veronica lario berlusconi sorrentino

COMPAGNA VERONICA! – SORRENTINO: “L’OPPOSIZIONE A LUI E ALLA SUA POLITICA, ALLA SUA IDEA D’ITALIA, L’AVEVA IN CASA. ADDIRITTURA NEL PROPRIO LETTO MATRIMONIALE, ACCANTO A LUI” – ‘CON L'ETÀ SONO DIVENTATO PIÙ CONCILIANTE E IL MIO SGUARDO SU DI LUI, NEL FILM, È ALL'INSEGNA DELLA TENEREZZA’ - ’IL MIO INCONTRO CON BERLUSCONI ERA E DEVE RIMANERE PRIVATO. TRA GENTILUOMINI SI USA COSÌ”

1. «HO RACCONTATO LE PAURE E LE DEBOLEZZE DELL'UOMO»

Gloria Satta per il Messaggero

 

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Dispiaciuto di non andare a Cannes? «No, ci sono stato tante volte! Come ha spiegato il direttore del Festival, Thierry Frémaux, il mio doppio Loro era troppo lungo per la Croisette. Ne sto montando una versione unica per i mercati stranieri».

 

Ma cosa voleva raccontare nei due film?

«Sono partito da un periodo storico concluso, gli anni tra il 2006 e il 2010, per analizzarne un aspetto meno conosciuto: i sentimenti di Berlusconi».

 

Abbronzato dopo una vacanza familiare in Oman, disteso e ironico, Paolo Sorrentino parla di Loro (il secondo capitolo uscirà il 10 maggio con Universal) interpretato da un immenso Toni Servillo nei panni del Cavaliere alle prese con la moglie Veronica Lario (Elena Sofia Ricci, mai così brava) e una corte di adulatori, questuanti, politici, olgettine.

 

Loro 1 ha già incassato 2 milioni e 200mila euro, secondo al box office soltanto agli Avengers: se lo aspettava?

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«Non mi aspettavo nulla, come ogni volta che giro un film».

 

Cosa risponderebbe a chi l' accusasse di scarsa severità nei confronti di Berlusconi?

«Attaccarlo sarebbe stato anacronistico, fuori tempo massimo. Con l' età sono diventato più conciliante e il mio sguardo su di lui, nel film, è all' insegna della tenerezza. Cinema e libri devono aiutare a comprendere la realtà».

 

Quando iniziò la sceneggiatura, nel 2016, il Cavaliere era uscito di scena. Il suo ritorno in pista la sorprende?

«No, proprio lavorando su di lui ho scoperto la sua volontà coriacea e il forte orgoglio. Ma il punto di partenza del film è stato la storia d' amore con Veronica».

 

LORENZO MIELI PAOLO MIELI SORRENTINO

Che impressione ha avuto quando ha incontrato il Cavaliere?

«Il nostro incontro era e deve rimanere privato. Tra gentiluomini si usa così».

 

Silvio si risentirà rivedendosi sullo schermo?

«Non posso rispondere per lui, ma conosco la sua autoironia».

 

È stato più difficile raccontare il Papa immaginario della serie The Young Pope o Berlusconi nei due capitoli di Loro?

«Berlusconi, senza dubbio: quando affronti un personaggio reale, sei obbligato a contenere la libertà creativa».

 

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Realizzerà la nuova serie The New Pope?

«Sì, è in programma. Ma ora mi riposo. Girare Loro è stato faticosissimo, una delle mie imprese più toste».

 

Vede punti di contatto tra l' Andreotti del suo capolavoro Il Divo e il Cavaliere, entrambi interpretati da Servillo?

«No. Andreotti è indecifrabile, l' incarnazione del potere venuto da lontano, dalla Chiesa. Mi ero messo in testa di scoprire se avesse dei sentimenti: con Toni dicevamo che fargli provare qualcosa era come pretendere di vedere un' Alfa Romeo commossa. Berlusconi, invece, possiede un' emotività che gli ha permesso di entrare in connessione con gli italiani».

 

È legittimo identificare i personaggi del film con i veri protagonisti della cronaca?

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«No, è un inutile gioco da rotocalco. Sono veri i personaggi a cui ho mantenuto il nome: Silvio, Veronica, Confalonieri. Agli altri l' ho cambiato perché sono immaginari e non desidero che vengano identificati con persone uscite di scena da anni».

 

Nemmeno Santino Recchia, il politico-poeta interpretato da Fabrizio Bentivoglio, è riconducibile a Sandro Bondi?

«No, una persona su due scrive poesie. Vengo regolarmente importunato da gente che mi sottopone i suoi versi».

 

In definitiva, Loro è un film politico?

«No, nemmeno ideologico o schierato. Attraverso i sentimenti del protagonista, racconta le fragilità umane e le paure universali della vecchiaia, della morte».

 

Kasia Smutniak_Riccardo_Scamarcio -loro-1- paolo sorrentino

Intendeva dire che lui, Berlusconi, è migliore di loro che gli stanno intorno?

«Niente classifiche. Quando sono in gioco i dolori e le paure, non ci sono vincitori né vinti. Loro racconta un universo in difficoltà in cui possiamo riconoscerci tutti».

 

2. VERONICA MEJO DI SABINA GUZZANTI

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Paolo Conti per il Corriere della Sera

 

Paolo Sorrentino, il 10 maggio uscirà il suo Loro 2. Lei sostiene:  ‘’si dice che si sappia molto sia del Berlusconi politico che dell’uomo, ma io ne dubito>.

 

LORO SORRENTINO BERLUSCONI SERVILLO VERONICA LARIO ELENA SOFIA RICCI

Il film cosa svela di Berlusconi?

