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“LA PUNTATA DELLA ‘MELEVISIONE’ DELL’11 SETTEMBRE 2001? FU FATTO UN ERRORE. BISOGNAVA TUTELARE I BAMBINI E NON INTERROMPERE L’EPISODIO” – DANILO BERTAZZI, ALIAS TONIO CARTONIO, RACCONTA IL SUO ADDIO AL PROGRAMMA PER BAMBINI DI RAI3: “È STATA UNA SCELTA MIA, ORMAI ERO TONIO SEMPRE, ANCHE NELLA MIA VITA QUOTIDIANA. DOPO AVER LASCIATO NON HO LAVORATO PER 2 ANNI” – “UN PROGRAMMA COME LA MELEVISIONE SAREBBE IMPOSSIBILE DA FARE ADESSO, I BAMBINI NON RIUSCIREBBERO A RIMANERE CONCENTRATI SULLA STORIA COSÌ A LUNGO. CELLULARI E SOCIAL HANNO CAMBIATO TUTTO…” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Chiara Marsilli per www.corriere.it
Per tutti è Danilo Bertazzi, attore, autore e interprete di programmi di intrattenimento e di libri per bambini. Per alcuni milioni di ex bambini, ora trentenni, è Tonio Cartonio, il folletto protagonista della Melevisione, l’iconico programma di RaiTre ambientato nel Fantabosco che spopolava a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila.
Bertazzi è tornato a parlare dal palco del festival Educa Immagine (domenica 12 aprile ore 10, Rovereto nella piazza del Mart), da professionista dei contenuti per i più piccoli, e avverte gli adulti: i programmi di qualità esistono ancora, ma la tutela dei bambini parte dai genitori.
Bertazzi, lei lasciò la Melevisione dopo sei stagioni. Colpa della “troppa popolarità” di Tonio Cartonio?
«È stata una scelta mia, una scelta sofferta perché dopo aver lasciato la Melevisione non ho lavorato per due anni. […] C’era il desiderio di tornare a essere Danilo oltre a Tonio, non solo dal punto di vista professionale. Ormai ero Tonio sempre, anche nella mia vita quotidiana, e d’altronde in Tonio c’era moltissimo di Danilo» […]
danilo bertazzi tonio cartonio 1
[…] Tra i momenti più tragicamente memorabili della Melevisione rimane la puntata dell’11 settembre 2001, che fu interrotta dall’annuncio dell’attentato al World Trade Center. Come ricorda quel giorno?
«Si trattava di una replica di una puntata già andata in onda qualche tempo prima, noi nel frattempo eravamo sul set a registrare le puntate che sarebbero state trasmesse un paio di mesi dopo. Ci siamo bloccati, fermi insieme a tutto il mondo davanti a quello che stava accadendo, e quel giorno non siamo più andati avanti a lavorare. Penso spesso se la Rai abbia fatto bene a interrompere quella puntata.
Immagino sia stata una decisione difficile, RaiTre in quanto servizio pubblico aveva il dovere di dare quella notizia. Ma mancavano pochi minuti al temine della puntata, c’erano tutte le altre testate giornalistiche e televisive che stavano raccontando l’accaduto: forse si sarebbe potuto aspettare qualche minuto per tutelare i bambini che stavano guardando la puntata e poi andare avanti».
In questi giorni sarà a Educa Immagine, a Rovereto, il festival dell’educazione ai media, per parlare di come avvicinare i più piccoli a una fruizione sicura. Innanzitutto come ci si orienta nell’offerta contemporanea, così diversa da quella di una volta?
«Il servizio pubblico esiste ancora, la televisione per bambini si è spostata dalle reti generaliste ai canali tematici come Rai Kids, continuando a proporre contenuti pensati appositamente per i più piccoli e senza la pubblicità. Quello che è cambiata è la concorrenza spietata, enorme, delle altre piattaforme, soprattutto di YouTube».
danilo bertazzi tonio cartonio
Questo cosa comporta in termini di sicurezza dei bambini?
«La tutela passa soprattutto dai genitori. Le generazioni passate avevano accesso a una quantità limitata di contenuti: il bambino stava davanti alla tv, non aveva interesse a cambiare canale, gli adulti potevano anche non stare nella stessa stanza ma si era tranquilli. Ora una delle prime cose che i bambini imparano è scrollare sul cellulare, e attraverso i social o YouTube possono arrivare a vedere cose che non dovrebbero. Servirebbe che i grandi stessero sempre lì e che mettessero dei paletti temporali molto chiari: finito il periodo definito, tutti fuori a giocare».
Anche i contenuti sono cambiati…
«Spesso sono contenuti vuoti. Non dico che ogni cosa debba sempre avere un intento didattico, ma molti offrono format in cui non dicono praticamente niente. Invece parlare ai bambini implica una enorme responsabilità perché assorbono tutto. Inoltre c’è il problema della soglia dell’attenzione che si restringe sempre di più: un programma come la Melevisione sarebbe impossibile da fare adesso, i bambini non riuscirebbero a rimanere concentrati sulla storia così a lungo». […]
la melevisione 1
danilo bertazzi
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tonio cartonio
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danilo bertazzi alias tonio cartonio
danilo bertazzi oggi
la melevisione
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