DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Piero Degli Antoni per Quotidiano.net
Roberto D' Agostino, perché decise di intraprendere questa avventura?
«Dagospia diventò qualcosa di diverso da quello che avevo in mente. Allora tenevo una rubrica sull' Espresso, Spia, che mi venne tolta perché tirai in ballo l' avvocato Agnelli. Era il 2000 e a quei tempi non c' erano ancora Google, Facebook, Instagram, Twitter, non c' era nemmeno un motore di ricerca e per trovare Dagospia dovevi avere l' indirizzo esatto. Perciò stampavo dei bigliettini di carta e li distribuivo agli amici. Molti mi criticano parlando di gossip, di pettegolezzi, ma io sono orgoglioso perché racconto la società, proprio come faceva Proust con i salotti parigini dell' 800, o come prima di lui Tacito, o Arbasino con 'Fratelli d' Italia'. Da parte dei colleghi c' era molto diffidenza, Paolo Mieli scrisse che internet era una moda stagionale come il borsello».
Quando cambiò la natura del sito?
Gossip. Dalla Mesopotamia a Dagospia
«Dopo una settimana molti scoprirono che questo poteva diventare un sito di controinformazione, che potevamo pubblicare notizie che sui giornali di carta non sarebbero mai uscite. Cominciarono ad arrivarmi notizie di politica, economia, finanza. Il mio primo grande scoop fece saltare l' operazione con cui Franco Tatò, allora all' Enel, voleva comprare Telemontecarlo per farne direttrice Sonia Raule. Dopo i miei articoli, il consiglio dell' Enel si oppose. Seguirono altri scoop, per esempio l' operazione Octopus con cui Bazoli voleva prendersi le Generali.
Della nostra libertà si accorse anche Cossiga, che cominciò a collaborare con noi. Fu lui a insegnarmi che il potere vero non è quello visibile».
Molto onore, molte querele...
«È inevitabile. A ogni azione corrisponde una reazione. Ma se mi quereli devi sapere che mi applico... ».
SASSOLI DE BIANCHI CON DAGOSPIA
Non ha però rinunciato al gossip e anche al nudo...
«Questa è un' ipocrisia tipicamente italiana. Il mondo del porno è stato il più sensibile al cambiamento di internet, vi ha rovesciato tutto il materiale perché il rapporto con il fruitore diventava più intimo. Ha cambiato il costume: se prima alcune cose erano viste come perversioni e tenute segrete, oggi sognare di andare a letto con due donne, per esempio, non è più percepito come qualcosa di bizzarro: vedi che un filmato del genere ha venti milioni di visualizzazioni e capisci che non sei un pervertito ma una persona normale. Prima c' era Dagosex, ma poi mi sono chiesto perché dovessi tenere separato il porno, e l' ho accorpato. La vita è fatta così: un momento pensi a Di Maio, il momento dopo a Rocco Siffredi.».
DAGOSPIA E POLITICO - DA IL MESSAGGERO
Molto onore, molti nemici...
«Distinguo tra la persona e le sue attività, non ce l' ho con nessuno.
A Roma è diverso rispetto a Milano, posso scrivere le peggiori cose su qualcuno ma se lo incontro per strada parliamo serenamente.
L' unica con cui posso avercela è la Roma perché non vince lo scudetto.
Si è mai autocensurato?
«Col tempo ti accorgi che certe notizie non puoi darle, soprattutto quando ne andrebbero di mezzo matrimoni, separazioni, divorzi, figli. Però puoi alludere».
Quanti lettori ha?
«Due milioni e mezzo di pagine lette ogni giorno, 250mila utenti unici. Ma il record è un altro: la permanenza media è di dieci minuti, una cifra incredibile. Io ci lavoro tutto il giorno».
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