RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
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antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Ormai ci siamo. Il mese più incontinente dell'anno, parafulmine di tutti gli eccessi, pensatoio di tutte le scemenze, è alle porte. Inutile il tentativo di neutralizzarlo. Se un dottore dà a un italiano ancora due settimane da vivere, lui spera che cadano in agosto. Consideriamo la canicola un dono, un miracolo, quasi "un modo giovane per stare insieme", da prendere sempre sul serio, magari in quel posto (massì, lo sappiamo: è difficile organizzare una vacanza intelligente dopo tanti mesi di lavoro cretino).
Alt! Prima di rispolverare secchielli e palette, slip e strip, top e tanga, il governo Ducioni deve sbrogliare quel cubo di Rubik catodico che si chiama Rai. Il baraccone di viale Mazzini, che dal 1954 ha rappresentato la vera egemonia culturale della Democrazia Cristiana, porta con sé il curioso stigma di prefigurare, come una cartina di tornasole, il futuro politico degli occupanti di Palazzo Chigi.
La settimana che precede il rompete le righe e fate il cazzo che vi pare vedrà i leader dei tre rissosi partiti di maggioranza riuniti col coltello dietro la schiena per la nomina dei nuovi vertici Rai, scaduti dallo scorso aprile e continuamente rinviati per dissidi e scazzi all’interno della rissosa maggioranza di governo.
giampaolo rossi roberto sergio
Intanto, la Fiamma Tragica (Giorgia Meloni, Arianna Meloni, Giovanbattista Fazzolari, Patrizia Scurti) è tutta d’accordo di mettere l’ex “gabbiano” Giampaolo Rossi sulla poltrona di amministratore delegato, al posto di Roberto Sergio, che fu scelto come tappabuchi dopo l’uscita grottesca a metà mandato di Carlo Fuortes.
Data l’endemica scarsità al limite dell’inesistenza di classe dirigente all’interno dei quadri di Fratelli d’Italia, le perplessità sulle capacità di gestire un bordello unico al mondo di Rossi sono state spazzate via avendo sul groppone un percorso ventennale in Rai: è stato quello che ha costruito la digital factory oggi incarnata da Raiplay, è stato in cda con Fabrizio Salini e, a volte, apprezzato anche da sinistra.
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
Roberto Sergio che aveva il compito di tenere calda la poltrona di Ad per un completo mandato del predestinato Rossi, malgrado il suo dinamismo politico da vecchio democristiano, non ce l’ha fatta a vincere la diffidenza totale che la Fiamma Magica ha verso gli “estranei” di via della Scrofa per restare sulla prima poltrona Rai e ritornerà ad occuparsi della direzione di RadioRai.
Ma il vero rompicojoni di Giorgia è sempre lui: Matteo Salvini. Che teme di restare fuori dalla spartizione tra FdI (Rossi Ad) e Forza Italia (Simona Agnes presidente). Ovviamente non hanno nessuna intenzione di dare alla Lega di Salvini la poltrona di direttore generale, sulla quale sta seduto ora Rossi.
In attesa dell’incontro dei prossimi giorni, Salvini ha incaricato il fedelissimo Alessandro Morelli di cercare un nome adatto, una figura manageriale che potrebbe essere Marco Cunsolo (direttore delle Produzione Rai). Un no categorico è, ovviamente, arrivato dalla Lega su Felice Ventura, proposto da Rossi come Direttore Generale.
La partita presidenza è chiusa per Simona Agnes (FI) che, grazie al lavoro di Gianni Letta, avrà i voti anche del PD. Oltra al fronte con i meloniani, Salvini ha aperto un altro fronte: tra la Lega e Forza Italia, che oltre presidenza non ha ruoli che siano operativi e li vuole in quanto secondo partito.
E se non bastasse c’è scontro anche all’interno del Carroccio tra Alessandro Morelli e Igor Di Biasio. A dicembre andrà in pensione il direttore di Rai Sport Jacopo Volpi (Forza Italia) e la Lega con Auro Bulbarelli ambisce a prendere il posto, mentre FDI vorrebbe mettere Marco Lollobrigida o il catastrofico Paolo Petrecca spostandolo da Rai News.
stefano coletta foto di bacco (1)
Non dovrebbero essere toccate le direzioni corporate poiché quelle sono strutture portanti dell’Ad e i vertici non possono essere scelti da partiti. L’ottimo Stefano Coletta andrà a fare il capo del coordinamento dei generi della Rai. La Lega vuole Rai Cultura per mettere Fabrizio Zappi attuale direttore di Rai Documentari e all’approfondimento Angela Mariella al posto di Paolo Corsini (la Lega si sente non rappresentata).
La Lega accusa Marcello Ciannamea, direttore dell’intrattenimento, di non essere il vero direttore, perché il vero capataz è Federica Lentini (PD), vice direttore dell’intrattenimento, e persona di fiducia sia di Stefano Coletta sia dell’altro vice direttore Giovanni Anversa (altro uomo di fiducia di Coletta). Ma alla fine Ciannamea potrebbe restare lì.
Altro scontro tra Forza Italia e Lega per la direzione della TGR (attuale direttore è Alessandro Casarin). La Tgr è stata direzione sempre in quota Carroccio ed è la seconda direzione più importante dopo il Tg1. Quindi Forza Italia e camerati chiedono il ridimensionamento della Lega considerando che ha Tgr e Gr radio. Quindi lo scenario Tg potrebbe dare delle sorprese. Salvini vuole mettere Roberto Pacchetti alla direzione, ora condirettore Tgr. Ma FDI vuole pure la direzione quindi è pronta a mettere in discussione la poltrona, diventata ambita.
marcello ciannamea foto di bacco
Verso la riconferma Maria Pia Ammirati alla Fiction e Elena Capparelli alla direzione di Raiplay. Maurizio Imbriale, vicino a Rossi, in pole position per la direzione distribuzione.
Nel CdA, in quota Lega, ha vinto lo scontro interno del Carroccio, Marelli con il suo candidato Antonio Marano a discapito del consigliere di Biasio che spinge Casarin. In quota FDI è in arrivo la vulcanica Valeria Falcone, ex ufficio stampa della Meloni quando era Ministro della Gioventù.
maria pia ammiratiVALERIA FALCONEMaria Pia Ammiratielena capparellielena capparelli
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