IL GOVERNO DEI ROTTAMI! - NELL’ESECUTIVO LETTA C’È ANCHE ANTONIO GENTILE (SOTTOSEGRETARIO ALLE INFRASTRUTTURE): QUELLO CHE HA BLOCCATO L’USCITA DE “L’ORA DELLA CALABRIA” CON LA NOTIZIA DEL FIGLIO INDAGATO

1. ‘L'ORA DELLA CALABRIA', LA CENSURA RIGUARDA TUTTI NOI
di Antonello Caporale per "il Fatto Quotidiano" del 22 febbraio 2014

All'apparenza è il solito scandalo, la solita Calabria, i soliti interessi connessi, dominanti e immarcescibili. Invece, il divieto di andare in edicola imposto al quotidiano l'Ora della Calabria a causa di una notizia fastidiosa per il senatore Antonio Gentile, dominus di Cosenza e distributore spietato delle speranze di chi là vive, interpella non solo la coscienza di tutti gli italiani, dei giornalisti soprattutto.

(...)

La vicenda ci dovrebbe indurre a pensare che si può solo testimoniare la libertà, ma non vederla avanzare ovunque. Ci sentiamo vicini ai colleghi calabresi, e naturalmente solidali col direttore Luciano Regolo che ha rifiutato di sottostare al diktat padronale ("togli dalle pagine quella notizia!") nell'ora in cui siamo costretti a misurare la distanza che separa la Costituzione, il libro dei nostri diritti fondamentali e inalienabili (in questo caso l'articolo 21) e la vita quotidiana, il continuo, oramai svergognato modulo interpretativo delle regole: c'è chi comanda e chi ubbidisce. Chi s'arricchisce e chi si affama. Pare non esista speranza per un cambiamento e nemmeno l'illusione di una sua possibilità.

Invece - e per fortuna - la vicenda è stata svelata e il tributo che i colleghi calabresi hanno pagato per aver difeso il diritto a informare viene in parte compensato dalla speranza che questa vicenda contribuisca a irrobustire la linea della resistenza. A Cosenza, dunque, non è possibile scrivere su uno scandalo che coinvolge il figlio del senatore Antonio Gentile.

E chi è costui? È il possidente di una larga fetta di voti, che detiene in comunione con suo fratello Pino, assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria. È una delle famiglie forti della regione, e la loro dote è sempre offerta al campione di turno. I voti dei Gentile sono serviti a Berlusconi prima e ora sono nelle mani di Angelino Alfano. I voti non hanno odore né colore, vero? Non puzzano, non chiamano alla vergogna, anzi!

Il senatore Gentile, memorabile la sua proposta di assegnare il Nobel per la Pace al Cavaliere (si era nell'epoca pre-olgettine) è in corsa per fare il sottosegretario, si dice alla Giustizia (sic!) del governo che è appena nato.

Proprio questo qui, questo di Matteo Renzi, dell'uomo veloce, del fare in persona, di colui che vuole abbattere burocrazie e feudi, aprire a chi non ha diritti, sbattere le porte in faccia ai potenti di sempre. L'ipotesi è così concreta e plausibile da dimostrare nel dettaglio la misura della mistificazione, la falsità di una promessa pubblica. I Gentile, l'uno senatore l'altro assessore (con la figliola di quest'ultimo consigliere comunale e già vicesindaco di Cosenza) avanzano, e par di capire con ogni convinzione, la richiesta di mostrare all'Italia intera il proprio volto. Perciò questa apparente piccola vicenda calabrese è invece monumento dell'ipocrisia.

"Il cinghiale quando viene ferito ammazza tutti...", dice De Rose, stampatore del giornale all'editore e al direttore per scongiurare la pubblicazione della notizia infelice. E chi è De Rose? Dapprima presidente della Confindustria, poi candidato a sindaco a Cosenza di Forza Italia, oggi presidente di Fincalabra, la finanziaria regionale. Immarcescibili poteri connessi mostrano come l'uno (l'industriale) apra la bocca per pronunciare le parole presunte dell'altro (il politico onnipotente). Il senatore cinghialone s'arrabbia e ammazza tutti!

