DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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La vita a Malibu è solo un lontano ricordo per Pamela Anderson. «Se non fosse per i miei figli non vorrei mai tornarci» rivela a “The Hollywood Reporter” in un’intervista fiume in cui racconta le sue preoccupazioni per l’amico Assange, la sua vita nel sud della Francia, le sue perplessità su Donald Trump e le frequentazioni che l’hanno catapultata al centro della scena geopolitica.
Pamela, che ha compiuto 50 anni la scorsa estate, vive in una casa di Marsiglia che divide con il suo nuovo fidanzato, la stella del calcio francese Adil Rami, 32 anni. Da un anno ha iniziato a intrecciare una serie di amicizie.
«Se la politica crea strani compagni di letto, Anderson si è lanciata in un'orgia, diventando amica di tutti - scrive Tatiana Siegel che l’ha intervistata - Si va dall'attivista miliardario Sheldon Adelson a Bill Clinton, dal guru kosher del sesso Rabbi Shmuley Boteach alla designer punk Vivienne Westwood fino all'artista pop Jeff Koons. Come sostenitrice dei diritti degli animali, è stata invitata a parlare in luoghi che vanno dalla Oxford University al Cremlino.
gli amici di pamela come arrivare da putin a paris hilton
E poi, naturalmente, ci sono state strane voci su di lei che frequentava un certo presidente russo. "Adoro questa domanda", dice ridendo Pamela quando le viene chiesto del suo rapporto con Vladimir Putin. Ma lei in realtà non risponde».
L’amicizia con Assange. Ma il rapporto di gran lunga più controverso nella sua vita, al momento, è con Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, rintanato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra da sei anni per evitare l'estradizione, in Svezia prima e ora negli Stati Uniti. Come una sex symbol di Hollywood sia diventata amica dell'hacker più ricercato al mondo è un mistero.
Pamela si limita a dire che «si sono conosciuti anni fa grazie a Westwood». Per il resto nulla di più: si rifiuta anche di rivelare l'esatta natura della loro relazione, anche se è chiaro che le sue numerose visite all'ambasciata li hanno avvicinati.
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«Parliamo di tutto - dice parlando della sua amicizia con Assange - Parliamo della Bibbia, parliamo di cosa sta succedendo con i miei figli, cosa sta succedendo con la sua famiglia. Non si tratta solo di politica, anche se prendo un sacco di appunti. Lui è così travolgente con le informazioni che mi dà».
Al momento è proprio lui la sua preoccupazione più grande: è passato quasi un mese dall'ultima volta che hanno parlato, e l'accesso a Internet di Assange è stato bloccato dal governo ecuadoriano.
«È tagliato fuori da tutto - dice - La qualità dell'aria e della luce all'ambasciata è terribile, perché non può tenere le finestre aperte e non riesce a far filtrare la luce del sole. Anche i prigionieri hanno la loro ora d’aria, ma lui ma no. Ho parlato con lui al telefono il giorno in cui gli hanno staccato internet, ma da allora non so più nulla. È in grave pericolo».
Anche se la Svezia ha lasciato cadere le accuse di stupro che lo hanno messo in fuga, non può ancora uscire dall'edificio senza essere arrestato ed estradato negli Stati Uniti per essere processato per spionaggio.
«Accuse totalmente false – ha aggiunto - È stato accusato ingiustamente di così tante cose. È un modo per renderlo inoffensivo, cerco sempre di umanizzarlo perché la gente pensa che sia un robot o che sia uno schermo di un computer o che non sia un essere umano. È così incompreso e odiato, specialmente a Hollywood, a causa del monopolio di Clinton sui media».
Il caso Weinstein e Playboy. Lo scorso autunno Pamela si era attirata le antipatie da parte del movimento #Metoo dopo una dichiarazione sulle vittime di Weinstein: «Dovevano sapere in che cosa si stavano andando a cacciare». Le affermazioni avevano sollevato un polverone, ma lei non ha mai fatto un passo indietro, anzi. «Se qualcuno bussa alla tua porta in accappatoio o se vai tu in una stanza sai bene cosa può succedere».
Racconta che la cosa più vicina a un incontro spiacevole è stato il casting del film di Steven Seagal del 1992 “Under Siege”: «Mi ricordo che mi hanno detto: “Se non lo fai, allora quella ragazza dall'altra parte della sala lo farà, e lei otterrà il lavoro”. Io a quel punto ho detto: “Bene, bene, arrivederci”».
Il pensiero politico di Anderson, così come le sue relazioni personali, sono spesso complesse. Si dice femminista, eppure è apparsa sulla copertina di Playboy 14 volte e si è sentita offesa dal modo in cui Hugh Hefner è stato criticato dopo la sua morte.
«Odio quando la gente dice cose cattive su di lui, perché credo che abbia dato potere alle donne e credo che abbia fatto tante cose grandiose per i diritti civili - dice - Playboy è stata la mia università, ho imparato a conoscere l'attivismo, ho imparato a conoscere l'arte, ho imparato a conoscere gli artisti e c'erano sempre persone davvero colorate e meravigliose. Non c’era nulla di squallido».
La politica e Donald Trump. Pamela ha concordato con Bernie Sanders su molte questioni durante il 2016, ma quando lui è uscito dalla corsa, ha votato per Jill Stein. Non è una fan di Donald Trump, avendolo incrociato in passato quando faceva parte dell'universo di Playboy.
«Penso che fosse il suo compleanno – dice, ricordando il loro primo incontro - Sono stata assunta per essere lì, siamo stati tutti pagati 500 dollari al giorno. Era con la moglie - non so quale - ma non era niente di speciale».
La sua vita in Francia. Pamela racconta che la sua vita di tutti i giorni è abbastanza ordinaria. Al mattino la si può trovare con una lista di prodotti vegani da comprare o su uno yacht. Di sera, si diverte a casa con Rami e gli amici, ospitando barbecue vegani.
Lavora ancora come attrice nel cinema - comincerà a girare un film in lingua francese ad agosto con il regista Philippe Lacheau - ed è stata l'assistente di un mago in tournée nei Paesi Bassi e in Germania.
«I miei agenti mi hanno detto: “Non vorrai mai farlo”. E ovviamente io ho risposto: “Questa è l'unica cosa che mi avete portato che voglio fare!». E mentre Pamela nell’immaginario collettivo è ancora la bagnina che corre sulle spiagge dorate in Baywatch, lei partecipa a convegni per i diritti degli animali, finendo pure al Cremlino. «Parlo al Cremlino e a Vladivostok alla conferenza sulla green economy - dice – Non so cosa la gente si aspetti da me. Posso parlare di balene e ambiente, biodiversità e oceani. Posso parlare di tutto ciò che voglio, mentre penso che le persone mi guardino ancora cercando di capire: “Perché è qui?”».
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