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Stefano Landi per il ''Corriere della Sera''
Non è stato un bel regalo di compleanno. Il 13 marzo, nella notte tra le due date al Forum d' Assago, la voce di Ligabue si è arresa a settimane di scricchiolii: non era una ricaduta influenzale (come sperava il cantante reggiano) ma un polipo tra le corde vocali di sinistra. I medici impongono lo stop forzato a un tour maledetto, partito a singhiozzo proprio per i problemi alla voce del Liga, che ora viene rimandato in blocco a settembre: «Dopo tre quattro pezzi l' altra sera ero quasi afono. Mi sono fatto visitare e mi hanno diagnosticato la malattia professionale di chi canta: mi devo operare» ha spiegato nel video postato ieri sulla sua pagina Facebook.
Il tour nei palasport per portare in giro il nuovo disco «Made in Italy» sarebbe dovuto partire il 3 febbraio da Roma, ma era stato posticipato al 14 febbraio ad Acireale. Ligabue, che mai aveva avuto problemi con la voce, ha retto le prime 17 date (numero non fortunato di suo) delle oltre 50 in agenda. Sembrava bastasse un po' di riposo invece cantare sull' infiammazione ha peggiorato le cose.
«Curo la sua voce da 12 anni e mai aveva avuto problemi: Luciano è un vero atleta, corre quasi 12 chilometri ogni mattina, è attento all' alimentazione, non fuma» spiega Maurizio Zappatini, vocal coach anche di Elisa e Francesco Renga. Tutto è partito con una normale influenza: tosse e raffreddore diventati poi laringite acuta alle corde vocali, proprio alla vigilia della partenza del tour. «Cantando sopra la corda infiammata, sotto sforzo, si sono rotti alcuni capillari. Il riposo in questi casi non basta: alla prima ricaduta il problema ha imposto l' operazione. Ormai è un intervento di routine, molto semplice. Dopo qualche mese di riabilitazione si riparte come nuovi» dice Zappatini.
A Ligabue è stato diagnosticato lo stesso problema che era toccato nel 2011 a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Negli ultimi anni tanti artisti si sono dovuti arrendere alla raucedine. È successo a Samuele Bersani (fermo per quasi un anno), a Laura Pausini, Alessandra Amoroso. Ma anche a tanti artisti stranieri, come Adele, Miley Cyrus, Paul Young e soprattutto a Jonas Kaufmann, il re dei tenori.
«Oggi si fanno concerti più lunghi di una volta. Anche i tour impongono sforzi fisici maggiori. In America da tempo i grandi artisti hanno un allenatore della voce. Succede a Springsteen come a Beyoncé.
Da noi forse si sottovalutano i rischi. In America poi si usa spesso il paracadute del playback quando ci si esibisce in serate con qualche acciacco fisico. Ma Ligabue è una cosa che non farebbe mai» aggiunge Zappatini.
«Questo tour non finisce, riprenderà tra settembre e ottobre negli stessi palazzetti, nelle stesse città dove avete preso i biglietti - ha spiegato Ligabue scusandosi con il pubblico -. Vi ho visti entusiasti, più giovani del solito, cosa che mi ha fatto oltre a un po' di sorpresa, molto piacere. Voglio ripartire da quest' idea, ho bisogno di un po' di mesi per rimettermi in sella, ma lo farò».
Così si ripartirà il 4 settembre da Rimini. Dopo il concerto del 6 a Lugano, l' 8 e il 9 le due date dove tutto si era fermato a Milano. E via, passando per altre 32 tappe, fino al 27 e 28 ottobre a Bologna. I biglietti restano validi per le nuove date corrispondenti. Chi invece decidesse di non aspettare l' autunno, può chiedere il rimborso entro il 14 aprile.
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