
FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA…
“HO IMMAGINATO DI TUTTO, PERSINO DI DIMAGRIRE: MA ARRIVARE A 25 ANNI DI MATRIMONIO” - MAURIZIO COSTANZO: “IO E MARIA NON ABBIAMO MAI LITIGATO E PER LEI FAREI DAVVERO QUALUNQUE COSA: ANCHE SCALARE L'EVEREST - IL MIO EREDE? GIOVANNI FLORIS - SALVINI E’ IL COMUNICATORE PIU’ EFFICACE - LA GENTE COMUNE IN PARLAMENTO? NON BISOGNA MICA AVERE IL PATENTINO PER FARE POLITICA…”
Federico Novella per “la Verità”
«E che sarà mai». Pur di fronte ai tumultuosi cambiamenti della politica e della tv, Maurizio Costanzo, a 80 anni appena compiuti, riesce ancora a incuriosirsi senza drammatizzare. Il «talk showman» della televisione italiana, per usare una dicitura indovinata di Aldo Grasso, sta per tornare sugli schermi di Canale 5 con le sue creature di successo: l' intramontabile Maurizio Costanzo show e i faccia a faccia dell' Intervista.
Oggi se non sai comunicare non puoi far politica con successo. Chi è il migliore?
«Il più efficace comunicatore, al di là dei concetti che esprime, è senz' altro Matteo Salvini. Ha una grande fortuna: è capace di dire ciò che la gente vuol sentirsi dire».
maurizio costanzo matrimonio con maria de filippi
Chi invece zoppica di più?
«Davvero tanti. Il Pd sull' efficacia della comunicazione deve ancora lavorare. Magari ispirandosi a ottimi modelli del passato, penso a Enrico Berlinguer, Gian Carlo Pajetta, ma anche Pier Luigi Bersani».
I tempi cambiano. Al Costanzo show ha fatto cantare Albachiara di Vasco Rossi a Matteo Salvini. Giulio Andreotti non l' avrebbe mai fatto.
«Però Andreotti proprio al Parioli rivelò che la dichiarazione d' amore a sua moglie la fece al cimitero del Verano, a Roma. Se ci pensa, è una frase che ha la stessa valenza di Albachiara».
Lei sa sempre trovare la domanda giusta. Ma con i nuovi media, ormai i politici le domande se le fanno da soli.
«Quelli sono monologhi. E mi creda: alla lunga non funzionano».
Ma il politico showman è un bene o un male?
«Si riferisce al pericolo che arrivi un grande incantatore di serpenti che punta a fregare chi lo ascolta? Io attualmente questo pericolo non lo vedo».
Con i suoi programmi la gente comune è entrata nella tv. Oggi quella stessa gente ha espugnato il Parlamento?
«Un po' è così, e a me non dispiace. In fondo mica bisogna avere il patentino per fare politica».
Lei ha detto che l' onestà una volta era il minimo sindacale, mentre oggi è un optional.
«E ne sono ancora convinto».
maurizio costanzo maria de filippi
Il Costanzo show è nato nel 1982, quando un chilo di pane costava 500 lire. Oggi continua a essere un format di successo. Ha dovuto riadattarlo alla velocità dei tempi moderni?
«In realtà non ne ho avuto bisogno. È un programma che ha 4.500 puntate alle spalle, e sa perché? Promuove un intrattenimento parlato capace di intercettare i sentimenti del pubblico. Pensi che molti ascoltatori, oggi adulti, hanno iniziato a vederlo da bambini, mano nella mano ai genitori. Mi piace considerarla una parentela mediatica, che rafforza ancora di più il programma».
maurizio costanzo franesco rutelli maria de filippi
So che ha in mente di intervistare papa Francesco. In effetti mancherebbe solo lui.
«Magari. Io ci sto provando, gli ho spedito le domande. Speriamo risponda».
Come mai ogni anno facciamo il funerale ai talk show, e puntualmente quelli rinascono?
«Il talk show esiste in tutto il mondo, persino in Asia. E sono sicuro che continuerà a esistere in quanto rappresentazione della realtà. Il pubblico si identifica nei temi trattati e nei personaggi ospitati: questa è la garanzia di sopravvivenza per il format».
Oggi chi potrebbe essere il suo erede?
«Direi Giovanni Floris. Ma sono bravissimi anche Bianca Berlinguer, Nicola Porro, Mario Giordano. Ottimi prodotti».
Cosa manca alla tv di oggi?
«La televisione per sua natura è ancora fondata sull' abitudine, e ruota intorno all' appuntamento ricorrente. Dobbiamo in qualche modo recuperare l' elemento prezioso della quotidianità televisiva».
tatuaggi maria de filippi maurizio costanzo
Quali sono gli elementi vincenti?
«Le storie. Che siano però credibili e con il giusto linguaggio. Più un prodotto riesce a miscelare esperienze e fantasie del telespettatore, più reggerà nel tempo».
