DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Silvia Fumarola per “la Repubblica”
Una stagione divisa in due: col suo storico talk show su Retequattro a novembre, e capoprogetto della nuova Domenica in con Paola Perego e Salvo Sottile, che debutta il 27 settembre su RaiUno. Maurizio Costanzo è seduto nello studio e prende appunti su un’agenda, dieci schermi accesi, un esercito di tartarughe portafortuna sulla scrivania, il gatto che si aggira nel corridoio.
«Non lavoro in esclusiva per nessuno», dice pimpante «ho registrato otto puntate per RaiStoria, Bella storia , sui giovani imprenditori più sei puntate di Rai Premium sugli sceneggiati sono innamorato delle Teche Rai».
Ha ancora senso fare un contenitore la domenica pomeriggio?
«L’età media si è allungata e quella del pubblico della tv generalista è alta. Ho fatto per undici anni Buona domenica su Canale 5, so quali sono le abitudini degli italiani. Partiamo alle 16.30 non possiamo iniziare con gli strilli , la gente ti odia, la domenica si appisola dopo mangiato. Faccio un discorso più di marketing che autorale, non puoi prescindere dall’osservazione della realtà».
La realtà è che la gente si appisola.
«Certo. Ma so anche che il pubblico di una certa età ama la memoria, la piacevolezza del racconto, le storie. Il primo che dice “portaci i giovani” lo querelo: i giovani non torneranno alla tv generalista né oggi né mai, stanno sul web giustamente.
Mi accingo a una domenica contro una Barbara D’Urso che vende un tanto l’etto le emozioni, mi dicono che si sia turbata per il mio arrivo in Rai, ma deve stare tranquilla: il siparietto con Loredana Lecciso che parla di Albano e poi compare all’improvviso Romina, io non la farò mai».
E quindi cosa farà?
«Con Salvo Sottile vorrei ricostruire fatti di cronaca, anche del passato, con Luca Zanforlin che lavora con me puntiamo sulla memoria, sono il vero antidoto all’Alzheimer, come la Settimana enigmistica . Però chiariamoci: se uno di 45 anni vede Domenica in non prende la scossa, magari scopre o impara qualcosa ».
Si chiedono tutti come sia arrivato a “Domenica in”.
«Me l’ha chiesto il direttore di RaiUno Giancarlo Leone, mio amico da una vita. Sono andato il 25 alla presentazione dei palinsesti Rai ho vissuto un clima di affetto e carineria nei miei confronti che non pensavo».
Ma si sente più legato alla Rai o a Mediaset? Ha sempre detto che voleva finire la carriera in Rai.
«Ho passato gran parte della carriera a Canale 5, non mi sento né Rai né Mediaset, mi sento figlio della televisione, ma è ovvio che il Costanzo show lo posso fare solo su Mediaset. Con la Rai ho un legame sentimentale».
Il tema della memoria le sta a cuore.
«La memoria è vita, un antidoto alla vecchiaia. Le teche sono la nostra storia. Abbiamo immaginato un grande tavolo dove far sedere gli ospiti per fare una specie di gioco della verità. Nei promo vorrei mandare Sottile e la Perego a pranzo da una famiglia, sono loro il nostro pubblico, non dobbiamo fare finta che ci rivolgiamo ad altro».
Si aspettava, alle soglie degli 80 anni, di tornare a fare tv?
«Il Costanzo show è stato determinante a dimostrare che ero vivo, presente a me stesso, e riconoscevo gli ospiti. Lo sa come succede in tv: se non fai programmi sei morto, una follia».
fiorello sgarbi al maurizio costanzo show
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