<Gli strumenti per svelare Berlusconi li hanno i giornalisti. Il mio film non vuole né rivelare né giudicare ma indagare un personaggio che si è raccontato molto negli anni,  però soffermandosi sulla dimensione sentimentale, quella che per natura gli uomini sono poco propensi a mostrare.

 

Che Berlusconi emerge?

Il film è un lavoro di invenzione. La vera dimensione dell’uomo posso solo immaginarla, rendendola coerente e verosimile tenendo conto di molti fatti reali accaduti tra il 2006 e il 2010, e di altri immaginati. L’ho girato come un film ‘in costume’…

 

LORO SORRENTINO BERLUSCONI APICELLA SERVILLO

Carlo Freccero pensa che il suo sia un ritratto affettuoso di Berlusconi…

Non so se sia affettuoso, ciascuno vede nel film ciò che vuole, è giusto così

 

Berlusconi talvolta è  una maschera tragica: conscio della vecchiaia, solo, circondato da sfruttatori, con i ‘sogni diventati incubi’.  Pensa sia verosimile?

loro berlusconi e il bunga bunga by paolo sorrentino

Credo che Berlusconi , come tanti  anziani, abbia i suoi cedimenti, le sue paure,  le sue sconfitte. Solo che nessuno tra noi mortali può reagire organizzando feste con decine di ragazze, né finanziare il san Raffaele perché studi l’ibernazione e la possibilità dell’immortalità, come ho letto…

 

Ovviamente è  partito intorno al film il gioco che lei definisce ‘delle figurine’. Ovvero, chi è chi. A chi sono ispirati i personaggi .

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Sono ispirati alla realtà solo quelli che portano veri nomi:  Silvio, Veronica, Mike Bongiorno, Ennio Doris, Fedele Confalonieri. Gli altri sono immagini poetiche: sintesi di tante, unite alla fantasia. Il  Santino Recchia di Fabrizio Bentivoglio non è Sandro Bondi… sì, recita poesie su Berlusconi, ma mezza Italia scrive versi. La Kira di Kasia Smutniak non è Sabina Began,  nella Cupa Caiafa di Anna Bonaiuto si possono sospettare tante, ma diverse donne politiche di quel periodo

 

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Veronica Lario diventa una specie di pubblico ministero della vita di Berlusconi nella lite in cucina: “Sei malato, vai con le minorenni,  sei rimasto un piazzista, hai solo barato, non ti sveli mai, volevi occuparti dell’Italia e invece ti sei occupato solo di te stesso, sei un bambino che ha paura della morte”. Solo  alcune frasi  sono attribuibili a Veronica Lario: perché affidarle questo compito nel film? 

Perché quando due coniugi litigano si dice sempre la verità ma talvolta si esagera. E qui il personaggio forse esagera ma dice la sua verità. Non a caso la lite avviene in cucina, come i confronti familiari che tutti abbiamo…

 

Sì, ma in questo caso c’è di mezzo l’Italia e la sua storia…

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Certo. La dimensione del film è un racconto fantastico e insieme storico. Diciamo che ho elaborato un’idea semplice. Berlusconi ha sempre insistito sull’anticomunismo, ne ha parlato tantissimo. Ma forse non ha tenuto conto che ciò che lui riteneva ‘comunismo’, ovvero l’opposizione a lui e alla sua politica, alla sua idea d’Italia, l’aveva in casa. Addirittura nel proprio letto matrimoniale, accanto a lui. Non mi permetto di supporre che Veronica Lario sia stata ‘comunista’, qui  siamo nel divertissement, nelle ipotesi…

 

Non teme  di aver fatto, con l’uscita del doppio film,  un bel regalo a Berlusconi proprio ora che si trova in difficoltà sulla scena politica,  quasi in ombra rispetto a Matteo Salvini? 

loro veronica lario by paolo sorrentino

Due anni fa, quando cominciai a scrivere il film, nessuno avrebbe mai scommesso sul suo ritorno in politica. Poi lui è riapparso, e non è certo mia responsabilità. Il suo rientro però mostra oggettivamente l’orgoglio, la volontà, la determinazione non comuni di un uomo capace, come nessuno, di reggere  agli attacchi, di non soccombere di fronte a chi  non è d’accordo con lui. La maggior parte della gente, nelle sue condizioni, sarebbe scappata.  Come dice Hemingway, nessuno vive la propria vita fino in fondo eccetto i toreri . Berlusconi è proprio un torero, scende nell’arena e non molla fino alla fine.

loro berlusconi by paolo sorrentino

 

Lei racconta le ragazze sulla piscina in Sardegna e anche i giovani pompieri del terremoto a L’Aquila, tutti disperati per motivi diversi.  Ha voluto lanciare un messaggio sulle paure delle nuove generazioni?

Non saprei girare un film sui problemi  sociali. Ho usato il registro dei sentimenti. In quel periodo, per una straordinaria convergenza, c’erano molte paure nell’aria. Invece che bloccarsi, tutti sono apparsi in perenne movimento, animati da una spinta vitalissima. Ma il passo era da centometristi.

Finita l’energia, c’è stata un immenso carico di delusione

 

loro il bunga bunga by paolo sorrentino

Il finale: il  Cristo  morto e dolente estratto con una gru  dalla chiesa distrutta e deposto sulle macerie de l’Aquila è un simbolo di speranza, di rinascita?

La scena è ispirata al vero fatto della basilica di Collemaggio. So che è un bel finale. Certo: è un simbolo. Ma non ne devo parlare io, ogni spettatore deve vedere il suo>