il cast de il padrino - the godfather coppola

ECCO COME HOLLYWOOD REALIZZÒ “IL PADRINO” - MARIO PUZO CEDETTE I DIRITTI PER 80 MILA DOLLARI PER PAGARE I DEBITI DI GIOCO, COPPOLA  AVEVA DETTO NO AL FILM PERCHÉ AVEVA TROVATO IL LIBRO TROPPO VIOLENTO - POI ACCETTA, SU CONSIGLIO DI GEORGE LUCAS, E IMPONE MARLON BRANDO CHE LA PARAMOUNT NON VOLEVA - E AL PACINO SCALZÒ IL PRESCELTO ROBERT REDFORD…

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Piero Negri per “la Stampa”

 

Mario Puzo

Lo scrittore aveva ceduto i diritti del suo libro per 80 mila dollari, «per pagarsi i debiti di gioco». Il produttore era stato chiamato a Hollywood pochi anni prima per salvare «il nono tra gli otto studios più importanti di Hollywood», la Paramount, dal passato glorioso ma sull'orlo del fallimento. Il regista aveva diversi film alle spalle, perlopiù di genere, e aveva fondato a San Francisco uno studio con l' idea di girare film d' autore, e aveva detto no all'idea di girare il film tratto da Il Padrino , il romanzo di Mario Puzo.

IL CAST DE IL PADRINO - THE GODFATHER

 

La storia di come Hollywood realizzò Il Padrino , il film destinato a cambiare le regole del gioco del cinema popolare, è un romanzo in sé, forse più appassionante di quello che l' ha ispirato. Francis Ford Coppola aveva poco più di trent' anni quando fu scelto per un incarico che - contrariamente a una celebre battuta del film - non era esattamente un'offerta che non si poteva rifiutare. Robert Evans, il boss della Paramount, l' aveva proposto a tutti i registi più caldi del momento.

 

IL CAST DE IL PADRINO - THE GODFATHER

Peter Bogdanovich ha raccontato poche settimane fa di aver risposto «La mafia non mi interessa», in Italia si racconta da sempre che Sergio Leone abbia rifiutato senza pensarci troppo (e probabilmente pentendosene) forse perché aveva in testa una sua storia di gangster, quella di C'era un volta in America , che uscirà solo nel 1984.

 

MARIO PUZO - IL PADRINO - THE GODFATHER

Ci vorrebbe un italo-americano e un giovane, uno bravo che sappia lavorare con un budget ridotto: uno come Francis Ford Coppola, che dice di aver letto solo le prime 50 pagine del libro di Puzo e di averlo trovato troppo violento. Ma la sua società deve 600 mila dollari alla Warner Bros., uno dei suoi collaboratori più stretti, George Lucas, glielo fa notare e lo convince: «Francis, ci servono soldi, che cosa hai da perdere?».

 

Coppola accetta, riesce a far salire il budget da due a sei milioni di dollari, lo ambienta nei più costosi Anni 40 e riesce a convincere Marlon Brando a diventare Don Vito Corleone e insieme a far accettare il «difficile» Brando alla Paramount. Impone un poco noto attore teatrale, Al Pacino, per un ruolo, quello di Michael Corleone, per cui il produttore voleva i biondi e alti Robert Redford o Ryan O' Neal. Nessun attore percepì più di 50 mila dollari, tranne Brando, che fu ricompensato con quella cifra per un impegno di sei settimane (più 1.000 dollari di rimborso spese a settimana) e con il 5% degli incassi, fino a un massimo di 1,5 milioni di dollari. Fece un affare anche lui: il film uscì nel marzo 1972, nel primo mese negli Usa incassò un milione di dollari al giorno.

ROBERT DE NIRO E AL PACINOrobert de niro in il padrino parte ii