manuel agnelli

DIO È MORTO, MA MANUEL AGNELLI STA UNA BOMBA! ''AMBISCO ALL’UNIVERSO. VOGLIO OSARE, VOGLIO SENTIRMI VICINO A DIO SE ESISTE E SE NON ESISTE, VOGLIO ESSERE DIRETTAMENTE DIO'' - ''È DALLA BOHÈME CHE STIAMO LÌ A CERCAR DI MORIRE DI TISI A 27 ANNI. NON MI INTERESSANO L’EPICA DEL VIZIO O LA VITA PRIVATA DEGLI ARTISTI. LEONARDO DA VINCI SI INCULAVA I RAGAZZINI E COSTRUIVA MACCHINE DI MORTE, MA È RICONOSCIUTO COME UN GENIO DELL’UMANITÀ''

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Estratti dall'intervista di Malcom Pagani per ''il Fatto Quotidiano''

 

ARROGANZA

manuel agnelli xfactormanuel agnelli xfactor

"Sono sempre stato molto presuntuoso. Ero presuntuoso da bambino e sono rimasto tale. Essere arrogante mi ha aiutato a trovare un’identità anche se di diventare leader non mi è mai fregato niente e ho sempre puntato a un unico obiettivo: fare con determinazione quello che mi piaceva (...) Avere 50 anni mi aiuta tantissimo. Non ho mai sgomitato, ma ora non ho più velleità di affermarmi. Non devo più dimostrare qualcosa, citare un passo o peggio giustificarmi. Non ho più urgenze. Mi comporto per quello che sono. Mi sento più sereno, più tranquillo, più naturale."

 

SOLER

manuel agnelli afterhoursmanuel agnelli afterhours

“Alla fine ci ha fottuti quello che parla 5 lingue e che partiva sempre per Barcellona o per Berlino, mentre io e Fedez restavamo a Milano a farci la guerra. È l’esatto contrario di me, Alvaro. Ma è intelligente e con lui in vacanza ci andrei”.

 

 

DALL'UNDERGROUND AL MAINSTREAM

''X Factor non è tribuna politica e non ho mai pensato di fare la rivoluzione o di far sorgere il Sol dell’avvenire dal mio scranno di giudice. Le critiche le ho viste. In passato le leggevo maniacalmente fino a saturarmi e confrontarmi con gli insulti mi restituiva una libertà pazzesca''

manuel agnelli manuel agnelli

 

 

COSÌ (NON) FAN TUTTI

''... tanti anni fa, in certe realtà, per andare in giro a suonare dovevi saper menare e i concerti degli Afterhours non facevano eccezione. In alcuni posti dovevi difenderti perché c’era gente che ti voleva picchiare. Ebbi la sfortuna di confrontarmi con un fan scontento di un nostro album in inglese, cominciò a volare roba in aria in direzione del palco e per farla breve finì a pugni. Io mi ruppi la mano. Lui, immagino ubriaco, tumefatto, comprò comunque il poster del gruppo... Quella rissa segnò anche una sorta di spartiacque tra me e il pubblico. Tra quel che ero o non ero disposto a fare per accontentarlo. Farsi tirare gli oggetti non era tra le cose che ero disposto a sopportare''.

manuel  agnelli  manuel agnelli

 

 

DALLE CAVERNE ALLA TASTIERA

''Una volta non c’era Internet e quando andavi da uno e gli dicevi in faccia “il tuo disco mi fa cagare” rischiavi l’aggressione. La franchezza del contesto ti portava a stimare le prese di posizione di quelli che ti odiavano. Una possibilità che con la rete è morta. Ci sono una serie di Iago che occupano la tastiera e non sai mai con chi o con quali intenzioni ti confronti. Da un certo punto di vista sono un uomo delle caverne e ne sono orgoglioso.''

 

 

''L'ISTINTO OMICIDA CE L'HO''

manuel agnelli x factor 10  manuel agnelli x factor 10

''Ero molto timido e introverso ed è per questo forse che sono diventato musicista. Nella musica ho trovato il linguaggio, il coraggio e la possibilità di esprimere la mia parte quasi violenta, più deteriore e oscura, meno sociale. Faccio quel tipo di musica e scrivo quel tipo di cose perché difficilmente riuscirei ad esprimere gli stessi concetti in società.''

 

 

OPPORTUNISMO

manuel agnelli afterhoursmanuel agnelli afterhours

''Con l’età anche io ho imparato a essere opportunista, a dirla nel modo giusto, o anche a far finta di niente perché non ho più l’esigenza di ribadire la mia visione a tutti i costi. Mi hanno detto che si chiama maturare. Mi fido.''

