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Specchia fa confusione tra le fonti e dimentica che i rapporti tra Orfeo-Cappellini-Giandotti sono noti da tempo (articolo del Fatto a novembre scorso). Nessun sottotesto. Specchia in tv funziona, fossi il direttore di quella fascia gli rinnoverei le ospitate in Rai. pic.twitter.com/ZnTMwrhx57
— Giuseppe Candela (@GiusCandela) March 16, 2022
Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”
Curioso fenomeno antropologico: ad ogni cambio di direttore, in Rai, il tambureggiare del gossip s'infila nella gestione del palinsesto e dei talk politici. È un rito pagano.
Prendete Agorà, per esempio. Mario Orfeo non ha fatto in tempo ad insediarsi come capo dell'approfondimento informativo (onori e oneri, specie nel trattare con le presenze ingombranti di Vespa e Berlinguer...) di tutta la Rai, che già sulle sue spalle larghe piomba il primo rumor rilanciato da Dagospia e dal sito Tv Blog.
Secondo i quali il neodirettore Orfeo, scaduto il contratto di Luisella Costamagna alla conduzione di Agorà, appunto, vorrebbe avvicendarla con una «risorsa interna», nella fattispecie la collega Monica Giandotti.
Oppure con l'altra quota rosa Giusi Sansone. Oppure - se torniamo all'anchorman classico - con Senio Bonini o Roberto Vicaretti. Tutti giornalisti bravissimi, ognuno con la sua specificità: il polso di Monica, l'empatia di Giusi, la velocità di Senio, la capacità di analisi di Roberto.
GRAN VIVAIO
Tocca riconoscere che la Rai vanta, negli ultimi anni, un vivaio formidabile. Perciò un po' stride leggere su Tv Blog che Costamagna verrebbe sostituita nonostante «gli ascolti positivi ma c'è chi ha sempre ritenuto il suo stile e il suo approccio poco adatto al formato».
Continua il sito: «C'è anche chi accenna a una vendetta politica contro il Movimento 5 Stelle, a cui la giornalista è stata più volte associata».
Quindi non solo si tratterebbe di persecuzione politica, ma la prima candidata a prenderne il posto, Giandotti, sarebbe - sempre secondo i gossip - «legata sentimentalmente a Stefano Cappellini, giornalista attualmente capo della redazione politica di Repubblica. Un matrimonio con testimone d'eccezione: Mario Orfeo, direttore dell'Approfondimento Rai».
monica giandotti foto di bacco
Il sottotesto, non elegantissimo, sarebbe: fanno fuori una fior professionista per dar spazio alla preferita del nuovo direttore. Ora, non cadrò nella trappola di prendere posizione, anche perché, a parlar di Rai, quasi sempre la politica avvolge i talk col suo zefiro lottizzatorio. Ma, suvvia, il caso Agorà non è affatto un caso.
Luisella - tosta, preparatissima ai limiti della secchionaggine - è un'esterna di alto costo per la rete, e non ha raggiunto gli obiettivi dell'8% di share richiesti (la media è 7,7% scarso con lo zenith del 9,6% col voto del Quirinale e il nadir del 5,30% d'inizio stagione). E, certo, è accreditata come vicina ai 5 Stelle, quando c'era Giuseppe Conte. Che ora non c'è più.
INTERNI ED ESTERNI
Ma non è che Giandotti sia una passante dei palinsesti. Anzi.
Ha ben condotto Agorà Estate nel 2018 e 2019 toccando l'8-9% pur aiutata dalla congiunture politiche favorevoli dell'insediamento del governo gialloverde e della crisi del Papeete; e ha fatto bene anche a Unomattina (fino a 18% nella seconda parte).
stefano cappellini foto di bacco
Evocare la storia di Orfeo testimone di nozze qui è una fesseria. Poi c'è Bonini l'ipercinetico, che già conduce Agorà Extra - migrante da RaiNews24 dopo avere passato un provino - e fa il 6,4% laddove il target era il 6%.
E ancora: Sansone addirittura s'è inventata ex novo, dal deserto d'ascolti del week end, una versione di Agorà da 6%, nel solco dell'approccio intimo alla notizia di Serena Bortone (che ora fa sfracelli nel pomeriggio di Raiuno con Oggi è un altro giorno).
Vicaretti, ex Agorà anche lui, è una sicurezza da anni. La differenza tra Giandotti, Bonini, Sansone, Vicaretti e Costamagna è che i primi sono tutti interni Rai che rendono oggettivamente più degli esterni.
Sta nelle prerogative del direttore fare le sue scelte, come a suo tempo fece, giustamente, Di Mare con la Costamagna. Ma da qui a dire - almeno sulla carta - che preventivamente siano scelte sbagliate, be', ce ne corre...
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