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1- DE LAURENTIIS CALCIO-SHOW
Da "Il Sole 24 Ore.com"
«Che cosa ha lasciato questa sconfitta? Proprio un bel niente perché questa Supercoppa italiana non vale niente, per come é organizzata. Rimane l'amarezza di aver perso una buona occasione per esportare un'immagine inappuntabile del nostro calcio all'estero. E per tutto questo ci sono due responsabili: la Lega e Mazzoleni, il cui comportamento non ha fatto bene al nostro calcio. Vorrà dire che se dovessi rigiocare la Supercoppa chiederei arbitri internazionali».
Il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis non fa passi indietro dopo la sconfitta a Pechino con la Juve e la mancata partecipazione della sua squadra alla cerimonia di premiazione in seguito alle polemiche arbitrali.
«Ho portato la squadra in discoteca, abbiamo brindato con 10 bottiglie di champagne. Ho detto ai ragazzi di cancellare questa finale di Supercoppa e ho deciso di dare a ciascuno il loro premio di 20mila euro perché i vincitori morali siamo noi - dice alla Gazzetta dello Sport il patron partenopeo - Brutta figura? Ma no, ciò che mi ha maggiormente infastidito é che la prima partita vera della stagione sia stata gestita con un piglio di severità scolastica, che é tipico di noi italiani. Che un rigore possa essere discutibile non è grave, capita spesso.
à inaccettabile la seconda ammonizione di Zuniga che, tra l'altro, il fallo l'ha prima subito. Non ce l'ho con la Juve che é una grande squadra fatta da grandi giocatori. Però se si semina sul campo l'irrazionalità allora é chiaro che le due squadre cominciano a confrontarsi con un atteggiamento diverso, a volte persino spocchioso. Ho un dubbio: vorrei sapere da chi ha preso lezione di lingua macedone il guardalinee che ha fatto espellere Pandev, visto che il giocatore si é rivolto a lui con la propria lingua. Proprio Rizzoli, se non sbaglio, venne insultato qualche anno fa da Totti per ben tre volte e capì che il livello di adrenalina s'era alzato troppo».
2- GRAN RIFIUTO, IL NAPOLI RISCHIA LA MULTA
PER L'ABBANDONO DEL PODIO A PECHINO
Roberto Ventre per Il Mattino
Presa in giro, questo lo stato d'animo avvertito dal Napoli per come è maturata la sconfitta in Supercoppa. Di qui la decisione di disertare la cerimonia di premiazione edi non ritirare la medaglia. Infuriato in tribuna il presidente De Laurentiis, infuriato il tecnico Mazzarri che a sua volta era stato espulso, in panchina a gestire quei concitati momenti il direttore sportivo Bigon, seduto accanto al secondo Frustalupi.
Presidente e direttore sportivo si sono parlati al telefono, in pochi attimi la decisione societaria di lasciare il campo al fischio finale e andare direttamente negli spogliatoi. Un segnale forte quello del Napoli, una forma di protesta non contemplata nei regolamenti (per questo al massimo potrebbe essere ipotizzabile una multa).
Poi l'ordine del silenzio stampa, tutti zitti, in attesa delle prime dichiarazioni ufficiali del presidente azzurro. La Supercoppa dei veleni, cominciata male, finita peggio. Prima la storia delle «spie» azzurre con la presa di posizione forte della Juventus, poi una nuova frecciatina di Carrera a Mazzarri. E per concludere un arbitraggio a senso unico di Mazzoleni e almeno tre decisioni che hanno penalizzato in maniera evidentissima il Napoli.
Eppure, non è una novità . Scelse di protestare disertando la consegna delle medaglie proprio la Juventus, in una Supercoppa edizione 1998 che i bianconeri persero a Torino con la Lazio: l'allora squadra di Lippi prima subì l'espulsione di Inzaghi e poi la rete del 2-1 al 49 del secondo tempo ad opera di Conceicao. L'arbitro era Bettin. E la Juventus boicottò la cerimonia.
Gli azzurri hanno lasciato il campo a testa bassa, l'ultimo ad andar via De Sanctis, inutilmente invitato a restare da Buffon, suo compagno in nazionale azzurra. Ancora inviperiti Zuniga e Pandev, la rabbia per le due espulsioni era ancora tutta da sbollire al momento di rientrare negli spogliatoi. E ancora rabbia, urla, tante recriminazioni prima d'infilarsi sotto le docce. La sensazione di aver vissuto una delle beffe più atroci da almeno un paio d'anni a questa parte.
Musi lunghi, la delusione che si legge sul volto degli azzurri mentre passano dalla zona interviste per raggiungere il pullman nel tunnel del Bird's Stadium. Nella zona chiusa c'è un caldo infernale e le immagini della festa juventina fanno da contraltare alla rabbia e alla delusione azzurra. Sfilano via uno dietro l'altro i calciatori del Napoli, ognuno recrimina per qualcosa.
Zuniga per l'espulsione, il colombiano non si dà pace per tutte e due le ammonizioni. Come Pandev che ha detto qualcosa in macedone mentre l'assistente di linea era a una considerevole distanza, difficile di solito in questi casi decifrare le parole considerando il frastuono.
Pandev che giura ai compagni di non aver offeso l'assistente, dopo averlo provato a spiegare anche all'arbitro. E poi in occasione delle proteste anche i bianconeri non sono stati teneri verso arbitri e assistenti (si sarebbe verificato un insulto di Lichsteiner), ma nei casi juventini non è stato mai preso nessun provvedimento.
Due espulsi (più Mazzarri) e cinque ammoniti, tre cartellini giali per i bianconeri, due dei quali arrivati a partita ormai chiusa e con la doppia superiorità numerica. Ecco, al Napoli ha fatto rabbia anche questo differente metro di giudizio arbitrale e una condotta di gara che ha penalizzato sempre gli azzurri al di là degli episodi clamorosi di Zuniga e Pandev.
I fuorigioco non fischiati, aspetto questo che ha fatto infuriare in maniera particolare i difensori azzurri e De Sanctis, le punizioni a favore non fischiate e quelle a sfavore puntualmente rilevate anche quando non se ne riscontravano gli estremi. Difficile smaltire la rabbia, ancora nervosismo sul pullman. Oggi la squadra fa rientro a Napoli, poi due giorni di stop. Si riprende il pomeriggio di Ferragosto.
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