DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Articolo di “The Guardian”*, pubblicato da “La Stampa”
THE GUARDIAN ARTICOLO SU ROBERTO SAVIANO
Le draconiane leggi italiane sulla diffamazione sono state sfruttate a lungo dai potenti per intimidire e mettere a tacere le voci spiacevoli. Ogni anno si avviano migliaia di procedimenti giudiziari contro i giornalisti investigativi, e la Corte costituzionale del Paese ha esortato a definire e varare la tanto attesa riforma a tutela della libertà di espressione e dell'indipendenza della stampa.
L'ignobile aggressività ai danni di Roberto Saviano, uno degli scrittori italiani più famosi, illustra chiaramente perché tale riforma sia indispensabile prima possibile. Saviano è stato appena processato e rischia una condanna al carcere per l'accusa di diffamazione penale su querela del primo ministro italiano, Giorgia Meloni.
ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA
Il caso parte dai commenti fatti due anni fa durante uno spettacolo televisivo, quando Saviano condannò la campagna di Meloni come leader dell'opposizione per impedire che le navi delle Ong soccorressero i rifugiati nel Mediterraneo.
Reagendo emotivamente alla visione di un filmato nel quale una madre piangeva il figlioletto morto quando il gommone dei migranti si è ribaltato, Saviano ha definito «bastardi» Meloni e il suo alleato della destra radicale Matteo Salvini. Parallelamente, Saviano deve affrontare altri due distinti processi per diffamazione intentati da Salvini, oggi vice primo ministro, e da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, che lo vedranno comparire in tribunale nei primi mesi dell'anno prossimo.
ROBERTO SAVIANO AL TRIBUNALE DI ROMA
La settimana scorsa, Salvini ha chiesto di comparire come querelante nella causa intentata da Meloni, il cui processo dovrebbe riprendere il mese prossimo.
Lo spettacolo dei politici italiani più potenti che si coalizzano in questo modo per intimidire uno scrittore è indegno di uno stato membro fondatore dell'Unione europea.
Come ha sottolineato la Corte europea dei diritti umani, i politici dovrebbero essere tenuti a sopportare livelli più alti di critiche e di inchiesta, considerata la loro posizione pubblica. Il diritto di esprimere a voce alta il dissenso su questioni di pubblico interesse è una parte essenziale di qualsiasi democrazia ben funzionante.
Il legale di Meloni ha lasciato intendere che la causa da lei intentata è giustificata dal «disprezzo manifestato» da Saviano durante il programma televisivo. Chiunque conosca la retorica incendiaria di Meloni quando parla di migranti e di altri temi resterà sicuramente sorpreso da tale manifestazione di sensibilità da parte sua.
THE GUARDIAN ARTICOLO SU ROBERTO SAVIANO
Se si permetterà che continuino tali dichiarazioni vessatorie, il loro impatto alimenterà sempre più un clima di paura e di autocensura tra i redattori e i giornalisti italiani. In una dichiarazione di supporto a Saviano, il presidente del Pen International, Burhan Sonmez, ha osservato che «le cause penali per diffamazione logorano le loro vittime, li defraudano del loro tempo, dei loro soldi e della loro energia vitale».
Le minacce di morte seguite alla pubblicazione nel 2006 del suo libro Gomorra, la denuncia di Saviano della mafia napoletana, lo hanno costretto a una vita in clandestinità e a essere sempre scortato da agenti della polizia. In tale contesto, è inammissibile che per motivi così pretestuosi i politici italiani ai vertici lo prendano serenamente di mira con azioni legali di alto profilo.
Sembra che il team di legali di Meloni possa ancora decidere di ritirare le accuse prima che il processo a Saviano riprenda a dicembre. Una decisione in questo senso era stata anticipata e divulgata dopo la sua nomina a primo ministro in autunno. È deprecabile che, nonostante questo, le udienze della settimana scorsa siano andate avanti.
ROBERTO SAVIANO MASSIMO GIANNINI AL TRIBUNALE DI ROMA
Meloni e i suoi alleati tendono ad alzare gli occhi al cielo quando sentono i critici liberali ammonire che l'Italia ha preso una brutta svolta autoritaria. La caccia vendicativa nei confronti di un giornalista illustre che ha avuto la temerarietà di dare loro dei «bastardi» sembra invece supportare proprio questa tesi. Meloni, Salvini e Sangiuliano dovrebbero richiamare indietro i loro cani da caccia e lasciare che Saviano lavori in pace.
*Traduzione di Anna Bissanti
SAVIANO BASTARDO - LA PRIMA PAGINA DI LIBERO DEL 16 NOVEMBRE 2022savianoROBERTO SAVIANO GIORGIA MELONI
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