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Cristina D'Avena è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta da mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 tra la mezzanotte e cinquanta e le due e trenta circa.
Cristina D'Avena ha parlato un po' di se: "Qual è la sigla dei cartoni a cui sono più affezionata?
Avendone cantate tantissime, anche negli ultimi anni, sono arrivata quasi a 750. A parte Kiss me Licia, che amo tantissimo, non saprei indicarne una. Ce ne sono tante.
Ad indicarne una faccio fatica. Licia rimane la sigla indiscussa che io amo più in assoluto.
CRISTINA D'AVENA ABBARBICATA A ROCCO SIFFREDI
La prima sigla che ho cantato? 'Bambino Pinocchio', si chiamava così. Quando ho capito che sarebbe diventato un lavoro? Quando ero ragazzina andavo a scuola, facevo il primo anno dell'università, non mi sembrava vero.
Cantavo le mie sigle, mi fermavano per strada, canticchiavano le mie sigle, ma non mi rendevo conto. Dopo aver interpretato il telefilm di Licia, ci chiamavano sia a me che al produttore il direttore della rete per farci i complimenti.
Ho iniziato a fare concerti, mi hanno iniziato a chiamare per altre trasmissioni, ero sempre in sala di incisione, uscivano dischi, a quel punto mi sono resa conto che Cristina piaceva tanto al pubblico e che quindi doveva dedicarsi ancora di più al suo pubblico. Sicuramente ho preso consapevolezza dal telefilm, dalla seconda o terza serie di Licia. Giravo per strada e le persone mi chiamavano Licia, mi chiedevano autografi, ero affezionatissimi.
Lì ho capito che stavo diventando grande. In famiglia non hanno mai intralciato le mie scelte, certe mio padre essendo un medico mi diceva di non abbandonare l'università e di arrivare fino alla fine. Gli ho dato retta, anche se mi manca qualche esame per laurearmi in medicina. E' uno dei miei sogni. Chissà se riuscirò a finire. Mi piacerebbe tanto. Avrei voluto specializzarmi in neuropsichiatria infantile. Non so se riuscirò a farlo, ma almeno finire l'università sì".
Sul rapporto con la sua fisicità: "Ho sempre avuto tanti corteggiatori, anche all'epoca di Licia. Adesso ci sono corteggiatori belli forti. Sui social c'è anche qualche maniaco, a volte mi fanno divertire, scrivono cose incredibili che uno può leggere e basta. Il mondo di internet è un po' così. Non mi metto tanto in mostra, però ogni tanto mi espongo. Anche io ho le mie fragilità.
A volte non mi piaccio abbastanza, ho dei punti che non mi piacciono di me. Sono mediterranea, sono fatta un po' ad anforina, ho i fianchi più pronunciati, dovrei fare palestra e smaltire il mio punto critico, invece sono pigra e mangiona, credo che il cibo sia uno dei piaceri più belli della vita e quindi non mi trattengo più di tanto. CIbo o sesso? Bah, faccio fatica a rispondere. E' difficile".
Ancora Cristina D'Avena: "Cosa mi fa arrabbiare? Le bugie. Quando uno mi mente e me ne accorgo mi arrabbio tantissimo, le bugie e l'incoerenza non le sopporto. Sono una persona estremamente coerente, se dico una cosa è quella".
Sul catcalling: "A me personalmente non è capitato spesso. Ogni tanto. Ma io mi giro, guardo e me ne vado. E' inutile rispondere, ti giri, guardi, sorridi e te ne vai. Spiazzi di più così".
Sulla pandemia: "Pensavo che ci avrebbe reso migliori, invece non è così. Le persone sono diventate molto più intolleranti, c'è tanto nervosismo, tanta confusione, le persone sono stanche e quindi sono diventate un po' più cattive. Vedono subito il marcio. Ma non siamo tutti così".
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