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IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - E STASERA CHE SI VEDE? IERI, DISPERATO, HO RECUPERATO SU NETFLIX IL BELLISSIMO “PIECES OF A WOMAN” DI KORNÉL MUNDRUCZÓ CON VANESSA KIRBY E SHIA LABEOUF - SONO POI PASSATO A MUBI E MI SONO REGALATO PER PURO PIACERE CINEFILO UNA DOPPIETTA DI FILM CHE VI CONSIGLIO CALDAMENTE. “LA REGINA D’AFRICA” DI JOHN HUSTON CON HUMPHREY BOGART E KATHARINE HEPBURN E “PRÉNOM CARMEN” DI JEAN-LUC GODARD CON MARUSCHKA DETMERS - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
vanessa kirby pieces of a woman
E stasera che si vede? Ieri, disperato, ho recuperato su Netflix il bellissimo “Pieces of a Woman” di Kornél Mundruczó con Vanessa Kirby e Shia Labeouf, da non confondere con la serie non male con Toni Colette “Pieces of Her”.
“Pieces of a Woman”, prodotto da Martin Scorsese, presentato a Venezia, candidato a Venezia per la favolosa interpretazione della giovane protagonista Vanessa Kirby nel ruolo di una mamma che perde la figlia e cerca disperatamente di ritrovare in sé le forze per andare avanti confrontandosi con il suo uomo e con la madre, una grande Ellen Burstyn, lo aveva accuratamente evitato perché pensavo che fosse troppo triste. Sì. Lo è.
Soprattutto i primi 20 minuti iniziali col parto sfortunato possono essere pesanti. Ma il film è girato con piani sequenza di grande eleganza, gli attori sono diretti benissimo e la freddissima Boston invernale è del tutto inedita.
Sono poi passato a Mubi e mi sono regalato per puro piacere cinefilo una doppietta di film che vi consiglio caldamente.
“La regina d’Africa” di John Huston con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn in viaggio per l’Africa con l’idea di bombardare una nave tedesca e “Prénom Carmen” di Jean-Luc Godard con Maruschka Detmers, che non vedevo dal Festival di Venezia del 1983, quando genialmente Bernardo Bertolucci, presidente della giuria, riuscì a fargli vincere il Leone d’Oro in barba ai criticoni che non lo avevano capito. Un trionfo.
Godard aveva imposto il film senza sottotitoli e non tutti capirono le battute del film, soprattutto quelle di Zio Jeannot, Godard stesso, nel ruolo di un Godard pazzo e saggio che dispensa massime di ogni tipo.
Da citazioni del presidente Mao a gag alla Bombolo: “So che se ti infilassi il pollice nel culo mentre conti fino a 33 mi prenderei la febbre”. Maruschka Detmers, al primo film, conquistò tutti con dei nudi clamorosi. Via la musica di Bizet e dentro i quartetti d’archi di Beethoven amati da Godard.
Il film è un musical perfetto di grande eleganza, con una fotografia impeccabile di Raoul Coutard. E Mubi ha una copia eccellente. Siete avvisati. Non è per tutti. Ma almeno non è tagliato.
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