Se ci fosse un po' di dignità, di rigore nei comportamenti e di rispetto della minima verità, la politica dovrebbe ribellarsi, il Senato condannare un atto così spregevole e persino l'onorevole Alfano rinunciare, se davvero questa è la sua idea, di proporre al presidente del Consiglio questo nome come sottosegretario. E se non fosse così Renzi dovrebbe rifiutare di firmare un decreto di nomina.

La Calabria vive la sfortuna di essere sempre in minoranza. Minoranza dell'Italia ricca e minoranza anche in casa sua. Quella classe dirigente locale non avrebbe mai potuto avere la possibilità di dominare la scena pubblica se una porzione maggioritaria della società non fosse stata connivente, se il bene comune non venisse giudicato come una zucca vuota, un cesto rotto, una fanfaluca.


2. L'ORA DELLA CALABRIA, "PRESSIONI PER BLOCCARE NOTIZIA". E IL GIORNALE NON ESCE
Da www.ilfattoquotidiano.it del 19 febbraio 2014

Boicottata l'edizione dell'Ora della Calabria. Lo denuncia il direttore Luciano Regolo, che ha convocato una conferenza stampa per raccontare quanto accaduto la scorsa notte. "Si è consumato un fatto gravissimo per la libertà di stampa, la violazione delle più elementari regole della democrazia e del vivere civile.

Ultimata la lavorazione del giornale, a tarda ora -ha riferito Regolo - l'editore mi ha chiesto se non fosse possibile ritirare dalla pubblicazione l'articolo relativo all'indagine in corso sul figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, al quale sono contestati i reati di abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere nell'ambito del caso Asp. Di fronte alla mia insistenza, nella difesa del diritto di cronaca, ho minacciato all'editore stesso le mie dimissioni qualora fossi stato costretto a modificare il giornale, vanificando il mio lavoro e quello dei miei colleghi". La notizia è stata comunque pubblicata sul sito del quotidiano.

Mentre l'editore e il direttore parlavano di questo, "in mia presenza e in viva voce - prosegue Luciano Regolo - l'editore ha ricevuto la telefonata del nostro stampatore Umberto De Rose, il quale, ponendosi come "mediatore" della famiglia Gentile, faceva ulteriori pressioni per convincerlo a non pubblicare la notizia, ricordandogli che il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti". Avendo io ribadito all'editore che non intendevo in alcun modo censurare ciò che era stato scritto, ci siamo salutati.

Così De Rose - accusa il direttore dell'Ora della Calabria - dopo avere chiamato insistentemente la redazione, soltanto alle due di notte ha fatto sapere che il giornale non poteva andare in stampa per un guasto alle rotative". Il commento del responsabile del quotidiano regionale calabrese è duro: "È evidente che si è trattata di un'azione intollerabile e ingiusta, e aspetto serenamente che la Procura di Cosenza mi convochi per produrre la documentazione in mio possesso riguardo alle pressioni che Gentile, per interposta persona, ha effettuato per evitare che fosse divulgata l'indagine sul conto di suo figlio".

Fnsi e Sindacato Giornalisti della Calabria denunciano con "preoccupazione e allarme la vicenda della mancata pubblicazione dell'Ora della Calabria e si pongono al fianco dei colleghi del giornale e dei cittadini che hanno bisogno di una stampa libera da condizionamenti, da censure e da qualsiasi forma di pressione impropria e intimidazione".

In una nota del segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, e del vicesegretario della Fnsi e segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi definiscono "inquietante l'incidente alle rotative, che ha impedito la stampa ieri notte e la diffusione oggi del quotidiano L'Ora della Calabria" e che "getta una luce sinistra sui processi dell'informazione nella regione", tanto che Fnsi e Sindacato Giornalisti della Calabria, chiedono "ad alta voce alle autorità preposte che si faccia presto chiarezza sull'accaduto e si possa restituire serenità a chi fa informazione nella regione, perché l'incidente, se c'è stato davvero, è accompagnato da troppe circostanze ambigue se non oblique".

