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COLPEVOLE O INNOCENTE? COCO CHANEL FU UNA SPIA DEI NAZISTI: IL PROCESSO SI FA AL TEATRO MANZONI DI MILANO - NEI PANNI DELL' IMPUTATA LA STILISTA CHIARA BONI. AL BANCO DELLA DIFESA LA COLUMNIST MARIA LUISA AGNESE E STEFANO DOMINELLA DI GATTINONI - VIDEO
Gianluca Lo Vetro per la Stampa
Mademoiselle fu una spia dei nazisti per salvare il suo N° 5?
Sull' interrogativo si basa la pièce Coco colpevole o innocente in scena ieri sera al teatro Manzoni col patrocinio dell' Anm e dell' Ordine degli Avvocati di Milano, per la serie Personaggi e protagonisti incontri con la storia . Sul palco il presidente della Corte Giuridica, Luca Villa, il pm Ilaria Li Vigni e l' avvocato Cinzia Calabrese. Testimoni per l' accusa la giornalista di Rai 1, Paola Cacianti e Antonio Mancinelli. Al banco della difesa la columnist Maria Luisa Agnese e Stefano Dominella di Gattinoni. Nei panni dell' imputata la stilista Chiara Boni.
Ma di cos' è accusata Coco?
«Di essersi arruolata nel 1941 - dice Cacianti - nell' intelligence tedesca in stretto contatto con la Gestapo: matricola F7124 nome in codice Westminster. Coco, antisemita, voleva salvare la società del suo profumo di proprietà al 70% della famiglia ebraica Wertheeimes, che nel frattempo l' aveva venduta fuggendo in America. Sicché, Coco divenne l' amante di un ufficiale nazista. Il che faceva comodo ai tedeschi perché Chanel aveva rapporti privilegiati con Churchill, che infatti la salvò dal carcere nel '44».
Parola all' imputata Boni: «La vendita fu finta, Wertheeimes, tornò a fine guerra, ricomprò le sue quote e finanziò la riapertura dell' atelier nel '54, restando al fianco di Coco». La sentenza arriverà dal pubblico. Ma a notte come in ogni processo importante.
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Chiara Boni
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