biancaneve a real pain

IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - MA QUANTO È BRUTTO “BIANCANEVE”, ANZI “DISNEY’S SNOW WHITE”, COME SI CHIAMA POMPOSAMENTE NELL’EDIZIONE ORIGINALE, VERSIONE LIVE-ACTION E MUSICAL DEL CAPOLAVORO DISNEYANO. IERI SERA HO PROVATO A VEDERLO SU DISNEY +, MA NON RIESCO A ANDARE AVANTI. MI IMBARAZZA. E’ SBAGLIATO PRATICAMENTE IN TUTTO – PER FORTUNA CHE DISNEY+ HA INSERITO UN BUON FILM, “A REAL PAIN”, COMMOVENTE, MA ANCHE DIVERTENTE, PIENA DI VITA, INTELLIGENTE COMMEDIA ON THE ROAD SCRITTA E DIRETTA DA JESSE EISENBERG… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

rachel zegler biancaneve

Ma quanto è brutto “Biancaneve”, anzi “Disney’s Snow White”, come si chiama pomposamente nell’edizione originale, versione live-action e musical del capolavoro disneyano del 1937. Ieri sera ho provato a vederlo su Disney +, ma non riesco a andare avanti. Mi imbarazza. E’ sbagliato praticamente in tutto.

 

In fondo gli attori, Rachel Ziegler e la tanto vituperata Gal Gadot potrebbero anche andare, è proprio tutta l’impostazione del film, scritto da Erin Cressida Wilson e diretto da Marc Webb a essere un disastro.

 

gal gadot rachel zegler biancaneve

Per fortuna che Disney+ ha inserito un buon film, che forse avete perso in sala, “A Real Pain”. Che non può non piacervi, commovente, ma anche divertente, piena di vita, intelligente commedia on the road scritta e diretta da Jesse Eisenberg e interpretata dallo stesso regista, di reale discendenza ebrea-polacca, assieme a Kieran Culkin, per nulla ebreo, visto che è di famiglia cattolica irlandese. E non a caso ha vinto ben due Oscar, per la sceneggiatura di Eisenberg e per l’interpretazione da non protagonista di Kieran Culkin, vero asso nella manica.

 

 

kieran culkin e jessie eisenberg a real pain

Non è solo un film sul dolore reale, come spiega il titolo, un dolore antico, che viene addirittura dai tempi dell’Olocausto, e un dolore attuale, quello che vivono i due protagonisti, spesso incapaci di controllare le proprie emozioni, ma un ragionamento su come siamo arrivati a essere quello che siamo e cosa possiamo fare per aiutarci, per non perdere le nostre origini e la nostra realtà.

 

David e Benji Kaplan, cioè Jesse Eisenberg e Kieran Culkin, sono due cugini, figli di due fratelli, che sono cresciuti assieme, David è più centrato, vive a New York, ha un lavoro, una moglie, un figlio, Benji vive non si capisce bene dove, non ha né moglie né lavoro né figli e ha tentato il suicidio quando è morta la vecchia nonna Doris, che era nata e vissuta in Polonia e che è arrivata in America sopravvivendo ai campi.

 

kieran culkin e jessie eisenberg a real pain

Per onorare la memoria della nonna, David offre a Benji un viaggio della memoria da fare assieme in Polonia, per vedere la casa della nonna, vedere la sua città, Lublino, vedere i campi, capire cosa resta della loro storia.

 

Lo faranno assieme a un piccolo gruppo di ebrei e non ebrei, dove c’è una guida, James, interpretato dal Will Sharpe di “The White Lotus 2”, una coppia di vecchi ebrei americani, Marcie, una ricca signora in crisi appena divorziata, interpretata dalla strepitosa Jennifer Gray, figlia di Joel Grey, e non scordata protagonista di “Dirty Dancing”, un sopravvissuto al massacro del Ruanda, Kurt Egyawan, che si è fatto ebreo.

 

jessie eisenberg kieran culkin a real pain

Già scritto e diretto benissimo, il film offre ai due protagonisti, soprattutto a Kieran Culkin, che viene dalla forte esperienza popolare di “Succession”, il modo di costruire dei personaggi reali che sembrano quasi nascere dalla improvvisazione continua fra di loro e con gli altri attori alle prese con un passato di scena in scena sempre più reale.

 

Impaginato quindi da un’ambientazione eccezionale e mai di pura scenografia, si va dalle strade di Lublino ai campi di Majdanek, dove vennero uccise 80 mila persone, aiutato dalle sonate di Frédéric Chopin che testimoniano la volontà di una leggerezza narrativa dispetto alla gravità del passato, “A Real Pain” non vuole insegnarci nulla a parte insistere sulla necessità del ricordo.

a real pain

 

Scritto durante la pandemia da Eisenberg, che si è ispirato alla figura e alla morte della sua vera nonna Doris a 101 anni, e quella che vediamo alla fine del film, è la vera casa di sua nonna, presentato nel 2024 al Sundance e comprato dalla Searchlights per 10 milioni di dollari, è uno di quei piccoli film perfetti dove tutto funziona.

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