DAI NEGOZI DI DISCHI AL FAX: LA CLASSIFICA DELLE COSE E DELLE ABITUDINI CHE IL PROGRESSO TECNOLOGICO HA RESO ANTIQUATE

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DAGOREPORT

Da "Business Insider.com"
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Negli ultimi cinquant'anni si è assistito a un progresso tecnologico senza precedenti nella storia umana. Le nostre abitudini, già rispetto a una decina d'anni fa, sono cambiate radicalmente, insieme al nostro modo di comunicare e di concepire i rapporti interpersonali.

"Business Insider" tenta di stilare una classifica in cui ricapitola le 25 cose o abitudini che sono diventate obsolete negli ultimi anni.

Fra queste ci sono sicuramente i floppy disk, i cd dati e ultimamente anche i dischi rigidi: i supporti, di ogni tipo, stanno scomparendo, sostituiti dal "cloud storage".

Sviluppare le fotografie. Le macchinette digitali e poi i cellulari con fotocamera hanno annullato le vecchie pellicole e le camere oscure.

Gli account e-mail a pagamento. Oggi, nel vero senso della parola, gli account te li tirano appresso.

La chiamata per internet (con annesso quel meraviglioso suonino della connessione del modem): oggi abbiamo il wi-fi.

Chiamare il centralino: abbiamo Google a disposizione.

Affittare videocassette. Qui c'è una doppia obsolescenza: non solo le videocassette non esistono più, ma il concetto di affittare un contenuto multimediale fa sorridere.

I navigatori satellitari. In realtà ancora li usiamo, ma ormai praticamente tutti gli smartphone ne hanno uno integrato.

Gli annunci di lavoro sui giornali: quegli stessi giornali sono diventati online. E di lavoro ce n'è meno di prima.

Il telefono fisso e i telefoni pubblici: con le linee disastrate che abbiamo in Italia, il fisso a casa ci serve ancora, ma ormai si comunica quasi solo attraverso il cellulare, che ha reso inservibili anche le cabine telefoniche.

Le cartine geografiche: perché rischiare che si perdano, che si brucino o che volino via? Sul nostro smartphone possiamo cercare qualsiasi luogo, compresa casa nostra, con una capacità di ingrandimento sorprendente (anche troppo...).

I bottoni: siamo ormai abituati a non premere più nulla, visto che ci basta far scorrere le dita su dei pezzi di vetro. E presto forse non sarà neppure più necessario.

Le alte tariffe per le chiamate internazionali: con Skype ci chiamiamo quanto vogliamo e ci guardiamo pure negli occhi. Per la gioia di tutte le mamme del mondo.

I fax: uno strumento che solo la burocrazia italiana si rifiuta categoricamente di pensionare (come d'altronde chi lo usa).

Le rubriche telefoniche, le enciclopedie, i dizionari, la carta in generale. È tutto concentrato nelle nostre tasche e consultabile dappertutto. Basta una rete wi-fi.

Le bollette. Queste arrivano lo stesso: anche se sono in formato digitale, stimolano sempre delle reazioni di rabbia e frustrazione incontrollate.

Le sveglie. Ce le abbiamo incorporate nel cellulare (ma spesso sono meno affidabili di quelle tradizionali).

I negozi di dischi. Oggi c'è iTunes, ma, lasciatecelo dire, i negozi erano tutta un'altra cosa.

Poi si passa a concetti più teorici. Le barriere, che non esistono più. Il perdere i contatti che con i social network non è più possibile (ma siamo proprio sicuri che sia un bene?).

 

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