"Ricostruire la vicenda vale forse più di ogni timore e di ogni giudizio - proseguono - Il direttore del giornale, Luciano Regolo, ha infatti denunciato pressioni perché fosse censurato un articolo su una indagine relativa al figlio del senatore Tonino Gentile, Andrea, sotto inchiesta per presunto abuso d'ufficio, falso ideologico e associazione a delinquere sul cosiddetto caso dell'azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

Una discussione, su questo punto, tra il direttore e l'editore sarebbe stata inframmezzata dalla telefonata di uno stampatore, che avrebbe tentato di convincerlo a non pubblicare la notizia, con una metafora solitamente usata per indicare un rischio grave per le persone che si trovano davanti un ‘cinghiale ferito'". Fatto è che alle due della notte, aggiungono Siddi e Parisi, "lo stampatore avrebbe comunicato l'impossibilità a mandare in stampa il giornale per un improvviso guasto alle rotative. L'editore, Alfredo Citrigno, nega censure e dice di aver solo chiesto al direttore la verifica accurata sulla fondatezza delle notizie sul figlio del senatore Gentile. Lo stampatore, Umberto De Rose, replica negando qualsiasi intervento preventivo e qualsiasi simulazione di incidente alle rotative.

Il Comitato di redazione manifesta ‘sdegno per le pressioni subite dal giornale che ne hanno impedito la pubblicazionè. Ce n'è abbastanza, insomma, per pensare seriamente ai rischi della libertà di stampa e per pensare anche ad altro. Non vorremmo trovarci un giorno ad apprendere che, effettivamente, ‘a pensar male si fa peccato, ma qualche volta, ci si azzecca', secondo il detto di andreottiana memoria".

"Quella odierna, rappresenta una pagina nera nella storia recente della libertà d'informazione. Abbiamo saputo che il quotidiano ‘L'Ora della Calabria' non è andato in stampa perché, a quanto pare, le notizie in esso contenute erano scomode per qualcuno che si reputa talmente potente da potersi permettere di violare una delle più elementari libertà sancite dall'ordinamento giuridico di ogni paese democratico e che ha ritenuto di fare in modo che non venissero rese pubbliche - scrivono in una nota due parlamentari del Movimento 5 Stelle, Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti - Il seme della discordia - proseguono - riguarda le ultime clamorose novità in merito alle indagini relative alle consulenze d'oro all'Asp di Cosenza.

Stando alle ultime notizie, nel ‘gironè degli indagati sarebbe finito il figlio delsenatore Antonio Gentile, eletto nel Pdl e attuale coordinatore calabrese del Nuovo Centrodestra, Andrea: sarebbe stato il coinvolgimento di quest'ultimo a determinare le indebite quanto inaudite pressioni sulla testata calabrese, tanto da impedirne la pubblicazione. Un fatto gravissimo".

"C'è di che rimanere allibiti di fronte all'arroganza di chi è abituato a rimanere impunito nel nostro paese, in genere, e nella Calabria, in particolare, facendo un deserto della società civile: non possiamo non appoggiare la protesta dei giornalisti e di tutta la redazione della testata - scandiscono - Attendiamo fiduciosi l'evolversi della vicenda giudiziaria, ma non rimarremo in silenzio davanti a tali gesti vessatori, degni della più subdola criminalità organizzata: è inaccettabile l'intromissione politica nella libertà di informazione ed è intangibile la libertà dei cittadini di essere informati. I fatti, anche quelli scomodi ad alcuni, devono sempre apparire alla luce del sole e dove ciò non succeda ci penseremo noi del M5S ad illuminarli sotto la luce della verità"

 

 

l ora della calabria andrea gentile figlio di antonio sottosegretario nel governo renzi antonio gentile jpegantonio gentile RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE ALFANO E PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE LUCIANO REGOLO LUCIANO REGOLO E TIZIANA ROCCA