo noi: “Fatto il contratto?” “Sì sì, chiuso”. Mi pare avesse chiesto sedici milioni. Al che Lo Cascio disse: “Ma che, sei scemo? Ma chi glieli ha dati mai a Mario Brega sedici milioni?”. Spataro: “Ma come? Mi avete fatto due palle così che se non c’era Brega non si poteva fare il film! Che dovevo fare? Discutere con lui?” “Certo che dovevi!”.

 

MARIO BREGA

Insomma, Franco e Diego hanno litigato e la società si è rotta. Non è che non ci fosse il budget: semplicemente due soci si sono scontrati perché Brega aveva chiesto troppi soldi. Pensa un po’!».

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