Il divano dei giusti/1 - ho cominciato a vedermi su netflix la 'the beast in me'...

14 nov 2025 13:00

Marco Giusti per Dagospia

Che vediamo stasera? Beh, vedo che su Amazon hanno inserito una novità strepitosa come “Una battaglia dopo l’altra” di Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio, Teyana Taylor, Benicio Del Toro, così anche quelli che non vanno al cinema lo vedranno. Sono usciti anche altri film nuovi, come la commedia “Material Love” di Celine Song con Dakota Johnson pianificatrice di matrimonio che si innamora.

the beast in me 2

Per i pochi fan di western vedo che c’è pure “I pistoleri” diretto da tal Brian Skiba con Nicolas Cage, Stephen Dorff e Heather Graham. Mai arrivato in sala. Tra le serie ho cominciato a vedermi su Netflix “The Beast in Me”, ideata e scritta da Gabe Rotter, diretta da Antonio Campos, un regista che si era messo in luce qualche anno fa col complesso “Martha Macy May Marlene”, un film sulle sette e come non uscirne mai, e interpretata da Claire Danes che torna ai toni spiritati di “Homeland” e Matthew Rhys.

the beast in me 3

Siamo di fronte a un’altra scrittrice lesbica sulla quarantina, come in “Pluribus”, la Aggie Wiggis di Clare Danes, ovviamente Premio Pulitzer ma un po’ isterica, che deve ancora superare il trauma della morte del figlio, ucciso in un incidente stradale, che abita in una villa che forse non può permettersi in un quartiere per ricchi. Non riesce a scrivere da quando il figlio è morto, per giunta si è lasciata con la moglie, Natalie Morales, e ha un serio problemi di fognatura a casa.

the beast in me 4

Quando arriva come vicino un miliardario cementificatore, Nile Jarvis interpretato da Matthew Rhys, accusato di aver fatto scomparire la moglie e di altri malaffari, Aggie da una parte cerca di contrastarla, da un’altra ne è affascinata al punto che lo vede come una buona ispirazione per il suo prossimo romanzo. Solo che Nile e i suoi servitori sembrano una reale minaccia e Aggie è sempre più spiritato e poco lucida.

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Come in tutti i film con vicino diabolico, le cose si metteranno male per la protagonista. Mi rimane la domanda sul perché tante protagoniste lesbiche e scrittrici. Forse sono più interessanti dei maschi, c’è più affinità col pubblico, largamente femminile che vede le serie crime. Lo showrunner di “Pluribus” aveva pensato il suo protagonista maschio e solo in un secondo tempo lo ha trasformato in donna, lesbica e scrittrice.

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Tra i grandi recuperi, sempre su Amazon, trovate una serie di gialli all’italiani anni’70 piuttosto famosi, ma non così visti dal popolo del divano. “La dama rossa uccide sette volte”, di Emilio P. Miraglia con Barbara Bouchet, Marina Malfatti, Ugo Pagliai e Pia Giancaro, “Nude per l’assassino” di Andrea Bianchi con Edwige Fenech, Erna Schurer, Femi Benussi, “Gatti rossi in un labirinto di vetro” di Umberto Lenzi con Martine Brochard, appena scomparsa, Ines Pellegrini e John Richardson, “La notte che Evelyn uscì dalla tomba” di Emilio P. Miraglia con Marina Malfatti, reginetta del genere, Anthony Steffen, Umberto Raho, Erika Blanc.

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