 

 

ABBIAMO QUELLO CHE CI MERITIAMO

(...) Seguivo una controcultura che non era un’alternativa estetica al sistema, ma un’ipotesi che per un po’ di tempo mi fece sognare un altro tipo di società. Quell’approccio antisistema non esiste più. Al suo posto, una generazione di persone ammansite che non reagisce, pretende e alla quale sta bene la sbobba che le viene passata. In Francia bruciano le macchine, da noi nessuno si incatena davanti a un palazzo per lo scandaloso limite dei decibel o per il prezzo dei biglietti in prevendita. In Italia c’è gente che si adatta e allora dobbiamo constatare che abbiamo quel che ci meritiamo.

fedez e alvaro solerfedez e alvaro soler

 

(...) Sono cresciuto in un (...) tempo in cui crollava il Muro di Berlino, israeliani e palestinesi si stringevano la mano e persino i Nirvana trionfavano in classifica. Cose che mi riscattavano, mi facevano credere in qualcosa e che non esistono più. L’ultimo grande movimento trasversale è stato quello dei No global. È marcito o lo hanno fatto marcire. La cultura è percepita come una rottura di coglioni, la politica come una truffa.

 

alvaro  soleralvaro soler

 

INDIE PER CUI

''A me il termine indie non è mai interessato, quando abbiamo iniziato a fare musica non si usava. L’indie non è più neanche un’attitudine o un’inclinazione, ma un genere musicale fatto da ragazzini che ascoltano certe cose invece di ascoltarne altre o che si vestono in un certo modo invece di vestirsi in un altro modo. Un piccolo Rotary Club fitto che parla male del Rotary Club a fianco e decreta che se non segui le regole del gruppo sei uno sfigato... Io ambisco all’universo. Ambisco all’estremo. Voglio osare, voglio sentirmi vicino a dio se esiste dio e se non esiste, voglio essere direttamente dio.''

 

 

BORGHESIA MUSICALE

FABRIZIO DE ANDREFABRIZIO DE ANDRE

''Noi eravamo già molto borghesi perché la società nei primi anni 80 era definitivamente diventata tale. Ma erano borghesi- come ci raccontò Paolo Villaggio- anche i De André che cantavano di vicoli genovesi e di puttane da cui non erano mai stati, ma un pericolo, un dubbio, un graffio o un brivido lo provocavano comunque. I cantautori della scena indie di oggi non lo suscitano. Sono autocompiacenti e musicalmente abbastanza insulsi. La musica è veramente una scusa per piangersi addosso e raccontare le loro storielle già raccontate in maniera molto più alta dai cantautori, 40 anni fa.''

 

 

SPAZZATECI VIA

L’emblema della debolezza di questa generazione di cantautori è la loro incapacità di spazzarci via. Aspettavo da anni qualcuno che ci riuscisse: “spazzateci via invece di criticarci- mi dicevo- spazzateci via con la forza che avete, cambiate le cose, non lasciateci spazio, soffocateci, cancellateci”. Che io porti ancora più gente di loro ai concerti è sintomatico. Ho 50 anni e vado a fare rock sul palco. Se ci pensa, non è una bella cosa.

GIOVANNI LINDO FERRETTI GIORGIA MELONIGIOVANNI LINDO FERRETTI GIORGIA MELONI

 

 

IL RAPPORTO CON I CSI

 

Stimo Giovanni Lindo Ferretti e da ragazzo per lui provavo grande ammirazione. A noi i Csi sembravano incredibili. In fondo erano solo stati a Berlino un paio di volte, ma ci sembravano alieni dadaisti, situazionisti, gente che scompigliava il quadro. Ora è cambiato, e allora? Capita a tutti. Anche se non condivido quasi niente di quello che sta vivendo, non sono scandalizzato per la sua conversione. Giovanni è molto intelligente e la affronta in maniera profonda.

 

 

ZERO REVOLUTION

Con il glitter e le ali da angelo, in una Roma omofoba e anche socialmente pericolosa, un rivoluzionario è stato senz’altro Renato Zero.

GIOVANNI LINDO FERRETTIGIOVANNI LINDO FERRETTI

 

 

ARTE, MORTE E INCULATE

È dalla Bohème in avanti che stiamo lì a cercar di morire di tisi a 27 anni. Io i 27 li ho superati e adesso mi aspetto di arrivare almeno a 97. Non mi interessa la coerenza pretesa, l’epica del vizio e neanche quel che l’artista fa al di fuori del suo spazio. Leonardo da Vinci si inculava i ragazzini e costruiva macchine di morte sotto commissione, ma è o non è riconosciuto tra i più grandi geni dell’umanità?

 

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NO OUTING

Dell’eros e della sessualità mi interessa tutto. Preferisco le donne, ma non ho un interesse esclusivo nei confronti delle donne. La mania dell’outing comunque mi lascia perplesso. Non riesco ad accettare che uno debba per forza dichiararsi, prendere posizione, definirsi.

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