FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"
Filippo Facci? il Fatto Quotidiano, la disturbiamo?". Il tempo di contare fino a due e con la disgustata atonìa di chi è a un metro dall'interrompere ogni contatto, Filippo Facci aziona il pilota automatico: "In effetti è probabile, ma ancora non posso saperlo. Cosa volete esattamente?". Vorremmo scorrere i fotogrammi del dietro le quinte di Pomeriggio 5 per ritrovare nessi e ragioni della rissa domenicale tra il giornalista di Libero e l'ex direttore di Radio Città Futura, oggi capo dei Cobas e fine matematico, Piero Bernocchi.
In trasmissione, un fiero confronto. Oltre la siepe, urla, insulti, qualche calcio e poi, salvifico, il quintalesco placcaggio di Paolo Liguori, in arte "Straccio", per salvare la chioma di Facci da sicura rivoluzione. Le cronache, faziose, tacevano del benemerito intervento di Liguori e disegnavano, per Paola Concia, il decisivo ruolo di paciere.
Facci nega: "Ascolti bene perché poi, ritenendo l'argomento esiziale, ci saluteremo. à vero. Io e Bernocchi ci siamo detti qualunque nefandezza e quasi picchiati, ma quel quasi è essenziale. Se due adulti vogliono davvero pestarsi, agiscono e nessuno, men che mai Paola Concia, può far nulla per impedirlo". Nient'altro? "Le ho già detto abbastanza. Buonasera".
Più loquace, pur concordando sull'assenza del deputato Pd, Piero Bernocchi, 64 anni. "Vengo invitato a Mediaset per parlare di Monti. Spiego che il suo governo è in perfetta continuità con quello di Berlusconi che non a caso, ne è l'azionista di maggioranza. In studio sono tutti di destra e quando mandano in onda gli unici risibili tafferugli di una delle 62 manifestazioni dei Cobas successive al 15 ottobre, il pubblico ulula e quel ragazzo biondo comincia a provocarmi".
Premessa essenziale. Bernocchi va in piazza dagli anni 60, non possiede la tv né ha mai visto "Quel ragazzo biondo" di nome Filippo Facci. Decide di conoscerlo meglio: "âCome cazzo ti permetti?' Così gli ho detto. Ammetto, gliele volevo dare". Poi "stronzo", "testa di cazzo", "imbecille", "psicopatico" e tutta la declinazione della rabbia in democratica alternanza fino a quando, sulla scacchiera, Facci non ha fatto la prima mossa: "à venuto verso di me, minaccioso. âTogliti gli occhiali' gli ho consigliato: âTi conviene'.
A quel punto Liguori, che con gli anni è diventato enorme, lo ha fermato: âFilippo ti fai male, lascia perdere'". Prefinale al miele: "Però quando ci siamo finalmente calmati, Facci mi si è avvicinato. âMi sono sbagliato, sei uno vero, capace di batterti per le tue idee. Molto meglio te del teatrino di plastica in cui siamo stati invitati"'. Chi si è divertito davvero è Paolo Liguori. "Sono stato la comparsa di un b-movie e le devo dire la verità , in questa bolla di noia, magari mi capitasse più spesso.
Credo che la cosa che abbia fatto più incazzare Facci è che Bernocchi ignorasse la sua esistenza. Filippo, a cui voglio molto bene, è un tipo dall'io abbastanza pronunciato. Dall'ego senza limiti. Faceva il galletto, voleva lo scontro e per evitare il peggio l'ho bloccato: âGuarda che questo ti crocchia'. Bernocchi lo conosco. à simpatico, ama prendersi sul serio, ma è di un'altra pellaccia. Facci se la sarebbe vista brutta".
Ricordando il recente passato, ognuno cede alla tentazione di riscriversi in meglio. La vera conclusione della storia, differisce dalla versione della guerra di Piero, per un solo, notevole particolare. La offre Liguori, dopo qualche titubanza. "Facci gli ha chiesto scusa. âTi perdono perché sei uno vero ma soprattutto.."'. Breve pausa: "Che faccio, le dico tutto o evito?". Non eviti, Liguori. Si liberi: "Ti perdono perché ti ha raccomandato Liguori. Che ne dice? Non è fantastica?".
Piero BernocchiFILIPPO FACCILIGUORIPaola Concia
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