Cosa invece arranca?
«Il reality è un po' in calo. Del resto pare sia sempre più difficile fare casting. La formula va rinnovata e soprattutto bisogna darsi il tempo di meditare sui contenuti».
A proposito di nuovi media: è pratico di tecnologia?
«Pochissimo. Pensi che mi porto appresso un vecchio cellulare svedese che non fabbricano più. Ho dovuto chiedere a un amico di comprarmelo a un mercatino di Berlino».
E ho notato che si tiene alla larga dai social network: non la appassionano?
maurizio costanzo su robbie williams 1
«Non sono presente, in effetti. Mi dicono che lì c' è gente che racconta a tutti cos' ha mangiato al ristorante. Direi chissenefrega, no?».
Questa deriva social, in cui chiunque si sente in diritto di apparire e dare giudizi sferzanti, un po' la spaventa?
«Assolutamente no. Intanto non si ferma il vento con le mani, stiamo parlando di tendenze inarrestabili. E poi consentire a chiunque, dovunque, di esprimere la propria opinione, lo considero un grande esercizio di democrazia. Detto questo, va da sé che nella massa qualche "webete" lo trovi sempre, come li chiama Enrico Mentana».
Però c' è chi teme che il webete possa moltiplicarsi. Come paventava Umberto Eco, sulla rete lo scemo del villaggio ha ben più di un quarto d' ora di celebrità.
«Ma no, è solo convinto di averne. In realtà, molto semplicemente, anziché parlare dal cortile di casa scrive sui social».
maurizio costanzo maria de filippi
Dal suo salotto mediatico ha inventato e lanciato innumerevoli personaggi televisivi. È rimasto affezionato a qualcuno in particolare?
«Tutti, senza distinzioni. Mi ha fatto piacere vederli crescere professionalmente. Da Enzo Iacchetti a Vittorio Sgarbi, da Giobbe Covatta a Valerio Mastandrea e Ricky Memphis».
E naturalmente sua moglie, Maria De Filippi.
«No, nel suo caso ho solo avuto l' intuito di capire che poteva fare televisione. Ma poi ha camminato benissimo da sola, le ho dato pochissimi consigli».
Lei all' inizio non era convinta?
«No, del resto lavorava in uno studio legale. Quando venne a lavorare con me al Parioli, si appassionò a questo mestiere. E poco tempo dopo arrivò Amici: fu il suo primo successo».
Tra due anni festeggerete le nozze d' argento. Se lo sarebbe mai immaginato?
«Sinceramente? Non l' avrei mai pensato. Nella mia vita ho immaginato di tutto, persino di dimagrire: ma arrivare a 25 anni di matrimonio, no».
Si aspetta un regalo particolare?
«Soltanto stare bene in famiglia, tutti e due».
Come si fa a volersi bene così a lungo?
«Beh, tenga presente che io mi sono sposato quattro volte. Ci ho messo del tempo e tanta pazienza, ma alla quarta volta quella giusta la azzecchi».
La sua ironia romana ha promosso la longevità del rapporto?
«Sicuramente non dev'esserci pesantezza nelle relazioni. Tutto scaturisce dal piacere di vedersi. Pensi che Maria e io in 25 anni non abbiamo mai litigato».
Sul serio?
«Mai. Io credo che nel matrimonio debba scattare una grande solidarietà. Il segreto primario dev' essere l' amicizia, il sostegno reciproco. E poi, dopo, l' amore. Adesso per lei farei davvero qualunque cosa: anche scalare l' Everest».
Ma se non si litiga mai, non si corre il rischio di cadere della noia?
«La noia non mi ha mai toccato. Se mi capita di tornare a casa dal lavoro prima del tempo, mi fa piacere sempre e comunque riabbracciarla. E poi abbiamo i nostri hobby condivisi: due cani a casa e un gatto in ufficio».
Sua moglie le nasconde ancora il gelato per salvaguardare la sua salute?
«Meno di prima. Da un lato sono diventato più modico sulla quantità. Dall' altro lato, un po' mi sono arreso».
C'è qualcosa che vorrebbe dirle e non le ha ancora detto?
«Vorrei dirle che sono proprio contento di averla incontrata, quella mattina a Venezia, al Festival del cinema. Davvero».
Mi spiega come si resta curiosi a 80 anni?
«Semplice: facendo progetti. Ponendosi obiettivi. Se ti metti mentalmente in pensione e ti arrendi al divano, è finita. Il mio amico Piero Angela, pochi mesi fa, prima di compiere 90 anni, mi ha detto: "Ricordati che si rimane giovani nella testa, coltivando sogni". Ecco, io mi mantengo così».
E il suo sogno oggi qual è?
«Semplicemente, vivere. Alla mia età è un' opzione interessante. Come cantava il poeta Nazim Hikmet: "Il più bello dei mari è quello che non navigammo"».
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