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Marco Giusti per Dagospia
vizi privati, pubbliche virtu orgia
Le dieci scene più erotiche del cinema? Se me lo chiedete oggi, quando non ho ancora visto 50 sfumature di grigio, e non bisogna sottovalutare la regista e artista Sam Taylor-Wood o Sam Taylor-Johnson che sia, metterei tra le primissime la grandiosa scena tra Joaquin Phoenix e Dakota Johnson in Inherent Vice di Paul Thomas Anderson con lei che, a patata pelosa all’aria, spiega a lui i suoi tradimenti, “Se la mia ragazza fosse scappata per fare la puttana con un palazzinaro di merda, sarei una furia”. Tanto lo sappiamo che è completamente schiavo di lei.
vizi privati, pubbliche virtu orgia
E mi viene in mente quello che considero il bel bacio mai visto al cinema, quello cioè di David Bowie a Ryuichi Sakamoto nel capolavoro di Nagisa Oshima Furyo o Merry Christmas, Mr. Lawrence. Un bacio che costerà la vita a tutti e due. Certo, quasi tutti, mettono al primo posto Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci con le scene di sesso tra Marlon Brando e Maria Schneider. E giustamente.
norma bengell in os cafajestes
Bertolucci è uno tra i pochissimi registi, assieme a Oshima, e quando vuole a Jean-Luc Godard, pensiamo solo a Il disprezzo, che sappiano tradurre in erotismo la loro intelligenza visiva e narrativa. Difficile uscire dalla Nouvelle Vague. E il corpo e la voce di Marlon Brando portano alla Nouvelle Vague la carica del grande cinema di Hollywood.
Brando steso sul pavimento in t-shirt è molto più erotico di tutti i bonazzi visti in questi ultimi anni. Per non parlare delle inquadrature che Godard dedica alle sue muse, da Jean Seberg a Anna Karina a Brigitte Bardot alle ragazze da posto viste in Adieu au langage. Bertolucci riprende da Godard il modo di inquadrare le ragazze, lo farà pure nel bellissimo The Dreamers, dove si inventa i corpi di Eva Green-Michael Pitt-Louis Garrel, e di suo porta una luce tutta italiana e coltissima.
norma bengell in os cafajestes
Perfino Sergio Leone nei suoi capolavori, praticamente senza donne, avvolge di luce e di carica erotica i suoi pistoleri, buoni, brutti e cattivi che siano. Clint Eastwood non era così prima, e nemmeno Lee Van Cleef. Dal Cinema Novo non posso non ripescare il primo grande nudo frontale del cinema sudamericano, quello di Norma Bengell in Os Cafajestes di Ruy Guerra, o la grande scena lesbo tra la Bengell e Odete Lara (morta pochi giorni fa) di A noite vazia di Walter Hugo Khouri.
joaquin phoenix con reese witherspoon
naomi watts laura harring mulholland drive
E se parliamo di grandi scene lesbo impossibile non rivedere le scene tra Bibi Andersson e Liv Ullman in Persona di Ingmar Bergman in edizione integrale, adorato da Susan Sontag, con il lungo racconto di Bibi Andersson della scopata al mare coi minorenni. O quelle tra le due protagoniste del capolavoro di David Lynch, Mullholland Drive, Naomi Watts e Laura Harring.
Anche se Lynch arriva molto in profondità, nell’erotismo, con i suoi film più scuri, ovviamente Blue Velvet, dominato da Isabella Rossellini e Dennis Hopper, avvolti da canzoni incredibili, come “In dreams”, e Strade perdute.
Difficile, una volta che arriviamo nelle zone più scure, non citare Crash di David Cronenberg, costruito sul romanzo di Ballard, dove Rosanna Arquette ha le gambe inguainate da un tutore di ferro e accarezza le macchine e dove Deborah Unger, nel film della sua vita, attaccata alla ringhiera di un terrazzino mostra un sedere pazzesco a James Spader nelle prime inquadrature.
Mettiamoci anche i ragazzi gay di Happy Together di Wonk Kar Wai, che spostano in Asia quello che avevamo già visto nei grandi film fassbinderiani anni prima in Germania. O nell’incredibile Cruising di William Friedkin con Al Pacino.
E comunque Fassbinder spinge sull’erotismo del tempo ricostruendo negli anni ’70 il mèlo hollywoodiano di Douglas Sirk e fa dei suoi eroi, cito per tutti il Brad Davis di Querelle, una vera icona erotica del tempo.
Personalmente ho una passione sfrenata per due incredibili film dei tardi anni ’70 che spingono sull’erotismo del tempo a livelli che non saranno mai raggiunti, cioè Caligola di Tinto Brass nell’edizione più o meno completa, dove Malcolm McDowell gira nudo per tutto il tempo e scopa con una giovanissima There Anne Savoy, e dove troviamo in un mare di genitali esibiti attori come Peter O’Toole, John Gielgud, Helen Mirren con le chiappe di fuori, e Vizi privati, pubbliche virtù di Miklos Jancso, un orgia musical irresistibile girata tutta in piano sequenza sulla tragica fine del principe Rodolfo, con Therese Anne Savoy con tanto di pisello.
I film, pur bellissimi di Larry Clark e di Harmony Korine, sono niente rispetto alla follia degli anni ’70. Però, certo che amiamo le scene di sesso di Ken Park di Larry Clark, la Chlore Sevigny hard dell’ultima scena di The Brown Bunny di Vincent Gallo. Per quanto mi riguardo adoro anche le lunghe scene lesbo di sforbiciate delle due ragazze di La vie d’Adéle di Abdellatif Kechiche, cioè Léa Seydoux e Adéle Exarchopoulos.
Impossibile non vedere contemporaneamente ai loro corpi gli sguardi finalmente vivi dei critici internazionali a Cannes. Adoro la svalvolata Beatrice Dalle di Betty Blue in edizione integrale, l’Asia Argento di New Rose Hotel e la Zoe Lund di L’angelo della vendetta di Abel Ferrara, anche se il corpo eritico per eccellenza di Abel è quello di Harvey Keitel in Il cattivo tenente.
happy together di wonk kar wai
Cosa scordo? Catherine Deneuve in Belle de jour di Don Luis Bunuel. Anche la loro Tristana. Scordo le grandi scene di sesso e morte tra Ejko Matsuda e Tatsuya Fuji di L’impero dei sensi di Nagisa Oshima, forse il mio film di Oshima preferito. Non so quante volte l’ho visto. E ho conosciuto a fondo Ejko.
Non riesco a farmi passare come grandi scene erotiche quelle di Nove settimane e mezzo, mentre adoro la Sharon Stone di Basic Instinct di Paul Verhoven e, soprattutto, la Elizabeth Berkley sempre nuda di Showgirls. E la Kathleen Turner di Body Heat di Lawrence Kasdan dove la mettiamo? Ma non erano le mie dieci scene di sesso preferite al cinema?
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